Intercultura: Tutti diversi,tutti uguali
Entrando in classe, un giorno, Nicola mi informa di non volere più come compagna di banco Ding Li, una ragazzina appena arrivata dalla Cina (…). Nei giorni successivi la richiesta si ripete, finché, seccata, comincio la solita tiritera sul fatto che bisogna imparare a stare con tutti, adattarsi alle diverse personalità dei compagni, e così via. Ma guardi che il problema non ce l’ho io – mi contesta Nicola -, è Ding Li che non vuole stare con me e, con tranquillità, si gira verso la compagna e, piano, senza alterazioni nella voce, le rivolge un imperturbabile Buh!. Gli altri ridacchiano, anche Ding Li sorride, ha capito lo scherzo innocuo, ma nello stesso tempo si ritrae sul lato del banco opposto a Nicola, fino all’ultimo centimetro disponibile della sua sedia. Sembra una minuta bambolina di porcellana fragile. Allora ho capito. Il problema in effetti non era il ragazzo italiano.Ho capito che anche gli stranieri arrivavano con un bagaglio di idee e atteggiamenti preconcetti e io, l’insegnante, a mia volta reagivo con il pregiudizio, convinta che fossero gli allievi italiani ad allontanare l’elemento diverso, estraneo. Quest’episodio, accaduto nella scuola media statale Casteller di Paese (Treviso), ha un suo epilogo a lieto fine. Ding Li, col trascorrere dei mesi, si è inserita molto bene nella vita della classe. Il suo disagio, manifestato in vari modi, è stato una spia per le insegnanti. È nato un progetto, Tutti diversi, tutti uguali, allo scopo di favorire il coinvolgimento dei minori stranieri in attività di accoglienza, socializzazione, nel rispetto della cultura del Paese d’origine. La Sinnos ha pubblicato i componimenti dei ragazzi cinesi, a volte divertenti, altre amari e pungenti, che colgono aspetti spesso ignorati della fatica di crescere in un paese straniero. Il titolo viene proprio da uno di questi scritti: In Cina non serve lavare i piatti, nota un tredicenne che, evidentemente, nel suo Paese aveva parenti adulti che si prendevano cura di questa incombenza quotidiana. PRODOTTI NATURALI Un pastore, un gregge Riceviamo e volentieri pubblichiamo: Sono un pastore sardo. Negli ultimi anni, per noi pastori la vita è diventata sempre più dura, in quanto il deprezzamento del latte e la concorrenza degli altri Paesi a prezzi stracciati ci porta a lavorare per un pareggio dei costi dell’attività. Questo è il lavoro che faccio da trent’anni con un gregge di cento pecore munte a mano con grande passione e dedizione. È per me difficile trovare un’altra strada, avendo anche una famiglia che amo e che devo mantenere. Assieme a mia moglie e ai miei quattro figli abbiamo avuto un’idea: quella di far allevare a distanza una pecora e far ricevere i prodotti della nostra fattoria sarda (mirto, miele, formaggio, ecc…). Questo è per noi un modo per valorizzare i prodotti che la natura ci dà in un territorio incontaminato al centro della Sardegna. Abbiamo creato un sito: www.sardiniafarm.com, in cui è possibile avere tutte le informazioni su questo progetto. Vi ringrazio tanto della collaborazione per poter dare visibilità al progetto e rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Emilio Concas. Per contatti diretti: 3297648330 3203595743.