Inchiostro d’Islam
Non c’è nulla da fare: è il tema editoriale dell’anno. Ci hanno provato in tanti a distogliere lo sguardo da quel che non si vorrebbe vedere – Harry Potter e gli ultimi gialli d’Oltreoceano e le barzellette di Totti e Berlusconi -, ma negli scaffali delle librerie l’argomento che più occupa gli spazi è l’Islam, in tutte le sue forme, ad intra e ad extra, descritto da musulmani e da non musulmani, gridato dai giornalisti o sussurrato dagli studiosi. In ogni caso c’è, come una coscienza (per i lettori di Terzani e per la gente che ama riflettere pacatamente), come un incubo (per i seguaci della Fallaci e di Huntington e per i cristianisti), come una presenza esotica (per chi vuol anestetizzare la paura rifugiandosi nel passato). In una delle più fornite librerie della capitale, uno di quei librai appassionati che stanno purtroppo scomparendo dalla scena mi ha confermato che nell’anno solare 2004 sono usciti qualcosa come 400 libri sull’Islam in lingua italiana. Avendo avuto modo in questi ultimi anni di visitare numerosi paesi a forte presenza musulmana, mi viene naturale cercar di capire quale immagine dell’Islam appaia nelle pagine dei nostri editori, e offrire al lettore qualche riflessione su alcune novità editoriali, senza dimenticare alcune opere fondamentali. Ma conoscere l’Islam, le sue varie sfaccettature, i suoi personaggi, la sua storia è impresa non facile, perché la religione musulmana non ha una unica struttura di riferimento, una chiesa per intenderci, affidando tutta la sua coesione al comune riferimento al Corano e ai cinque pilastri dell’Islam. Legame quindi solidissimo – la citazione dal Corano è una delle pratiche che un vero musulmano deve saper fare con competenza -, ma nel contempo assai fragile, legato com’è all’inevitabile interpretazione che di esso viene data. Non c’è da sorprendersi, quindi, se dalla lettura delle stesse pagine nascano propositi bellicosi alla Bin Laden e azioni di estrema solidarietà quali quelle del pakistano Edhi Abdul Sattar, paragonato da tanti a Madre Teresa (ma a ben guardare ogni Scrittura sacra può portare al fondamentalismo o viceversa alla spiritualità più inerme e gratuita). E qui i dizionari, le opere sintetiche e i saggi eruditi sono innumerevoli (vedi nei box a fianco una serie di proposte editoriali). Naturalmente, una grossa parte delle novità che riguardano l’Islam si concentra sul problema attualmente più controverso, quello della jihad, della guerra santa dei musulmani (con annesso l’inquietante problema dei kamikaze), e sulla risposta che l’occidente industrializzato – o piuttosto l’amministrazione Bush e i suoi alleati – ha voluto dare alla sfida delle Torri gemelle. La guerra in Iraq la fa da padrona sui banchi espositivi, spesso con volumi di dubbio valore. Parallelamente, non sono pochi coloro che s’interrogano sulla pretesa natura religiosa di tante guerre, e si chiedono se le religioni non abbiano piuttosto un carattere nonviolento. Che non sia una questione sem- plice, e che anche sul significato di jihad vi siano interpretazioni assai diverse all’interno del variegato mondo musulmano, è cosa nota. Meno noto, forse, è che nell’Islam stesso è in atto una guerra sotterranea per far prevalere la giusta visione di guerra santa. Dal punto di vista geopolitico e politologico, poi, le proposte editoriali sono molteplici, attente soprattutto a cogliere il nesso eventualmente esistente tra alcune forme di organizzazione islamica e l’uso della violenza. Domande più che risposte, perché il mondo musulmano è così multiforme che anche l’esistenza di un’internazionale musulmana del terrore si scontra con culture spesso difficilmente armonizzabili tra di loro. Dal cristianesimo all’Islam e dall’Islam all’Islam: la questione islamica ha sollevato e solleva seri interrogativi sia negli ambienti