India, Simposio indù-cristiano
Durante la sua permanenza Chiara aveva annotato sul suo diario: “La parte più interessante è stata però al tè, dove la signora Minoti ci accoglie dicendo: ‘Avevo sempre sognato questo momento, come lo aveva sognato mio marito per tanti anni!’. Io avverto un’atmosfera particolare. Si sente la presenza di Dio in quel luogo. Il discorso va poi su come continuare i nostri rapporti. Vinu propone un dialogo per conoscersi tra Focolare e Shanti Ashram, per ‘esplorare i nostri fondamenti spirituali, poi potremo avviare, sulla nostra unità, azioni e progetti comuni’. Più tardi aggiunge che il dialogo dovrebbe avvenire anche con il movimento gandhiano” [1].
Lo stesso giorno aveva scritto riguardo all’incontro avuto con la professoressa Kala Acharya: “Ieri, giorno dell’Epifania, ho avuto un incontro un po’ speciale, forse con una creatura non senza un disegno di Dio, Kala Acharya, direttrice di un Istituto universitario di cultura e ricerca a Bombay. Colta, ha approfondito il dialogo indù-cristiano, conosce bene il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ed è stata ricevuta due volte personalmente da Giovanni Paolo II. Entrando nel salottino ha subito detto che si sente benedetta…: ‘ È l’amore di Dio che viene a me. Lavorerò su qualsiasi linea mi darai. È una promessa!’”[2].
In questi dieci anni si sono susseguite una serie di iniziative che potrebbero essere definite come la realizzazione delle parole della professoressa Shobada Joshi: “Chiara è venuta in India e ci siamo incontrati. Da quel momento sentiamo di aver camminato insieme mentre Dio ci suggeriva qualcosa. Dobbiamo ascoltare la sua voce, la voce divina”. Anche la dottoressa Vinu Aram ha espresso l’essenza del nostro dialogo quando ha affermato che il nostro è stato “un incontro di cuori. Mano nella mano lavoriamo per costruire la pace nel mondo”.
Iniziative ed attività
Dal giugno 2002, si sono tenuti tre simposi, una quindicina di tavole rotonde con vari gruppi del Movimento Sarvodaya del Tamil Nadu. Entrambe ci hanno offerto la possibilità di andare alla radice delle spiritualità che viviamo. A cominciare da Dio, come Padre, si sono approfondite le nostre radici a livello spirituale attraverso il comandamento dell’amore, l’unità, il mistero della sofferenza, l’impegno nel realizzare la volontà di Dio. Abbiamo scoperto le ricchezze dell’altro e ringraziato Dio per il dono fatto attraverso di lui al genere umano.
Inoltre, abbiamo tenuto diverse conferenze che hanno attraversato vari temi: dall’economia alla mistica, dalla politica alla religione. Abbiamo sviluppato anche delle iniziative a livello di base, specialmente nelle zone rurali del Tamil Na-du. Infine, abbiamo promosso degli eventi per la formazione alla pace e alla fratellanza universale delle giovani generazioni: l’“Hiroshima Day” il “Run4unity” annuale, la “Settimana per Artisti in Unità”. Il culmine è stato il “Supercongresso”, un evento per teen-ager che ha raccolto circa 1000 giovani di diversi continenti e che ha fatto vedere come le barriere etniche, culturali e religiose possono essere superate attraverso un dialogo fecondo.
I primi tre Simposi
Il primo Simposio, svoltosi a Castel Gandolfo (Roma), ha portato qualcosa di nuovo nel cuore del Movimento dei Focolari che, fino a quel momento, non aveva mai tenuto iniziative accademiche come quella proposta a Chiara dalla professoressa Kala Acharya e da altri accademici indù. Il titolo del convegno era: “Bhakti –
Alcune delle impressioni dei partecipanti esprimono chiaramente il valore dell’esperienza."Mi sono resa conto che la via proposta da Chiara è quella dell’amore, dell’unione con Dio nell’amore, vale a dire ‘praema-yoga’. Ma Chiara non vuole che ci limitiamo all’amore di Dio e all’essere uniti solo a Lui. Ci chiede di partecipare questo amore ai fratelli, servendoli. Per questo la sua via la definerei ‘praema-yoga’: unità nell’amore” (prof. Kala Acharya).
“Chiara ha messo in evidenza certi elementi, come la paternità di Dio e la fratellanza degli uomini… La risposta offerta dalla Prof. Kala Acharya è stata perfettamente intonata a quanto detto da Chiara. Dobbiamo avere solo la volontà ed il coraggio di approfondire le nostre Scritture per individuare i punti comuni e viverli pienamente”. (card. Ivan Dias)
“Al livello spirituale più alto non esistono barriere di religione. Il linguaggio della mistica è lo stesso, a qualsiasi fede appartenga. Oggi abbiamo avuto una mistica che ci ha messo a parte delle sue profonde esperienze”. (dr. Somaiya).
