Incontrarsi “Dopo la prova”

L'opera di Bergman in scena al teatro Vascello a Roma, fino al 10 febbraio con la regia di Daniele Salvo. Napoli, invece, accoglie Giuseppe Battiston nei panni di Churchill e il Riccardo III di Shakespeare.

“Dopo la prova” di Bergman
In un tempo sospeso, nella penombra di un vecchio palcoscenico, Henrik Vogler, grande regista e direttore di teatro, è seduto su una poltrona, immobile. Appare quasi imbalsamato. Ha 109 anni o forse solo sessantadue. La scena è ingombra di oggetti, attrezzature sceniche, quinte, attrezzeria, rimasti dopo una prova pomeridiana de “Il sogno” di Strindberg. Ora però il regista è rimasto solo, assorto nelle sue riflessioni sul senso del suo stesso lavoro, sulle scelte fatte, sugli errori compiuti, sul tempo della propria esistenza e sulle aspettative per il futuro. D’improvviso appare Anna Egerman, giovane attrice interprete della Figlia di Indra nella pièce diretta da Vogler. Da questo momento inizia un confronto serrato tra i due che, sospesi in una zona di confine, in una sorta di limbo extra-quotidiano in cui tutto è concesso, si permettono finalmente di dire la verità. In Dopo la prova Bergman non crea nemmeno più “personaggi”, ma linguaggi, funzioni emotive, “contenitori” di fragilità, ansie e paure, donne e uomini reali che non riescono più a convivere con le menzogne, con i compromessi della vita borghese, perdono l’equilibrio e cadono in preda ad un ossessivo bisogno di verità, di un senso possibile, di un segno, un gesto, che dia un significato alle loro piccole vite.
“Dopo la prova”, di Ingmar Bergman, regia Daniele Salvo, con Ugo Pagliai, Manuela Kustermann e Arianna Di Stefano; scene Alessandro Chiti, costumi Daniele Gelsi, disegno luci Umile Vainieri. Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Milleluci Entertainment. A Roma, teatro Vascello, dal 31/1 al 10/2. 

Giuseppe Battiston è Winston Churchill
Possente, irriverente, arrogante e con una buona dose di misoginia, è da quest’autentica combinazione che prende vita il Churchill di Giuseppe Battiston. Ad affiancare l’attore, che ne raffigura le sembianze, i riti e le movenze quand’egli ha già superato l’ottantina, è Maria Roveran, nei panni della sua paziente e trafelata infermiera, che, oltre a curarlo, prova a scalfire quella corazza apparentemente invincibile. Convinto europeista, interventista e innamorato del brandy e del sigaro più che delle donne, qui pare riflettere su un passato che appare ormai lontanissimo, sulle imprese di guerra che hanno avuto successo, contro Hitler, e su quelle che sono miseramente fallite, come contro i Turchi sullo stretto dei Dardanelli. Churchill trova nella sua interlocutrice una sfida affascinante. In costante contrapposizione alle donne, soprattutto a Nancy Astor, la prima parlamentare donna a sedere alla camera dei comuni con cui Churchill dibatteva spesso, l’innocente infermiera, che decanta i suoi valori e la sua morale, lo mette alla prova sin dall’inizio.
“Winston vs Churchill”, tratto da “Winston Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo G. Gabardini, regia Paola Rota, con Maria Roveran, scene Nicolas Bovey, costumi Ursula Patzak, luci Andrea Violato, suono e musica Angelo Longo. A Napoli, Teatro Nuovo, dal 31/1 fino al 3/2.

Riccardo III – Invito a corte
Un dramma politico sull’ascesa e la caduta del sovrano Riccardo III Plantageneto, re d’Inghilterra, reso pazzo dall’ambizione e dalla sete di potere. Il pubblico si ritrova accolto nello spazio scenico, diviene platea cortigiana, e ne testimonia i misfatti e la morte; tra le due rose opponenti di Lancaster e York, una corona insanguinata rotola ai piedi del trono britannico. Arrogante, calcolatore, spietato, preso in una corsa al massacro, che se pure lo porterà all’ambito successo ne minerà tuttavia la stabilità, fino alla perdita della vita stessa: “… sono ormai tanto immerso nel sangue che al peccato segue il peccato… ” Riccardo III, re inquieto, instabile, disperatamente solo: “… non c’è nessuno che m’ami…” Bisogno di rivalsa contro la Natura che lo ha reso fisicamente deforme; o più credibilmente deformità dell’anima, assuefazione al delitto come pratica quotidiana, in quella “Guerra dei cent’ anni” che vide contrapporsi con alterne vicende le avverse fazioni dei Lancaster e degli York? Al centro dello spettacolo i loschi piani del protagonista, le insane riflessioni, in un flusso di pensieri e sensazioni che conducono inevitabilmente dritto al delirio finale e alla sconfitta.
“Riccardo III – invito a corte”, di William Shakespeare, drammaturgia e regia Laura Angiulli, con Giovanni Battaglia, Alessandra D’Elia, Luciano Dell’Aglio, ambientazione Rosario Squillace, disegno luci Cesare Accetta. Teatro coop. produzioni /Galleria Toledo. A Napoli, teatro Galleria Toledo, dal 29/1 al 5/2.

 

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