Inverno caldo: Macedonia, Novartis e Turchia

Cresce la tensione nel Paese ellenico. La stagione è tutt’altro che fredda per il governo Tsipras. Che sta giocandosi la sua credibilità nell’affrontare le tensioni con Skopje e Ankara, oltre a un grande scandalo nel campo farmaceutico

Mentre un’ intesa tra l’ex Repubbica jugoslava di Macedonia e la Grecia non è ancora in vista nonostante l’iniziale ottimismo e certi gesti più apparenti che di sostanza da parte di Skopje, come il cambiamento del nome dell’aeroporto da Aeroporto Internazionale Alessandro Magno a Aeroporto Internazionale di Skopje e quello dell’autostrada che collega i due Paesi da Autostrada Alessandro Magno a Autostrada dell’amicizia, un nuovo scandalo finanziario sta travolgendo il mondo politico con conseguenze imprevedibili. Uno scandalo che, secondo il viceministro della Giustizia Dimitris Papangelopoulos è «il più grande scandalo in tutta la storia dello Stato greco». Due ex-premier e più di 8 ex-ministri di Pasok e di Nea Dimokratia avrebbero ricevuto benefici personali per aver permesso alla multinazionale farmaceutica Novartis di vendere i propri prodotti a prezzi estremamente alti a spese dei cittadini e dei fondi sanitari pubblici, per non parlare del marketing aggressivo di Novartis, che ha indotto migliaia di medici e dipendenti pubblici a promuovere i suoi farmaci e a porla in posizione dominante nel settore farmaceutico.

Greece Pharma Scandal

Dalla fine del 2016, degli agenti dell’Fbi operano sul suolo ellenico per incrociare dati e bonifici sospetti, nel quadro di un’inchiesta iniziata nel 2014 dalle autorità statunitensi, mentre nell’aprile dello scorso anno il Parlamento greco aveva votato un ordine del giorno per l’apertura di un’inchiesta su presunti scandali sulla salute pubblica. In totale si parla di tre milliardi di euro. Il procuratore della Corte Suprema ha trasmesso il fascicolo al ministro della Giustizia per le azioni giudiziarie previste dalla legge, mentre la settimana prossima si terrà in Parlamento una sessione alla fine della quale ci sarà un voto su l’eventualità di una inchiesta da parte dello stesso Parlamento. Si prevede una sessione di 25 ore e lo scambio di violente accuse tra governo e opposizione. I politici greci citati smentiscono il loro coinvolgimento e accusano il governo Tsipras di interventi sulla Giustizia e di strumentalizzazioni elettorali.

I problemi non finiscono qui. Le provocazioni turche dell’ultima settimana sono andate oltre i limiti: 138 violazioni dello spazio aereo greco, “guerra di dichiarazioni” da parte turca al punto che il capo dei consiglieri di Erdogan ha dichiarato che «la Grecia è una mosca che si batte con un gigante». Ancora più grave, all’inizio della settimana una pattuglia della guardia costiera di Ankara ha speronato un mezzo dei guardacoste greci nei presi dell’isolotto di Imia, fortunatamente senza feriti, ma solo con danni materiali. Le autorità turche hanno trasmesso il video alla stampa. Dura reazione turca, che ha accusato la Ue di avere «scelto la parte greca». Nello stesso tempo la Turchia ha cominciato le preparazioni per installare una base militare proprio di fronte a Imia, riattivando un osservatorio militare in un altro isolotto vicino a Imia. Inoltre, la marina militare di Ankara blocca le trivellazioni della piattaforma dell’Eni al largo di Cipro con la scusa di esercizi militari.

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