“Ho ascoltato Chiara dal punto di vista di un ballerina classico indiano. Un ballerino quando danza, deve, prima di tutto aver fatto l’esperienza spirituale di quanto vuole presentare. Solo in questo modo lo può offrire al pubblico. In questi giorni io ho fatto questa esperienza” (Raul D’Souza)
Sono seguiti, poi, altri simposi. Nel 2004 il titolo scelto è stato: “Correnti di spiritualità nel cristianesimo e nell’induismo”. Si è trattato di un passo avanti importante.
“Chiara Lubich ha fatto dell’amore per Dio e per gli altri esseri umani il messaggio centrale della sua vita cristiana. Per questo mi sento ispirato dal lavoro del centro di studi interdisciplinare del Movimento dei Focolari,
“Tutte le religioni, in teoria, parlano della fratellanza universale, dell’amore per il fratello e per l’umanità. Il punto è se si riesca a mettere in pratica tutto questo. Una leadership come quella di Chiara è fondamentale per mettere in vita tali precetti… Sono stato in diverse parti del mondo, ma il tipo di amore, di cura e di sentimenti che ho trovato qui non lo avevo ancora sperimentato da nessuna parte” (prof. Ashok Vohra, Delhi University).
Infine, nel 2007, si sono svolte la “Settimana Gandhiana” e la “Settimana del Focolare” con eventi a Roma, Firenze e nella cittadella di Loppiano. Nel giugno del 2008 si è celebrato il III simposio che ci ha portato anche a Trento, dove il carisma dell’unità, ispiratore di questo dialogo, ha avuto le sue origini.
Il IV Simposio
A metà dicembre 2011 si è svolto in India il IV Simposio indù-cristiano sul tema: “Interpretare e vivere le Scritture per realizzare la pace e l’armonia universale”. Cinque giorni molto intensi con manifestazioni diversificate sia per contenuti che per luoghi di svolgimento, ma caratterizzati dalla stessa profondità e unità fraterna fra tutti i partecipanti.
Durante i primi tre giorni a Lonavla, località a tre ore da Mumbai sull’altipiano del Deccan, si sono incontrati sessanta partecipanti, provenienti da varie organizzazioni gandhiane del Sud India e da tre prestigiose istituzioni accademiche di Mumbai (Bharatya Vidhya Bhavan, Somaiya Sanskriti Peetham e Mumbai University). Le presentazioni, tutte di rilievo, sono state un’occasione per conoscere le rispettive Scritture, non solo a livello accademico, ma nella loro profondità spirituale. L’arricchimento reciproco era evidente a vantaggio di una vera edificazione per la scoperta della presenza del divino e della sua ispirazione. Il tutto si è svolto in uno stile tipicamente indiano, ma con la caratteristica di una comunione sempre crescente, non solo fra indù e cristiani, ma anche fra i vari gruppi che rappresentavano il mondo indù, non sempre facilmente armonizzabili fra loro.
Ai lavori a porte chiuse sono seguite due manifestazioni pubbliche. La prima, una giornata aperta al Somaiya College, ha avuto come ospite d’onore il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai. Il programma della giornata era mirato agli studenti, ai quali è stata presentata la rilevanza delle Scritture oggi e che, in prima persona, sono intervenuti con riflessioni sulle loro prospettive. L’atto conclusivo del convegno si è tenuto presso l’Istituto di Filosofia della Mumbai University, di cui è decano Shubada Joshi, da dieci anni impegnata in prima persona nel dialogo indù-cristiano, in collaborazione con l’Istituto di Sanskrito. Il seminario, intitolato: “La rilevanza delle Scritture nella società moderna”, ha raccolto un centinaio di studenti di Master e Dottorato, e i docenti dei due dipartimenti.
Significativo l’intervento d’apertura della prof.ssa Joshi che ha presentato i relatori cristiani, descrivendo in prima persona la comune esperienza di dialogo di questi anni. Partendo dalla storia di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari, ha sottolineato come questa esperienza di dialogo accademico non miri a nessuna forma di proselitismo, ma, piuttosto, ad un vero incontro fra religioni e culture.
I giorni del convegno di Mumbai sono stati l’occasione per rendersi conto della strada fatta, ma anche per guardare al futuro. C’è in tutti, indù e cristiani, la coscienza che l’eredità delle vie di dialogo aperte da Chiara Lubich sia ora una responsabilità comune ed ognuno si sente impegnato in prima persona a portarla avanti. Questo spiega come ogni organizzazione ed istituzione coinvolta nel nostro dialogo si senta costantemente interpellata in prima persona a diffondere questa esperienza e a coinvolgere nuovi protagonisti del dialogo.