“Indietro nel tempo”
Raidue, ogni venerdì, ore 17.15. La macchina del tempo si è rimessa in moto e adesso punta ad insegnare la storia ai più piccoli. È uno dei grandi sogni dell’uomo: ritrovarsi nel mondo che fu a contatto con Cleopatra, a bordo di una caravella di Colombo o nella reggia di Versailles per scambiare due chiacchiere con il Re Sole. Il cinema (da Ritorno al futuro a Non ci resta che piangere) ha abbondantemente saccheggiato il genere e altrettanto fa la pubblicità dove si sprecano gli spot in ci viene mostrato un Dante adolescente a caccia di versi o un Leonardo da Vinci in erba goloso di tagliatelle. Nel gioco dei rimandi e delle commistioni tra presente e passato c’era però ancora uno spazio che poteva essere giocato per fini pedagogici. Lo ha individuato Indietro nel tempo, docu-fiction in sei puntate diretto da Fernando Muraca. Tutto parte dal gioco impertinente di due ragazzini che si rincorrono tra le rovine dei Fori. Seguendo le tracce di un gladiatore che si fa ritrarre con i turisti davanti al Colosseo, i nostri giovani eroi finiscono in un cunicolo segreto che li porta nel cuore della Roma di due millenni fa. Da allora in avanti seguiamo con i loro occhi sorpresi, dalla loro prospettiva di teenager del 2003 a digiuno di storia, l’animazione di un mercato, la vivacità del Foro ai tempi di Cicerone, la vita di una legione di centurioni, la concitazione della vita politica nelle aule del Senato. La cura nella ricerca storiografica è quella dei documentari in stile Quark, gli abiti e le scenografie sono quelli dei buoni film in costume, lo sviluppo della trama ricalca il classico tracciato del film adolescenziale con l’espediente del viaggio-avventura al termine del quale i protagonisti under 14 tornano più adulti e più maturi di come sono partiti. Il linguaggio evita le complicazioni e le difficoltà dei testi scolastici ed invece è diretto, piano, capace di catturare l’attenzione anche di chi storce il naso quando la prof spiega la lezione. In primo piano c’è la storia sociale, quella che con più difficoltà viene insegnata nelle aule dove invece prevalgono le vicende di guerra e le gesta degli imperatori. Indietro nel tempo racconta cosa mangiavano i nostri antenati, descrive il rito del taglio della prima barba dei giovani romani, stuzzica la curiosità raccontando i giochi dell’età imperiale, ma si spinge anche nei sobborghi mostrando la vita dei poveri e dei barboni di duemila anni fa, l’altra faccia delle vittorie eclatanti delle armate e dello splendore accecante dei marmi. In realtà questa produzione Lux Vide sembra prendere le mosse da una semplice calcolo di ottimizzazione dei costi. Dopo Augusto la casa di Bernabei è infatti impegnata nel grande sforzo di rilanciare il kolossal ambientato ai tempi dei gladiatori. È stato ricostruito per intero e con molta verosimiglianza uno spaccato di Roma ai tempi d’oro nel bel mezzo del deserto. Per sfruttare al massimo i grandiosi allestimenti si è pensato allora di girare anche questo documentario per ragazzi con il piglio di un film a puntate. Grazie anche alla bellezza dei set, Indietro nel tempo risulta alla fine un vivace strumento didattico, utile ad insegnare senza tediare.