Invito a teatro

Shakespeare protagonista in assoluto. Ma questa settimana proponiamo anche altri classici
Lear

Un re Lear donna, a Pontedera

Con l’attrice Silvia Pasellonei panni di Lear, il regista Roberto Bacci  affronta il gran testo di Shakespeare chiedendosi: “Che cosa diventa il regno del nostro quotidiano quando il Re che siamo lo abbandona? Che cosa accade nel regno delle nostre certezze quando il castello, costruito e difeso per tanti anni, crolla sui nostri piedi? Lear illumina un aspetto della natura umana (individuale e collettiva) che ci risveglia e ci pone davanti a ciò che realmente siamo: esseri fragili e pericolosi, ma anche in grado di riconoscere la propria condizione. Lear, che abdica prematuramente per le proprie figlie, inizia una discesa che lo fa precipitare prima nella follia di un vecchio per poi farlo risalire, con la fragilità di un bambino, verso un nuovo inizio che è anche la fine della sua esistenza. Lear è un racconto del viaggio dell’anima malata di un Re che si perde nella storia di un mondo che essa stessa ha creato, un mondo di ingiustizie, guerre, tradimenti. "Lear", di Stefano Geraci e Roberto Bacci, liberamente ispirato a William Shakespeare, con Silvia Pasello, Maria Bacci Pasello, Michele Cipriani, Savino Paparella, Francesco Puleo, Caterina Simonelli, Tazio Torrini, Silvia Tufano, scene e costumi Márcio Medina, musiche Ares Tavolazzi. Produzione Fondazione Teatro della Toscana. Al Teatro Era di Pontedera, dall'1 al 10/4.

 

Prima che Amleto…

Un testo che parte da Shakespeare per raccontare in scena cosa succede prima della morte di Re Amleto, analizzando in chiave contemporanea il concetto di potere. Re Amleto non è morto, Amleto vuole il potere, Gertrude sente che tutto le sfugge, Claudio non vuole usare nessun veleno contro suo fratello, Polonio aspetta che le cose si mettano a suo vantaggio. Così, i personaggi di Shakespeare sono colti nel loro privato prima che la tragedia abbia inizio e “sono diversi prima della vendetta – riflette la regista Veronica Cruciani – prima della violenza, quando ancora le cose si possono salvare. Ma forse, forse, le cose non si possono salvare”.  Immaginare quel che può accadere prima significa provare a scoprire intrecci e motivazioni che nel testo shakespeariano si affidano solo alla fantasia dello spettatore. “Preamleto”, di Michele Santeramo, regia Veronica Cruciani, con Massimo Foschi, Manuela Mandracchia, Michele Sinisi, Gianni D’addario, Matteo Sintucci. Produzione Teatro di Roma. A Roma, Teatro Argentina, dal 30/3 al 10/4

 

Yerma, di Garcia Lorca

Interpretata da Elena Arvigo, è l'eroina protagonista che dà il nome all'opera dell’autore spagnolo (scritta nel 1934 e pubblicata nel 1937), il cui significato letterale in spagnolo rimanda immediatamente ai concetti di deserto e sterilità. Ed è caratterizzato proprio dalla solitudine e dall'aridità il mondo di Yerma, come anche la ristretta ma variegata comunità in cui vive la donna, che desidera a tutti i costi avere un figlio dal marito e che, quando scoprirà che lui non condivide il suo stesso desiderio, cadrà in un vortice di ossessione e dolore che culminerà in un gesto estremo. “Yerma”, dall'omonima opera teatrale di Federico Garcia Lorca, regia Gianluca Merolli, traduzione e adattamento di Roberto Scarpetti, con Elena Arvigo, Enzo Curcurù, Gianluca Merolli, Giulia Maulucci e Maurizio Rippa. Prodotto da Andrea Schiavo|H501 srl e La Fabbrica dell'attore – Teatro Vascello. A Roma, Teatro Vascello, dal 29/3 al 3/4.

 

A Vicenza il Tulsa Ballet e il Wiener Staatsballet

La Stagione di Danza del Teatro Comunale di Vicenza – Vicenza Danza XX edizione – prosegue in aprile con due appuntamenti “ravvicinati”. Il2, l’americano Tulsa Ballet, in Italia per la sua prima  tournée nel nostro paese, porterà in scena “Masters of Dance” tre brani contemporanei, di epoche e stili diversi attraverso cui si è sviluppata la danza contemporanea, europea e americana, tratti dal loro repertorio: “Classical Symphony” di Yuri Possokhov, balletto neoclassico creato per il San Francisco Ballet, montato anche al Bolshoi di Mosca, su musiche di Sergei Prokoviev; “Petit Mort”coreografia di Jirí Kylián, su musiche di W.A. Mozart, capolavoro assoluto della danza degli ultimi anni e infine“Rooster” di Christopher Bruce, su musiche dei Rolling Stones. Seguirà, il 10 aprile, il Balletto dell’Opera di Vienna, il Wiener Staatsballet diretto dall’eclettico Manuel Legris, conquattro creazioni, in prima nazionale, dedicate ai 20 anni di Vicenza Danza.

 

Coppélia, al Teatro San Carlo di Napoli

 

Un classico della danza torna in scena nella versione di Roland Petit, che vedrà impegnati i solisti e il corpo di ballo sancarliano. La coreografia è quella innovativa, ambientata nel periodo della Belle Époque, che Petit creò per il Ballet National de Marseille nel 1975, inizialmente pensato per la moglie, la celebre danzatrice Zizi Jeanmarie, che si infortunò, così da costringerlo a ideare una scena con una bambola, per non ballare con nessun’altra donna il ruolo che aveva pensato per la sua compagna. A Luigi Bonino, suo fidato collaboratore, già ballerino all’epoca della creazione e presente alla prima assoluta, oggi custode del repertorio del grande coreografo francese, è affidato il compito di rimontare e riproporre il balletto, rappresentato per la prima volta al San Carlo nel 1998. “Coppélia”, balletto su musica di Léo Delibes, direttore d’orchestra David Garorth,  scene e costumi Ezio Frigerio, luci Jean Michel Desiré. Si alterneranno nel ruolo del Dottor Coppélius,  Luigi Bonino e Massimo Sorrentino; nel ruolo di Swanilda, Anbeta Toromani, Ksenia Ryzhkova e Luisa Ieluzzi; nel ruolo di Frantz, Alessandro Macario, Dimitrij Sobolevskij e Alessandro Staiano. A Napoli,  Teatro San Carlo, il 31/3, e il 5, 6, 7, e 12/4.

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