Incontri e scontri

Che succede se casualmente in treno si incontrano una ragazza finlandese e un giovane russo? Lo racconta il film Scompartimento n. 6.
Seidi Haarla, da sinistra, il regista Juho Kuosmanen e Yuriy Borisov posano per i fotografi all'arrivo alla premiere del film "Scompartimento N 6" al 74esimo festival internazionale del cinema, Cannes, 10 luglio 2021. (AP Foto/Brynn Anderson)

Può andare bene o può andare male. Quando, negli anni Novanta, un minatore russo si trova a dividere lo stesso scompartimento con la ragazza archeologa diretta a Murmansk nell’estremo nord-est della Russia l’inizio non è dei più facili. Lei (Seidi Haaria) è giovane, libera, colta e riservata al tempo stesso, lui (Yuriy Borisov) è rozzo, semplice, beve, ha amici dappertutto, è un impiccione e “ci prova”.

E’ il tema del viaggio e di ogni possibile incontro-scontro che anima il film del regista finlandese Juho Kuosmanen, vincitore a Cannes del Grand Prix speciale della Giuria e candidato agli Oscar 2022.

La storia però non è banale. I due si osservano, lui – che si chiama Ljoha – è invadente, disordinato, lei, Laura, non lo sopporta, sta da sola più che può. Il viaggio è interminabile, ci sono le soste anche per una notte. Dove andare? Lei esce dal treno, va un po’ in giro sotto la neve, lui chissà come ha trovato una macchina: insiste, la porta da una vecchia conoscente, ci si riscalda e si dorme. Il rapporto tra i due comincia a sciogliersi. Ma non del tutto, perchè lei assiste a improvvisi scoppi d’ira di lui che la turbano.

La ragazza in effetti deve andare a visitare alcune antichissime incisioni rupestri, ma arrivata a Murmansk scopre che la visita è impossibile: tutto chiuso, bisogna tornare d’estate, cioè fra mesi. Ma c’è lui che non si arrende, trova il mezzo – grazie al suo modo di fare – di poterle fargliele vedere. Il ghiaccio si sgela: iniziano ad accogliersi, qualche sorriso, forse un bacio, una amicizia starà per nascere? Si sono conosciuti, hanno faticato ad accettarsi, si rincontreranno? Chissà.

Il duello uomo-donna, ignoto-sconosciuta, russo-finlandese (con le rispettive diffidenze storiche), si è svolto nel giro di pochi giorni, dentro uno scompartimento, al chiuso, con rare soste. Sguardi, mosse, parole prima scarse, poi frequenti: difficile vincere l’ostilità, la diffidenza.

Questo film molto bello ed essenziale, scava in profondità, seleziona le frasi, si gioca soprattutto sul corpo e sugli occhi, non cede al vezzo – noi italiani chissà se l’avremmo fatto un film simile – del giovanilismo facile, dei rapporti immediati, usa-e-getta. Tra paesaggi muti di neve e nebbia, si crea una atmosfera inquietante, solitaria, difficile che rende forte la diffidenza reciproca, la voglia di starsene per conto proprio.

Ed è proprio il ragazzo invadente a provocare un cambiamento, pur con i suoi modi, così che l’accoglienza fra diversi risulta possibile: Laura finalmente sorride e lui ridiventa quasi bambino.

Un messaggio chiaro per la società attuale dove tutto appare scontato, nascondendo invece la reale difficoltà di rapporti sinceri, cioè dell’amore accogliente per una umana solidarietà. Delicato, stringente, emozionante. Esce il 2 dicembre.

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