Indonesia, l’ennesimo devastante terremoto
Gli amici indonesiani mi hanno spesso invitato a visitare il loro magnifico Paese, con una frase che suona come una sfida: “Vieni in Indonesia e prenditi un’isola tutta per te”. Ogni volta mi hanno molto incuriosito. Una cosa è certa: nessuno è a conoscenza di quante isole appartengano all’arcipelago indonesiano. Secondo il decreto nazionale del 1996 che elenca le terre appartenenti alla Repubblica Indonsiana le isole sarebbero 17.508. Ma da qui in poi, inizia il girotondo delle notizie: per l’Istituto Nazionale di Ricerca e di Mappatura del Territorio sarebbero 13.466. Se il conteggio è invece fatto dall’Istituto Nazionale Aeronautico e Spaziale le isole sarebbero 18.307. Nessuno si trova insomma d’accodo nell’elencare il numero esatto delle terre emerse.
Le discrepanze sarebbe dovute alla conta di svariati piccoli isolotti che compaiono e scompaiono con l’alta o la bassa marea. Il Governo Indonesiano ha recentemente affermato che 8.844 isole hanno un nome proprio e 922 sono disabitate in modo permanente. Mentre secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite degli Esperti di Nomi Geografici (UNGEGN), sarebbero ben 16.671 le isole con un nome verificato. Un altro fattore, come un amico indonesiano mi ha confidato, è dato dal fatto che i continui terremoti di forte intensità, fanno sì che diverse terre appaiano dal mare, e che poi anche spariscano.
Il terremoto della settimana scorsa ha avuto conseguenze devastanti: il bilancio delle vittime accertate del sisma che ha colpito l’isola indonesiana di Giava è per ora di 321. Ma il capo dell’Agenzia Nazionale per la Gestione dei disastri, Suharyanto, ha detto che i soccorritori hanno trovato altri tre corpi domenica 27, dopo gli otto trovati il giorno precedente. Presto riprenderanno le ricerche, tempo permettendo, concentrandosi sulle aree in cui si ritiene siano stati sepolti molti dei dispersi. La cosa impressionante è la caratteristica di questo tipo di terremoto: la terra viene in pratica liquefatta dalla scossa. È una delle caratteristiche dei terremoti in Indonesia, che sono caratterizzati da una forza particolarmente devastante: “La terra si alza e si abbassa come se fosse acqua” dicono i superstiti, lasciando un senso di impotenza e di paura del futuro che non si cancella più dalla mente.
Sono migliaia le case danneggiate e le persone sfollate dal terremoto (magnitudo 5,6) che ha colpito, la settimana scorsa, la regione altamente popolata di Cianjur, nella provincia di Giava occidentale. Si stima che il sisma abbia colpito circa 62.000 case facendo sfollare più di 73 mila residenti.
“Gli operatori umanitari stanno gradualmente raggiungendo i residenti colpiti nei villaggi più remoti con forniture logistiche e alimentari, e stanno montando tende per loro”, ha detto Suharyanto. E tra le vittime ci sono molti bambini. Sebbene la magnitudo del terremoto di per sé avrebbe dovuto causare danni abbastanza leggeri, gli esperti hanno affermato che la vicinanza delle linee di faglia, la scarsa profondità dell’epicentro e le infrastrutture inadeguate a resistere ai terremoti hanno contribuito a causare invece danni ingenti.
Gli esperti che monitorano l’attività sismica hanno dichiarato che dopo la scossa principale di lunedì 21 novembre si sono verificate 284 scosse di assestamento, di intensità via via minore. Ma tutti questi danni catastrofici si sono verificati nonostante la magnitudo di 5,6, che, di per sè “non è un terremoto enorme”, ha spiegato Susan Hough, sismologa del Servizio geologico degli Stati Uniti, ma “ci sono molte faglie che possono indurre un terremoto (a diventare) così grande”.
L’Indonesia non è nuova a terremoti di queste dimensioni: si trova infatti nel cosiddetto “Anello di fuoco dell’Oceano Pacifico”, dove diverse placche tettoniche si scontrano. Quando le placche tettoniche si scontrano la pressione può aumentare parecchio. Un terremoto si verifica quando gli strati rocciosi si rompono o scivolano l’uno sull’altro, rilasciando una forte energia che scuote la superficie e da l’impressione, a chi osserva il sisma da una certa distanza, che la terra si muova come se fosse liquida! Guardando alla lista dei terremoti conosciuti (centinaia) dal XVII secolo fino ad oggi, passa un lungo brivido di paura lungo la schiena. Ed ecco forse perchè, fino ad oggi, il sogno di possedere un’isola tutta e solo per me, in Indonesia, non si è ancora realizzato. Temo che rimarrà ancora per un po’ una sfida aperta per me, ed un sogno nel cassetto dei miei amici!
Ma loro, gli indonesiani, sono avvezzi ai terremoti e sorridono delle mie esitazioni. Intanto preghiamo per le vittime e per gli sfollati. Questo Natale 2022 sarà davvero difficile: festività segnate da tante grida che si levano da troppi punti sulla Terra. Speriamo con tutto il cuore nella solidarietà di molti.
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