Incontri alla Galleria d’arte La Bitta
Inaugurata un’originale collettiva di arti figurative, che ha il pregio di creare spazi di dialogo tra diverse esperienze artistiche.
Quando si nomina la Galleria d’Arte La Bitta vengono subito in mente sorprese, novità, curiosità.
È dal 1969 che questa galleria d’arte storica di Roma funge da polo d’attrazione per gli artisti romani, ma non solo. Come recita la “carta d’identità”, presente su internet, la sua vocazione multinazionale ne ha fatto uno dei punti di incontro privilegiati per artisti, poeti, giornalisti, osservatori culturali di ogni età e tendenza. Dal suo locale, sito tra il Teatro delle Muse e il Teatro Italia, nel cuore del quartiere Nomentano, sono passate la cultura e l’avanguardia del ‘900 italiano, con l’allestimento di importanti mostre personali, collettive, premi d’arte ed “estemporanee di prestigio”.
Carlo Speranza ne è il direttore artistico fin dalla fondazione. È lui che ha sostenuto la realizzazione della mostra di arti figurative Incontri, una collettiva organizzata dall’Associazione culturale “Terre Incognite”, che si è inaugurata venerdì 22 ottobre alla presenza di un folto numero di visitatori, ma anche di giornalisti e critici d’arte. Tra questi, Marinita Neves: brasiliana, docente universitaria, che sintetizza il valore di questo evento: «È un nuovo modo di fare arte e di valorizzarla, attraverso lo scambio fruttuoso di diversi talenti che qui si incontrano e dialogano».
I venti artisti provengono, infatti, dai Castelli Romani per il Lazio e da altre regioni italiane, con presenze significative anche dal Brasile, che si incontrano in questo spazio offrendo ai visitatori un percorso di esplorazione di nuovi linguaggi, partendo da una ricerca delle proprie origini culturali, per allargare i confini attraverso le arti figurative nella molteplicià delle loro forme.
E allora ecco gli acquarelli, le sculture, le ceramiche, le pitture a olio, l’utilizzo di materiali nuovi e tradizionali: tutto questo per giungere all’incontro con l’altro, con gli altri, offerto da un gruppo di persone che cercano, attraverso la loro elaborazione artistica, di scoprire e svelare quell’armonia universale verso cui ogni essere umano tende.
Luigi Marazzi è un giovane artista di Marino, piccolo comune alle porte della Capitale. Qui espone una tavola, Pensiero, che è una riflessione sulle proprie esperienze: «La cosa che mi fa parlare del quadro è l’amore per le forme particolari, che richiamano uno stile, una storia». Per il suo Pensiero ci sono voluti circa 50 schizzi di prova, che ora hanno lasciato il posto a forme intense che spaziano in mezzo al colore e alle diverse tonalità. «Contrapporre forme e colori è una passione che mi porto dietro da tempo. Uscito dall’Accademia con in cuore il futurismo di Boccioni, ho intrapreso una ricerca nuova che parte dall’innamoramento per le storie presenti dietro alle opere d’arte, dietro ai volti e alle narrazioni degli artisti che le hanno generate. Sono convinto che da ogni percorso artistico si sprigioni una ricchezza che è valida anche per noi oggi». Dipingere, per Luigi, è raccogliere la propria esperienza interiore e farne un dono all’altro, anche attraverso tecniche particolari come quella dove i colori e pastelli a olio, insieme ai colori acrilici, sono direttamenti fusi sulla tavola.
La mostra chiuderà i battenti il 6 novembre, ma l’intenzione è quella di non chiudere il dialogo tra i vari artisti. «È una bella sfida – conclude la Neves – che vorrebbe continuare l’anno prossimo portando gli artisti in Brasile, nella città di Olinda, per uno scambio culturale, artistico e umano, che sia occasione di crescita per tutti».