L’Europa attraverso una serie di fondi ordinari destina alla Regione Liguria un finanziamento di oltre 1,7 milioni di euro da destinare a una serie di progetti tutti indirizzati a persone ormai della terza età. Gli ambiti d'interesse sono diversi: si va dall'assistenza sanitaria, alla consulenza legale, fino alle nuove tecnologie. Il progetto Over to Over, rientra nell'ambito del programma di cooperazione marittima Italia-Francia.

L'obiettivo è assistere gli anziani nel corso di queste transazioni e difenderli dalle truffe grazie a convenzioni con agenti immobiliari, finanziarie e associazioni artigiane. Rivolti all'inclusione sociale degli anziani sono i progetti Seacw, per la promozione all'utilizzo di strumenti tecnologici, e Senior Capital, organizzato da Regione e Auser per la valorizzazione dell'esperienza dei pensionati attraverso percorsi di formazione e accompagnamento dei più giovani.

A questi si affianca Doremi, condotto dall'Università di Genova con Fondazione Don Gnocchi e Istituto Chiossone, che si concentra sulla prevenzione di malnutrizione, sedentarietà e declino delle facoltà mentali attraverso il coinvolgimento sociale degli anziani. Sono inoltre previste attività di assistenza alle persone non autosufficienti previsti da Aida, e portato avanti già dal 2011 con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, Mentre, con la collaborazione dell'Università di Genova esistono percorsi di riabilitazione domestica alle persone colpite da ictus.

Questi progetti, rappresentano una risposta concreta alle necessità di una regione con una popolazione di ultra 65enni pari al 27% sul totale degli abitanti, contro una media italiana del 20,12%". «Da qui la necessità, nonostante la crisi, di investire sulla prevenzione che – spiega l’assessore regionale alla salute Montaldo – migliora la qualità della vita e diminuisce i costi del sistema sanitario».

Una novità sarà l’edizione di Fieretà, una fiera dei consumi della terza età che si terrà in ottobre a Santa Margherita. Il messaggio è che gli over 65enni sono consumatori non solo di servizi socio-sanitari, ma anche di attività che riguardano il tempo libero con cui riscoprire competenze e voglia di fare.