Invito a teatro
La fantascienza di Marco Paolini
Raccontare storie ambientate nel futuro prossimo è un esercizio confinato in un genere: la fantascienza. Esiste una tradizione di fantascienza in letteratura e nel cinema, ma a teatro non è molto diffusa. Con Numero Primo, Marco Paolini porta in scena una nuova “stagione” degli Album, ai quali ha affidato tra il 1987 e il 2003 alcuni dei suoi primi spettacoli, in cui amalgamava sul palcoscenico l’autobiografia e il ritratto generazionale con storie d’iniziazione. “Parlerò della mia generazione – afferma l’autore, regista e interprete veneto – alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica, dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale”.Lo spettacolo racconta di un futuro probabile, fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme, come si fa con le carte prima di giocare. Il titolo fa riferimento al soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta, protagonista di una storia ambientata in un prossimo futuro e, per questo, confinante con la fantascienza.“Numero primo”, di e con Marco Paolini. A Napoli, Teatro Nuovo, dal9 al 13/11.
I Malavoglia di Verga
La regia di Guglielmo Ferro centra il racconto sugli eventi più significativi che segnarono la vita della Famiglia Toscano di Acitrezza, lì dove, più di ogni altro passaggio narrativo, Verga punta a violentare ogni speranza di emancipazione dei suoi personaggi, con i toni di un’oscura fatalità, di un imponderabile ancestrale e indomito destino. In questa visione la riscrittura teatrale pone al centro dell’azione drammaturgica la Natura, scandendo lo spettacolo nei passaggi narrativi delle tempeste, delle morti in mare: la tempesta dove si perde il carico dei Lupini e muore Bastianazzo, la morte di Luca su una nave in guerra, la tempesta dove Padron ‘Ntoni si ferisce ed è poi costretto a vendere la Provvidenza. Nel folto cast di attori, il protagonista verghiano che fa della famiglia e del senso del dovere i suoi fondamenti di vita, è Enrico Guarneri. “I malavoglia” di Giovanni Verga, regia Guglielmo Ferro, musiche Massimiliano Pace, scene Salvo Manciagli, costumi Dora Argento. Produzione Progetto Teatrando. A Roma, Teatro Quirino, dall’8 al 20/11.
La danza di Roy Assaf
È uno dei nomi di punta della nuova generazione coreografica israeliana. A Roma, per la prima volta, firma due coreografie dove vi partecipa anche come danzatore. Six years laterè un duetto intimo e appassionato che ci parla del passato e del presente, strettamente legati tra loro come un'inevitabile storia d'amore. The Hill, ultima creazione di Assaf, che trae spunto da una canzone ebraica, Givat Hatahmoshetche, parla della "Ammunition Hill", campo di battaglia durante la Guerra dei sei giorni. e vede in scena tre danzatori che rappresentano l'assurdità e l'essenza dell'occupazione. La loro danza, in un movimento circolare costante, dimostra un loop di assurdità, un ciclo di paura e virilità, evocando risate, terrore e lacrime. Durante le celebrazioni della battaglia sono meccanici, un circolo festoso di cameratismo eseguito con una coordinazione perfetta e inquietante.Lo spettacolo ha vinto il primo premio al 27º concorso internazionale per coreografi Ballett Gesellschaft di Hannover.“An evening with Roy Assaf”, a Roma, Teatro Vascello il 12 e il 13/11, e a Forlì, Teatro Diego Fabbri, il 15/11. Il tour è prodotto e organizzato da European Dance Alliance / Valentina Marini Management.
