Influenza 2008
Ogni volta che si verificano bruschi cambiamenti della temperatura, come è avvenuto a metà settembre, i virus parainfluenzali provocano malattie delle prime vie respiratorie. Non si tratta però dell’influenza, infezione respiratoria acuta, di origine virale, molto contagiosa e trasmissibile per via aerea. Questa si distingue dalle altre per il suo andamento tipicamente stagionale che, in Italia, avviene tra dicembre e marzo. Nei confronti di questa infezione, più grave delle forme parainfluenzali, è consigliata la vaccinazione che stimola la produzione di anticorpi, in grado di contrastare gli attacchi del virus. È unanimemente riconosciuto che la prevenzione dell’influenza è la più importante misura di sanità pubblica, a condizione che sia generalizzata a tutta la popolazione: quando ciò avviene protegge nel 50-80 per cento dei casi. Per quest’anno sono previsti 7500-8500 decessi, nella maggior parte dei casi di anziani ultrasessantacinquenni. Una cifra superiore a quella degli incidenti stradali, che fanno notizia perché riportati dai telegiornali, mentre la morte degli anziani rimane in famiglia o nei luoghi di ricovero, spesso nella solitudine. È anche noto che i maggiori diffusori del virus sono i bambini e gli adolescenti sani che lo esportano dalle scuole, o dai luoghi di lavoro in casa. Seguono gli operatori sanitari, gli impiegati dei ministeri, i lavoratori di grandi fabbriche, i militari, i religiosi che vivono in comunità. È così che l’influenza si trasmette ai nonni ultrasessantacinquenni. Ne deriva che gli anziani, i malati gravi spesso domiciliati dall’attuale sistema dei ricoveri ospedalieri, sono protetti nella misura in cui la vaccinazione riguarda la maggioranza della popolazione. Evitare la perdita di giornate di scuola o lavorative è inoltre un vantaggio economico per la società, in un momento di evidente difficoltà economica. Questa forma di prevenzione è consigliata a tutti ma specialmente ai soggetti con malattie croniche dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, ai diabetici, ai malati oncologici. Poiché si tratta di persone che rischiano complicanze molto gravi, lo Stato eroga per costoro il vaccino gratuitamente. La vaccinazione può essere effettuata nell’ambulatorio del proprio medico di base, o presso le Aziende sanitarie locali. Noi raccomandiamo la vaccinazione anche a coloro per i quali non è previsto l’onere a carico dello Stato perché, come ricordato sopra, più persone si vaccinano, più la protezione raggiunge l’80 per cento della popolazione. Si consiglia di praticarla tra ottobre e metà novembre, perché occorrono almeno due settimane per avere una risposta anticorpale adeguata. I tre vaccini in commercio sono praticamente ugualmente efficaci. CONTRO LA CELIACHIA Una pillola e un vaccino per sconfiggere il mal di pane. È la novità presentata di recente al congresso internazionale di Genova sulla celiachia, un disturbo di cui soffrono in Italia 75 mila persone. Si tratta di una sperimentazione in corso che sta dando buoni esiti e che dovrebbe concludersi entro un paio d’anni. In particolare sembra risultare efficace la pillola, da inghiottire prima del pasto, che impedirebbe al sistema immunitario di entrare in contatto con il glutine, prevenendo l’infiammazione e i danni dell’intestino. La strada per il vaccino, invece, è ancora lunga. Il padre di questa cura è Alessio Fasano, uno scienziato di Salerno che attualmente dirige il Centro di ricerca sulla celiachia dell’università del Maryland a Baltimora.