accademici occidentali che in quelli musulmani. In occidente, ad interrogarsi sono soprattutto gli intellettuali cristiani: bisogna dialogare? fin dove farlo? quali precauzioni usare? esiste una possibilità di reale reciprocità? può l’Islam per sua natura accettare l’esistenza di altre religioni maggioritarie? Tutte domande a cui si cerca di rispondere con un onesto e fattivo sforzo culturale, a cui partecipano le voci più autorevoli del cattolicesimo, sia gerarchico che accademico, dal card. Ratzinger ai teologi più in vista. Prevale ora la tendenza identitaria (bisogna affermare la nostra identità cristiana prima di dialogare con quella islamica), ora quella invece più dialogante (la natura del cristianesimo fa crescere insieme identità e dialogo). Ma, naturalmente, anche i musulmani partecipano attivamente alla ricerca d’integrazione e alla comprensione delle difficoltà indotte dalla nuova presenza musulmana in occidente. I tentativi sono vari, più o meno riusciti, più o meno chiari. Ad esempio Yahya Sergio Yahe Pallavicini, imam italiano, figlio di un convertito, vicepresidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica d’Italia, attento al dialogo con le altre due religioni monoteiste e certamente contrario ad ogni forma di violenza, introduce il lettore al complesso mondo della tradizione musulmana (L’Islam in Europa). Mentre Tariq Ramadan, noto opinionista musulmano, professore di islamistica prima a Ginevra e Friburgo ed ora ad Harvard, prende posizioni più radicali e provocatorie (Essere musulmano in Europa). La lettura congiunta dei due libri è assai esplicativa delle diversità di opinioni che attraversano l’Islam europeo a proposito d’integrazione. Numerosi, poi, sono i testimoni, da parte cristiana e da parte musulmana, di un dialogo che non è mai garantito o automatico, portando spesso a conflittualità culturali se non addirittura violente. Toccante ad esempio è il racconto di Nasr Hamid Abu Zayd, egiziano educato in una scuola coranica prima, e poi in scuole cattoliche e occidentali, scontratosi violentemente con certi ambienti del suo mondo di origine quando si è trasformato in un intellettuale sensibile alla democrazia e alle scienze del linguaggio (Una vita con l’Islam). Buona lettura, allora… Inshallah! Districarsi nella giungla A volo d’uccello. Sulla storia dell’Islam, va segnalato il volume di Pier Giovanni Donini (Il mondo islamico. Breve storia dal Cinquecento ad oggi, Laterza, pp. 324, euro 24,00), mentre una introduzione complessiva di valore è quella scritta da Werner Ende e Udo Steinbach (L’Islam oggi, Edb, pp. 1044, euro 26,00). Per rimanere entro dimensioni più abbordabili, consiglierei un libretto di Giuseppe Scattolin (Dio e uomo nell’Islam, Emi, pp. 123, euro 8,00), oppure le cento risposte sull’Islam di Shamir Khalil Shamir (Cento domande sull’Islam, Marietti 1820, pp. 135, euro 12,00), senza dimenticare il recente volume di Justo Lacuna Balda, preside del Pisai, e di Maria Albano (Islam, aspetti e immagini del mondo musulmano oggi, San Paolo, pp. 144, euro 17,00). Due dizionari, poi, possono colmare la sete di sapere del lettore: il primo è di Cherubino M. Guazzetti (Islam, San Paolo, pp. 299, euro 48,00); il secondo, è l’ottavo volume dell’Enciclopedia delle religioni, appena uscito (Islam, Città Nuova/ Jaca Book, pp. 720, euro 140,00). Sull’interpretazione del Corano, rimando al breve volume di Massimo Campanini (Il Corano e la sua interpretazione, Laterza, pp. 148, euro 10,00). Infine, un’ottima biografia del Profeta viene offerta ancora da Guazzetti (Muhammad. San Paolo, pp. 216, euro 16,00). Guerra e violenza. Sulla jihad consiglio il volume di Gilles Kepel, noto islamista francese (Fitna, guerra nel cuore dell’Islam, Laterza, pp. 317, euro 16,00) e quello dell’americano John L. Esposito, anch’egli erudito e competente (Guerra