Innocenzo X e Pio XII: la solitudine dei papi
La retrospettiva sull’ artista di origine irlandese, Francis Bacon, indaga 80 capolavori in relazione con la tradizione dei più grandi maestri francesi, spagnoli, italiani e olandesi, Poussin, Soutin, Degas, Rembrandt, Rodin, El Greco, Zumbaran, Goya, Picasso, Michelangelo, Giacometti e Van Gogh.
La figura umana è il cuore di molte sue composizioni che riflettono una veduta esistenzialista dell’individuo e rimandano agli studi di Rodin e di Michelangelo. Francis Bacon predilige figure isolate nel quotidiano. Le trasforma in forme quasi animalesche. Reinventa il ritratto. Mette in scena dramma e solitudine. L’influenza della cultura spagnola avviene tramite Picasso e la poetica cubista, scoperta nel 1927 alla Galleria Rosenberg di Parigi.
Francis Bacon non ha mai visto il ritratto di papa Innocenzo X dello spagnolo Velazquez, se non in foto, a partire dagli anni ’40. “Penso sia uno dei più grandi ritratti che Velazquez abbia fatto, -osserva Francis Bacon -. Sono diventato ossessionato da questo. Ho comprato libri dopo libri per avere la foto del Ritratto di Papa Innocenzo X di Velazquez perché mi perseguita e mi apre a tutte le sorte di sentimenti e aree d’ immaginazione”. Diego Velazquez dipinge questo lavoro nel 1650 e viene ad ossessionare non solo Bacon, ma anche altri intellettuali a lui contemporanei.
Francis Bacon isola i suoi Screaming Pope in gabbie o in cubi, come nelle foto di Eadweard Muybridge nel dinamismo verticale dell’effetto schuttering e delle fitte righe. L’ ossessione dei suoi Screaming Popes, dipinti in 50 varianti, ritratti nella sofferenza estrema si radica nel suo personale percorso formativo. Da adolescente rimane colpito dal “Massacro degli Innocenti” di Poussin a Chantilly e dal film di Sergej Eisenstein, “La Corrazzata Potemkin”.
La predilezione di Bacon per Velazquez si riflette nella composizione dell’immagine del pontefice, trasformata in differenti modi. In alcuni di questi è forte la citazione de “La Corazzata Potemkin”, della sofferenza espressa dalla faccia scomposta della “balia urlante”. In altri, la figura è circondata da parti di animalI macellatI in una chiara allusione al pittore biellorusso Chaim Soutin. In altri ancora, le ferite che Bacon porta impresse della II guerra mondiale, gli fanno sovrapporre l’immagine di Innocenzo X a quella di Pio XII.
Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, nonostante le relazioni controverse con i Tedeschi Nazisti, è nominato Defensor Civitatis e Defensor Urbis, per essere rimasto solo a Roma, a seguito della fuga dei Savoia nel ’43 sino all’ arrivo degli alleati nel ’44 e per essersi adoperato nell’ evitare il più possibile gli orrori della seconda guerra mondiale. L’ 8 settembre 1941 Pio XII offre asilo politico presso la Santa Sede a molti esponenti politici antifascisti, tra cui Alcide De Gasperi e Pietro Nenni, appellandosi al fatto che la Città del Vaticano è uno stato sovrano. I tedeschi non rispettano l’extra- territorialità di alcune aree di Roma di competenza della Santa Sede. Nell’ inverno del ’43 fanno irruzione nella Basilica di San Paolo fuori le mura e arrestano i rifugiati. Hitler progetta da tempo un piano segreto per l’occupazione del Vaticano e l’arresto di Pio XII, giudicato un ostacolo dal dittatore fascista. I Nazisti organizzano la “rappresaglia contro gli ebrei romani” per fare un affronto alla persona di Papa Pacelli.
Bacon preferisce ritrarre Pio XII come l’Innocenzo X di Velazquez, un uomo isolato. L’ intenzione di Francis Bacon è il rivelare il lato più nero della condizione umana. De Gregori gli dedica una strofa in San Lorenzo: “E in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali sembrava un angelo con gli occhiali”. De Gregori ricorda Pio XII quando il 20 luglio 1943, si reca nei quartieri bombardati, spalanca le braccia e recita il salmo De Profundis. Nel 2012 il direttore del Museo dell’Olocausto Avner Shalev modifica, a favore di Pio XII, la didascalia della sua fotoche definiva controverso il suo comportamento nei confronti dello sterminio degli ebrei.
Francis Bacon. From Picasso to Velazsquez, Bilbao, Guggenheim Museum, 30 settembre2016 – 8 gennaio 2017.