Influencer asiatici più potenti di quelli europei?
Ci sono virus pericolosi, subdoli e devastanti quanto e più del coronavirus, che investono la nostra vita senza che ce ne accorgiamo. Mi riferisco ad alcune grandi corporations e ad agenzie che agiscono a livello mondiale, usando i canali Instagram, YouTube, Netflix, Wikipedia, Amazon ed altri, per influenzare tendenze, opinioni e scelte. E questo non solo in campo commerciale ma anche nell’ambito di scelte sociali, elettorali, private e perfino morali. I video che ci vengono offerti contengono spesso precisi messaggi, paure ed ansie che ci inducono inconsapevolmente ad entrare nel branco, rendendoci innocui e governabili.
Il web è pieno di messaggi di tendenza che, se non stiamo attenti, ci guidano verso opinioni che non erano tra le nostre priorità o addirittura vanno contro le nostre convinzioni e perfino contro il nostro credo religioso. Ma la cosa peggiore è che, se non siamo vigilanti, non ci accorgiamo di tutto questo. È semplicemente un tipo di virus che entra dentro di noi video dopo video, notizia dopo notizia: ci vuole una mente attenta, critica, abituata a discernere ciò che ha valore da ciò che non lo ha. Ci vuole soprattutto sforzo per comprendere e la sana fatica di documentarsi e studiare, per individuare e controbattere certe opinioni e tendenze di scarso valore se non dannose. In termini culturali, si parla della fatica di conoscere e discernere, un impegno di cui la cultura europea è permeata da secoli. E questo ha un valore inestimabile! È molto più facile seguire una tendenza che andare contro corrente.
Ryan Sng, un famoso editorialista del South China Morning Post, in un articolo del 1° settembre scrive ampiamente su queste tendenze. Anche la giornalista Elissa Twigg, sulla stessa testata, spiega molto bene quanto gli influencer asiatici siano più potenti sul mercato dei loro colleghi europei. La ragione secondo loro? In Asia siamo già nel futuro riguardo alla tecnologia e per quanto riguarda gli acquisti online: praticamente si è scavalcata la primitiva pagina web di un’azienda e si usano direttamente le chat ed i social media, interconnessi tra loro, per presentare un prodotto, un’idea, una tendenza, collegandoli con un messaggio video, con foto scattate in varie parti del mondo, e al tempo stesso con inserendo tutto su chat di TikTok, Instagram e la famosa WeChat. Sequenze velocissime, interconnesse, che riducono la capacità critica del povero consumatore e la sua valutazione rendendo difficile rifiutare il messaggio.
In Cina, in questo modo, le vendite online hanno avuto un’impennata, come anche i guadagni degli influencer collegati a certe vendite, ed i “like” sono oggi nell’ordine di milioni. In Usa, WeChat, che rappresenta la base di business più sviluppata per il mercato cinese, ha raggiunto una diffusione che fa paura, anche a chi governa. WeChat ha sorpassato, di gran lunga tutte le chat e le piattaforme occidentali, che sembrano ormai delle tartarughe rispetto ad una lepre in piena corsa.
Il business si muove sui social media e le idee stesse viaggiano a velocità supersonica per mezzo delle chat.
E le coscienze dei cittadini? Come viene informato lo spazio interiore dove la persona valuta, pondera, decide e dialoga con se stesso e con gli altri? Beh, in questo, mi permetto di dire, in Europa la coscienza è molto più avanzata e potente che in Asia. Siamo abituati a dialogare su quanto ci viene detto e proposto, e a pensare con la nostra coscienza su quanto dobbiamo decidere per la nostra vita e per fare le nostre scelte. Basta vedere l’arena politica di casa nostra: il dibattito politico e democratico europeo è irraggiungibile in altre parti del mondo, dove si è costretti da media e chat, o con la forza, ad avere un’unica tendenza, in pratica a non pensare ma a “consumare” il più in fretta possibile, seguendo la massa, rimanendo nel branco. In Europa siamo veramente delle tartarughe di fronte agli asiatici, ma custodiamo una grande capacità critica e di valutazione. È la nostra forza e la nostra eredità, che possiamo e forse dobbiamo offrire. Togliamo la spina a Ava Gram e Liam Nikuto e recuperiamo mente e cultura!