La vita a pedali di felice Gimondi
Dopo la seconda grande guerra, mentre l’Italia cerca di ricominciare, un bambino cresce con un sogno: salire in sella a una bicicletta e diventare un campione. Fino a che arriva l’attesa prima corsa. Felice corre, cade due volte ma si rialza sempre. Arriva al traguardo quando lo striscione dell’arrivo è già smantellato. Quel ragazzo, come tutto il nostro Paese in quegli anni, si è rialzato ed è diventato un campione: Felice Gimondi. La storia di un ragazzino che, in sella alla sua Ardita rossa, cresce, diventa uomo, diventa un corridore professionista e poi un campione, fino all’ultima grande, insperata, inimmaginabile vittoria ai mondiali di ciclismo su strada di Barcellona. Quegli ultimi dieci chilometri sono raccontati in una narrazione incalzante, impetuosa, viscerale, che scaraventa dentro al senso più profondo di questo sport, fatto di fatica e sacrificio. Fatto di vita. “Gimondi, una vita a pedali” di Paolo Aresi, con Matteo Bonannie alla fisarmonica Gino Zambelli, regia di Alberto Salvi, scenografie Tomaso Papis, luci Dalibor Kuzmanic. Produzione Teatro de Gli Incamminati – deSidera Teatro Festival. A Milano, Spazio Banterle, dall’11 al 13/11
Il vangelo di Pippo Delbono
Un lavoro corale, creato a Zagabria con l’orchestra, il coro, i danzatori e gli attori del Teatro Nazionale Croato insieme agli attori della compagnia di Delbono.L’autore e regista da molti anni abita la scena come luogo di ricerca, lavorando negli spazi fertili tra pubblico e personale, tra autobiografia e storia. Vangelo sovrappone, sul tracciato musicale del compositore Enzo Avitabile, un’esperienza artistica intensamente collettiva con un’esperienza umana tragicamente collettiva, quella della guerra. Lo spettacolo si nutre della memoria forte degli attori che hanno attraversato una guerra che ha cambiato la storia, i luoghi e i confini del loro paese. Confini che, proprio durante la creazione di Vangelo, sono stati sconvolti dall’arrivo di diecimila persone tra donne, uomini e bambini alla ricerca disperata di una terra promessa. “Vangelo”, uno spettacolo di Pippo Delbono, scene Claude Santerre, costumi Antonella Cannarozzi, disegno luci Fabio Sajiz. A Milano, Piccolo Teatro Strehler dall’8 al 13/11.
Installazione performance sull’energia dell’acqua
La furiosa natura e Diluvio di Leonardo da Vinci ispirano “IDROSssssss”, l’opera performativa di Giancarlo Cauteruccio, l’ultima creazione di Teatro Studio Krypton (a Firenze, chiesa di Santa Verdiana). L’installazione performance con le musiche originali di Gianfranco De Franco, si avvale dell’ interpretazione della cantante Chiara De Palo e dell’attore Roberto Visconti, della collaborazione scenografica di Massimo Bevilacqua e di quella video di Alessio Bianciardi. “IDROSssssss” si configura come un’opera immersiva, che si misura con le preesistenze artistiche ed architettoniche del luogo. Gli spettatori si possono muovere liberamente all’interno degli spazi della chiesa barocca invasa di immagini, suoni e parole,recitate e cantate, mutuate da Diluvio di Leonardo da Vinci e da alcune voci della poesia contemporanea. Una esperienza sensoriale, coinvolgente, di forte impatto, che utilizza sofisticate tecnologie audio visuali, in cui si celebra la potenza ed il fragore delle acque e “della furiosa natura”. Info e prenotazioni 0552345443 – info@teatrostudiokrypton.it. Ingresso libero, con repliche in diversi orari fino all’11/11.
Cani alla frontiera
Una postazione di alta montagna al confine tra due paesi differenti per etnia e religione. Due soldati a guardia di un passaggio di frontiera. Dopo due anni di isolamento K., il più anziano dei due, si imbatte in un uomo e, convinto che sia una spia, lo imprigiona. Subito dopo, anche una ragazzina raggiunge la postazione. Dice di essere la figlia dell'uomo, c'è stato uno scambio di persona, suo padre è solamente un pastore. Ma K. non le crede e imprigiona anche lei. Cani, testo inserito nell'antologia New Writing Italia. Dieci pezzi non facili di teatro (Editoria&Spettacolo), viene allestito per la prima volta in forma di studio: un lento scivolare nella follia, una progressiva degenerazione della mente e del corpo, un disperato tentativo di sopravvivenza al cospetto di una natura maestosa che, nella sua immutabilità, può essere solo spettatrice dell'incredibile violenza umana. “Cani (primo studio)”, regia Vincenzo Manna, con Federico Brugnone, Aram Kian, Zoe Zolferino, disegno luci Javier Delle Monache, costumi e oggetti di scena Cassepipe Compagnia. A Roma, Teatro Vascello, dal 10 al 13/11.