Internet la pace viaggia on line

Peacereporter è un giornale on line, in ben dieci lingue, e un agenzia di servizi editoriali che ha come scopo quello di diffondere una cultura di pace e di rispetto dei diritti umani. Nato da una idea dell’agenzia giornalistica Misna (Missionary Service News Agency) e della associazione umanitaria Emergency, che sono garanti della cooperativa editrice, www.peacereporter.net si avvale di numerosi corrispondenti distribuiti nel nord e nel sud del mondo. Si tratta di operatori di organizzazioni non governative, di religiosi di ogni credo, di cooperatori, di personale diplomatico ed esponenti della società civile che sostenendo Peacereporter raccontano luoghi in cui non arriva il giornalismo tradizionale. Nel sito si trovano, oltre ad una triste ed interminabile mappatura delle guerre nel mondo, a dossier ed interviste, a schede aggiornate e testimonianze, molte esperienze concrete e riuscite di alternative all’uso della forza, del micidiale strumento della guerra. Esperienze che risolvono i problemi che la guerra invece aggrava. Interessante in questo senso l’attenzione rivolta alle buone nuove, un raccoglitore di eventi positivi e costruttivi, sostenuto dalla volontà di costruire, con i lettori, una società di pace, evitando semplificazioni, o peggio distorsioni dei fatti. Anche i frequentatori del sito possono contribuire progetto di Peacereporter, sottoscrivendo l’appello lanciato in rete, aiutando a fare crescere quella cultura di pace che è ancora oggi troppo poco diffusa. PENA CAPITALE In Birmania anche ai giornalisti sportivi Capita a volte, scrivendo di sport, di suscitare le critiche di qualche tifoso acceso che non vede riconosciuti, nelle tue cartelle, i meriti della propria squadra. Ma non si era mai saputo niente di simile a ciò di cui è rimasto vittima Zaw Thet Htwe, direttore di First Eleven, il più diffuso, 50 mila copie, periodico sportivo della Birmania, oggi Myanmar. Come segnala il sito www.rsf.org di Reporter senza frontiere, il giornalista è in carcere speciale dal 28 novembre scorso, da quando, con un processo sommario a porte chiuse, è stato condannato a morte con l’accusa di aver complottato contro il governo. L’accusa prende spunto da due reportage del quotidiano: il primo rivelava che un club calcistico birmano era stato multato per non essersi presentato in campo ad un incontro per la Coppa dei campioni d’Asia, un fatto che non gettava una luce positiva sulle cose del paese. Il secondo sollevava qualche dubbio sul destino compiuto dal denaro di una grossa donazione internazionale finalizzata a promuovere, a livello giovanile, il calcio, sport amatissimo nel paese. Il regime, che usa lo sport, come ogni dittatura, come propaganda, non ha gradito. Parlare di uno sport ancora capace di ideali sta per costargli la vita: da noi costa molto meno, ma spesso se ne perdono le occasioni. IN LIBRERIA/1 Il volto delle parole Ezio Raimondi, noto uomo di cultura, già docente universitario, ci offre in questo volume (il Mulino, pp. 228, euro 18,00) uno stato generale della critica letteraria in un contesto mediatico profondamente mutato rispetto anche solo rispetto a qualche anno fa, e in un panorama letterario da una parte sempre più ampio, ma dall’altra sempre meno selezionato. Chi ci capisce qualcosa, ormai? Attraverso un percorso originale, che associa figure diverse della storia della critica letteraria, Raimondi arriva a tracciare una prospettiva europea che dialoga tra passato e presente. (m.z.) IN LIBRERIA/2 Tecnologie dell’informazione Con il sottotitolo Mercato, società, cultura, Ippolito Spadafora ci conduce alla scoperta di quel mercato dell’informazione che già ci appare sconfinato, ma che in futuro sarà immensamente più vasto. E ciò perché la tecnologia offre strumenti informatici sempre più sofisticati e potenti, atti a trattare e sel e z i o n a l e moli impressionanti di dati e notizie. Ne emerge la convinzione che, parallelamente alla crescita della dimensione tecnologica dell’informazione, serve la crescita di uomini atti a gestirla con coscienza e responsabilità. L’autore parla addirittura della necessita di un umanesimo nuovo.( m.z.) a cura di Paolo Crepaz netone@cittanuova.it

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