Incognita Mubarak
La magistratura egiziana ha dato il via libera al rilascio di Hosni Mubarak. Sei anni dopo la sanguinosa repressione in piazza Tahrir al Cairo, viene scritto l’ultimo atto di una vicenda che era cominciata con la morte dei 239 manifestanti del 2011. L’ex presidente, che aveva governato per trent’anni, aveva dovuto dimettersi l’11 febbraio 2011, dopo una rivolta durata 18 giorni e repressa nel sangue dall’esercito egiziano.
Era stato condannato all’ergastolo nel giugno del 2012, ma in un nuovo processo, il 2 marzo scorso, la Corte suprema aveva ribaltato l’esito del processo. Farid el-Deeb, avvocato di Mubarak, ha detto che l’ex capo di Stato detenuto in un ospedale militare del Cairo «andrà a casa quando i medici diranno che può uscire». Egli tuttavia non potrà recarsi all’estero, per una questione di esportazione di capitali illegalmente attuata dalla sua famiglia.
Inutile raccontare della delusione di tanti tra coloro che avevano partecipato alla rivolta del 2011. «L’idea della primavera araba ha cessato di esistere in Egitto», ha chiosato il prof. Mogib, docente di Scienze politiche all’Università del Cairo. «Il sangue di nostro figlio non è servito a nulla, la corruzione è di nuovo in sella», ha invece commentato Mostafa Morsi dopo la decisione della Corte suprema. Al contrario, non pochi esponenti della popolazione che sostiene il generale al Sisi considerano la liberazione di Mubarak come la fine di un incubo e l’inizio di una vera e propria riconciliazione nazionale.
Hosni Mubarak, 88 anni, ha trascorso la maggior parte della sua detenzione in un ospedale militare. Ora dovrà però fare i conti con la condanna subita per appropriazione indebita. I suoi due figli, Alaa e Gamal, condannati assieme lui, sono però stati liberati dal carcere nel mese di ottobre 2015. Inoltre, nel mese di gennaio 2016, la Corte d’appello ha confermato la condanna a tre anni di carcere per Mubarak e i suoi due figli in un altro caso di corruzione. Hosni Mubarak è stato accusato con i suoi due figli di essersi appropriato di oltre dieci milioni di euro stanziati per la manutenzione del palazzo presidenziale.