Internet Cafè

Viene dopo il tiggì di mezzanotte. Un orario quasi umiliante per un qualsiasi volto noto della tv. Andrea Pezzi ha accettato la sfida (innanzitutto con sé stesso). E la sta vincendo alla grande. È una storia che merita d’essere raccontata quella dell’ex adorato vj della Mtv generation. C’è stato un tempo in cui Pezzi era un mezzo semidio per i teenager italiani. A Mtv era una icona, milioni di ragazzine pendevano dalle sue labbra. E non era solo bello. Già allora Pezzi mostrava d’avere telegenìa ma anche testa. D’altronde aveva in tasca una laurea in filosofia. Poi dopo il boom, l’implosione. Sparito. Dopo averlo intervistato più volte in passato, mi capitò di cercarlo nei primi mesi del silenzio. Mi serviva un vip tuttologo. Fu molto cortese e mi disse parole che mi spiazzarono e di cui allora non capii il senso. “Mi dispiace, ho deciso di farmi da parte, di non parlare più con i giornalisti per un po’, di stare da solo. Ne ho bisogno. Fra un anno ci risentiamo”. In quel momento nulla si sapeva dei progetti di Pezzi. Adesso guardando Internet cafè abbiamo capito: la crisalide è diventata farfalla. Pezzi è un altro. Anzi è lo stesso di prima, ma molto più maturo professionalmente e umanamente. Si è messo in discussione, e per farlo ha accettato l’orario che lo rende di fatto invisibile. Nel cantiere del suo salotto tecnologico ha messo a punto la rinascita. Pezzi è il barista curioso che con un taglio surreale intervista personaggi- avventori di varia natura. Ne viene fuori un talk show diverso, sempre stimolante. L’occhio più attento è per l’information tecnology ma poi il programma si occupa delle questioni più varie, anche le più delicate: una volta si è spinto a parlare addirittura di lebbra. Con lui alcuni ragazzi che navigano su Internet e un ospite a puntata che racconta esperienze eccezionali e chisseneimporta se non è famoso. L’orario concede libertà, e qualche volta si esagera con i frizzi e i lazzi. Ma al di là delle forma, il programma è sostanza. Il bell’Andrea, a proposito della sua nuova esperienza, ha detto: “Mi metto nei panni di chi vuol capire, mi faccio domande sull’etica. Chi è profeta solo di consumismo, leggerezza estrema, giovanilismo è destinato a scomparire”. E ancora: “La tv non è il mio giorno di festa. Non ho bisogno di lei per avere un attestato di esistenza. Ho altri pensieri”. Chapeau.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons