Incontrandosi fuori dal ring
Nuovamente uno di fronte allaltro dopo quaranta anni. Questa volta non per sport, ma solo per amicizia e come gesto di solidarietà concreta.
Non è la prima volta che il mondo dello sport ci offre la storia di un grande campione che prima conosce i fasti della gloria sportiva ma poi, lentamente, scivola nel buio. L’ultimo di questi, in ordine di tempo, è Emile Griffith, il pugile statunitense originario delle Isole Vergini che in Italia è conosciuto per aver disputato, a fine anni sessanta, una serie di appassionanti match con il grande Nino Benvenuti.
Griffith ha avuto una carriera agonistica straordinaria. Oltre 100 incontri da professionista, tra il 1958 e il 1977, contro i più grandi interpreti dei pesi medi e dei pesi welter di quei tempi. Tra questi, oltre al nostro Benvenuti, anche Rubin Carter, più conosciuto come “Hurricane”, il pugile ingiustamente accusato di omicidio e liberato solo dopo molti anni di prigione la cui storia ha ispirato una famosa canzone di Bob Dylan ed un bellissimo film interpretato da Denzel Washington. Ma anche Benny Paret, un pugile cubano che morì per le letali conseguenze dei colpi subiti proprio durante un incontro con Griffith, un match che ha segnato per sempre la vita di Emile.
Ora Griffith non se la sta passando bene. Ma non è la solita storia di atleti che a fine carriera, con i guadagni dell’attività agonistica, hanno fatto cattivi investimenti o li hanno buttati via a causa di qualche vizio. No, più semplicemente Emile, nel corso degli anni, ha dato tutto il denaro alla sua famiglia. Li ha dati alla madre Emelda, ai suoi quattro fratelli, alle sue quattro sorelle. Ogni compenso guadagnato lo ha mandato a St. Thomas, località delle Isole Vergini dove vivevano i suoi cari. Così oggi Griffith vive con un sussidio dei servizi sociali che è appena sufficiente per mangiare e pagare l’affitto del suo piccolo appartamento, ma che non basta per fronteggiare le cure resesi necessarie per combattere il morbo di Alzheimer che lo ha colpito lo scorso anno.
Il mondo del pugilato, però, non dimentica, e soprattutto non lo ha fatto il suo grande “rivale” italiano. Benvenuti, infatti, venuto a conoscenza dei problemi di “Emilio”, come lo chiama lui, si è dato subito da fare per cercare di dare una mano al suo vecchio amico. Perché i due sul ring se le sono date di santa ragione, ma con rispetto, con lealtà. Ed alla fine di ogni incontro i pugni lasciavano spazio agli abbracci. Terminata la carriera agonistica tra loro è nata una grande amicizia che resiste al passare del tempo. Nino, per Emile, c’è sempre stato. C’è stato quando questi, dopo aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, fu “ghettizzato”, lasciato solo da tante persone che prima si proclamavano suoi amici ver”. E c’è ancora oggi.
Benvenuti, infatti, ha organizzato un tour che verrà inaugurato il prossimo 26 aprile a Latina (giorno del suo settantaduesimo compleanno) e che si snoderà poi in sei tappe dal 29 aprile al 7 maggio tra il capoluogo pontino, Roma e Milano Marittima. Una nuova serie di “incontri” tra i due ex-campioni, questa volta fuori dal quadrato, con il duplice scopo di raccogliere fondi per aiutare Griffith e per sensibilizzare più persone possibili sul morbo di Alzheimer. Mentre sullo sfondo verranno proiettate le immagini dei tre memorabili combattimenti per il titolo mondiale dove Nino ed “Emilio” si sono affrontati, i due chiacchiereranno di pugilato, di sport, ma anche di amicizia, di salute, di solidarietà. Una occasione, per Nino, per passare del tempo con “Emilio” e per fare qualcosa di concreto per il suo amico in difficoltà.