Invito a teatro
Toni Servillo e Elvira
Elvira porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva impegnati in un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Toni Servillo si accosta a “Elvire Jouvet 40” – testo caro alla storia del Piccolo, in cui Brigitte Jaques trascrisse le Sette lezioni di Louis Jouvet a Claudia sulla seconda scena di Elvira nell’atto IV del “Don Giovanni” di Molière – affrontandolo nella nuova traduzione commissionata a Giuseppe Montesano e avendo accanto tre giovani interpreti: Petra Valentini, nel ruolo del titolo, Davide Cirri eFrancesco Marino, che incarnano il futuro nella vitale trasmissione di sapere fra le generazioni. Trent’anni dopo Strehler, con l’attore campano le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano nuovamente la stessa stringente attualità. “Elvira”, traduzione Giuseppe Montesano, regia Toni Servillo, costumi Ortensia De Francesco, luci Pasquale Mari, suono Daghi Rondanini. Coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatri Uniti. Al Piccolo di Milano, Teatro Grassi, fino al 18/12.
Acrobazia e street art con Les 7 Doigts
Torna al Romaeuropa Festival la compagnia quebecchese Les 7 Doigts con la nuova poetica avventura tra danza, musica, acrobazia, street art e linguaggi urbani. “Traces”è ambientato in un rifugio di fortuna all’esterno del quale sta per consumarsi un’imminente catastrofe. «Le uscite di sicurezza sono ovunque, perché qualcosa di terribile potrebbe accadere» annunciano Les 7 doigts all’inizio dello spettacolo ed è subito chiaro che il loro spettacolo è una visionaria via di fuga dalle ansie e dalle tensioni della nostra epoca. E infatti, l’unico modo per reagire alla catastrofe è rischiare, vivere la vita in pienezza anche quando ogni speranza sembra persa. Intrecciando danza e circo alle loro esperienze personali, i giovani protagonisti sfidano la gravità in acrobazie esplosive in cui si innestano elementi della urban culture come lo skateboarding ed il baseball.“Traces” regia e coreografia Shana Carroll, Gypsy Snider. ARoma, Auditorium Conciliazione per Romaeuropa, dal 27 al 30/10.
Macbeth secondo De Fusco
La tragedia racconta la vicenda di Macbeth, vassallo di re Duncan di Scozia, che divorato dall'ambizione e dalla brama di potere instillatagli dalla profezia di tre streghe progetta e porta a compimento, incitato dalla consorte Lady Macbeth, l’uccisione del Re per salire al trono:ma la loro coscienza non reggerà il peso dell’atroce atto compiuto. Questa edizione di Luca De Fuscoè connotata nel segno della contaminazione tra linguaggi e uno stile visionario che asseconda la natura fantastica del testo che vede i suoi momenti fondamentali (apparizione delle streghe, visione del pugnale, fantasma di Banquo, apparizione dei Re, delirio del sonnambulismo di lady Macbeth) fortemente contrassegnati dal tema del sogno, del delirio, dell'irreale. “Macbeth” di William Shakespeare, traduzione di Gianni Garrera, regia Luca De Fusco, protagonisti principali Luca Lazzareschi, Gaia Aprea, Giacinto Palmarini, Claudio Di Palma, Fabio Cocifoglia, Paolo Serra; scene Marta Crisolini Malatesta; costumi Zaira de Vincentiis; luci Gigi Saccomandi; musiche Ran Bagno; installazioni video Alessandro Papa; coreografie Noa Wertheim. A Napoli, Teatro Mercadante, dal 26/10 al 13/11. In tournèe.
La nuova creazione di Cristiana Morganti
Sono passati solo cinque anni dall’inizio del percorso di Cristiana Morganti come solista e coreografa “indipendente” dal Tanztheater Wuppertal Pina Bausch (per il quale è tutt’ora danzatrice ospite) ma l’artista segna al suo attivo già tre creazioni. Si aggiunge ora il nuovo lavoro in cui, a differenza dei due precedenti, Morganti si presenta esclusivamente nei panni di coreografa e regista. Mette in scena due danzatrici fulve, alte, dalla pelle eburnea, simili eppure quasi antitetiche e con loro indaga, con la sua inconfondibile ironia, il tema della rabbia, sentimento ambiguo comunemente inteso come forza distruttrice di cui si dimentica l’enorme potenziale creativo. “A Fury Tale”, con Breanna O’Mara e Anna Fingerhuth il 25 e26/10 al Festival Aperto di Reggio Emilia. Prodotto da il Funaro – Pistoia e Cristiana Morganti, in coproduzione con Festival Aperto Fondazione I Teatri – Reggio Emilia e con AMAT & Civitanova Danza.
Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio
È uno di quei classici del balletto che stanno in cima ai gusti e alle preferenze dei pubblici di ogni Paese. Il balletto più amato di tutto il repertorio classico; quello che ci emoziona anche per le segrete inquietudini che serpeggiano nella storia. Nella bellissima versione di Amedeo Amodio la coreografia è irta di simboli, di avvertimenti, di minacce, di simulacri, di esorcismi, che ci immerge nel più vistoso gioco di trasformazioni e di identificazioni che si moltiplicano in maniera quasi selvaggia. Veloce, incalzante, piena di ritmo, con scene dal taglio rapidissimo. E fantasiosa, raffinata, arguta, nelle scenografie e nei costumi di quel grande artista illustratore che è stato Emanuele Luzzati. Un vero trionfo di colori. Una gioia per gli occhi e per il cuore. “Schiaccianoci”, coreografia e regia Amedeo Amodio, musiche P.I. Cajkovskij, scene e costumi Emanuele Luzzati, teatro d’ombre L’Asina sull’Isola, con Primi ballerini, solisti e corpo di ballo del Balletto Nazionale DCE. Produzione Daniele Cipriani Entertainment. A Perugia, Teatro Morlacchi, il 29 e 30/10.
Il Re Lear di Stefano Sabelli
Una lettura originalissima di uno dei testi più coinvolgenti di Shakespeare incentrata. La nuova versione dell’opera tradotta da Alessandro Serpieri si concentra sulla tematiche legate alla decomposizione della famiglia, alla follia senile e alla caducità di Re e Regni, in cui Lear, stanco Re zingaro, divide il suo Regnoe il suo bel Carro gitano, fra due figlie adulatrici che, come in un concorso di bellezza, si fanno incoronare con civettuolo cinismo Miss di Regioni, ormai divise. Sentenziando che “dal Nulla nasce Nulla”, il vecchio Re, ripudia però la terza figlia, quella più amata, che “nulla” aveva chiesto in dote, rifiutando lo show e le lusinghe interessate delle sorelle. È l’inizio della fine! Tutto si decompone mentre esplodono ritmate fanfare Gipsy che annunciano l’implosione del Regno. “Re Lear” di William Shakespeare, regia di Stefano Sabelli, Compagnia del LOTO, scene Michelangelo Tomaro, costumi Marisa Vecchiarelli, luci Daniele Passeri, e con i musicisti della Riserva MOAC & Bukurosh Balkan Orchestra. A Roma, Teatro dell’Orologio, dal 28/10 al 6/11.