Internet: quanto ci ha cambiato la vita?

Oggi si celebra l’Internaut Day – il giorno dell’internauta. Sono infatti passati 25 anni dal giorno in cui nel “lontano” 1991 Tim Berners-Lee pubblicò online il primo Sito Web della storia
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Dal 23 agosto 1991 in cui fu pubblica il primo sito web, di acqua sotto i ponti – o per meglio dire, dentro alla Rete – ne è passata davvero tanta e non è forse troppo esagerato pensare che da quel primo click sia partita una rivoluzione che ha contribuito, se forse non per tutti a cambiare totalmente, sicuramente ad influenzare radicalmente la nostra quotidianità, il modo di relazionarci e di stare al mondo, che è diventato improvvisamente globale.

Oggi infatti usiamo Internet per informarci, per cercare informazioni su un ristorante, un albergo. Sul Web cerchiamo la casa delle vacanze, imparare una nuova ricetta di cucina, cerchiamo la strada da fare per arrivare in un luogo sconosciuto, possiamo interagire con i nipoti che sono in giro per il mondo … la lista sarebbe davvero infinita. Possiamo dirlo, Internet un po’ ci ha cambiato la vita. O per lo meno, combinandosi con altre innovazioni tecnologiche ci ha reso molteplici suoi aspetti più semplici. È come se Internet stia prendendo i molteplici oggetti della nostra scrivania e della nostra vita e li stia assemblando in un unico luogo. Prima con le e-mail, poi con Skype, poi i Social Network, la possibilità di mettersi in contatto con ogni parte del globo istantaneamente ci ha fatto poi prendere confidenza nell’ “online” con distanze fisiche spazio-tempo sempre più ridotte e che ci hanno permesso di vivere una “compresenza”, seppur mediata, che solo qualche anno prima sarebbe sembrata fantascienza.

Online o offline?

Oggi parlare di Internet – e più in generale di digitale – per tanti significa identificarlo con i Social Network, che hanno indubbiamente contribuito a mettere in rilievo una dicotomia, quella tra “online” e “offline” che, nonostante ancora per tanti l’“online” rappresenti una forma di realtà impoverita, si va sempre più assottigliando verso un unico ambiente che ci contiene, non solo attraverso i nostri dati, ma anche attraverso le nostre relazioni. Un luogo dove dove bisogna imparare a stare e muoversi e dove se non riusciamo ad essere “noi stessi”, la colpa non è solo dell’ambiente (che certo non può essere neutro), ma anche nostra, perché le relazioni sono a rischio di superficialità anche nella vita reale. Nel 2013 Benedetto XVI definì i Social Network  (e pensiamolo riferito ad Internet) come “porta”, quell’elemento degli ambienti che se da una parte identifica il segno di discontinuità, dall’altra rappresenta anche il segno tangibile della loro unità.

 

Esiste un divario digitale generazionale?

Per chi l’ha vista nascere e ci si è trovato immerso dentro, la rivoluzione di Internet è avanzata in modo talmente rapido ed esponenziale da non dare il tempo necessario di metabolizzarla e capirla.  Così si è incominciato a parlare di un presunto divario digitale generazione, dato dalla differente capacità di comprenderne significati e logiche di questo nuovo ambiente che ha portato alla definizione di “immigrati e tardivi digitali” da una parte e “nativi digitali” dall’altra. Nonostante aiutino ad identificare genericamente una diversa modalità di approccio, sono queste definizioni poco corrette. E che non aiutano a far sì che il senso di inadeguatezza possa invece diventare terreno ed occasione di scambio, nel quale ciascuno ha qualcosa da insegnare all’altro.

Diventare cittadini digitali

Come ogni strumento, anche Internet diventa negativo quando siamo noi ad utilizzarlo in maniera errata. Lo penso ricordando che l’“amica del cuore” dell’adolescenza, pur facendo parte dello stesso ambiente l’ho conosciuta prima online e poi “realmente”, lo penso quando vedo utilizzare Facebook come il peggior sfogatoio pubblico.

Oggi prescindere da Internet diventa sempre più difficile. Per questo è importante essere consapevoli che è necessario educare il nostro approccio al Web e ai suoi strumenti, anche se siamo nati “con Internet in mano”. Solo così potremo diventare realmente “cittadini” consapevoli di questo ambiente che ha preso il via 25 anni fa e che forse nessuno poteva immaginare avrebbe rivoluzionato così tanto la nostra vita.

“Internet delle cose”

E che continuerà a rivoluzionare, se pensiamo che la sfida attuale è quella dell’ “Internet of Things”, l’Internet delle cose, dove gli oggetti che indossiamo e con cui siamo abituati ad interagire quotidianamente saranno in grado di interagire loro stessi con Internet, per diventare strumenti di monitoraggio e controllo.

E a voi, se e come Internet sta cambiando la vita?

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