santa? Il terrore nel nome dell’Islam,Vita e pensiero, pp. 176, euro 16,00). Due volumi, invece, vogliono aiutarci a capire perché le religioni vengono prese come pretesto alla guerra. Enzo Pace pone l’accento sulla guerra (Perché le religioni scendono in guerra?, Laterza, pp. 140, euro 8,00), mentre Daniel L. Smith-Christopher investiga nelle tradizioni religiose l’aspetto pacifico (La nonviolenza nelle religioni, Emi, pp. 220, euro 13,00). Iraq e kamikaze. Sull’Iraq e la sua recente storia, le pubblicazioni sono incalcolabili, ad opera prevalentemente di giornalisti e massmediologi. In un recente articolo sulla rivista Nuova Umanità, a cui rimando, ho cercato di fare il punto sulla nuova propensione giornalistica alla comprensione partecipante agli avvenimenti bellici (I media alla guerra, in Nuova Umanità n. 155, pp. 579-606). Restano da segnalare tre recentissimi volumi, il primo di Chris Hedges, che allarga il discorso alla professione di reporter di guerra (Il fascino oscuro della guerra, Laterza, pp. 198, euro16,00), mentre Nicholas Mirzoeff, professore a New York, cerca di capire gli effetti della valanga di immagini di guerra che piovono nelle nostre case attraverso i media (Guardare la guerra, Meltemi, pp. 209, euro 18,50).Valerio Pellizzari, poi, giornalista de il Messaggero, ci presenta alcune toccanti storie maturate in Iraq (La stanza di Ali Baba, Sperling& Kupfer, pp. 245, euro 15,00). Da segnalare, infine, due libri su uno dei fenomeni più inquietanti degli ultimi anni, quello dei kamikaze: Julija Juzik presenta volti e destini delle martiri cecene (Le fidanzate di Allah, Manifestolibri, pp. 175, euro 15,00), mentre Carlo Panella si concentra sul Medio oriente (I piccoli martiri assassini di Allah, Piemme, pp. 220, euro 12,90). Politologia. L’inglese Charles Townshend offre una classificazione dei diversi terrorismi (La minaccia del terrorismo, il Mulino, pp. 152, euro 10,00). Paul Barman, da parte sua, cerca di spiegare come l’attuale lotta contro il terrorismo sia una continuazione della guerra al nazismo (Terrore e liberalismo, Einaudi, pp. 252, euro 13,50). Renzo Guolo, studioso dei fondamentalismi contemporanei, s’interroga sulla compatibilità dell’Islam con la democrazia e sulla sua radicalità (L’Islam è compatibile con la democrazia?, Laterza, pp. 146, euro 9,00 e Il partito di Dio, Guerini e associati, pp. 154, euro 15,50). I cristiani sull’Islam. Tra i tanti volumi,mi sembra doveroso segnalare innanzitutto la raccolta di acute riflessioni del card. Joseph Ratzinger (Fede, verità, tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, pp. 292, euro 17,50). Il teologo Piero Coda ci offre una voluminosa e impegnativa teologia del dialogo interreligioso, un libro di gran valore (Il logos e il nulla.Trinità, religioni, mistica, Città Nuova, pp. 545, euro 34,50).Va anche segnalato lo sforzo antropologico e teologico avviato dalla Facoltà teologica di Sicilia, curato da Mariano Crociata (L’uomo al cospetto di Dio, Città Nuova, pp. 440, euro 32,00). Due volumetti, opera ancora di Giuseppe Scattolin, aiutano il lettore a trovare qualche punto di riferimento nell’incontro concreto con i musulmani, con un’attenzione particolare al sufismo (Islam e dialogo, Emi, pp. 154, euro 9,00 e Spiritualità dell’Islam, Emi, pp. 188, euro 10,00). E i musulmani sull’Islam. I tentativi di capire l’Islam in contatto con la modernità occidentale sono vari, più o meno riusciti. Ecco i due libri, citati nell’articolo, di Yahya Sergio Yahe Pallavicini (L’Islam in Europa, il Saggiatore, pp. 223, euro 15,00), e quello di Tariq Ramadan (Essere musulmano in Europa, Città aperta, pp. 340, euro 20,00). Sempre sull’Islam europeo,Nina zu Fürstenberg ha interrogato nove intellettuali musulmani in una sorta di piccolo manifesto dell’Illuminismo islamico (Lumi dell’Islam, Marsilio, pp. 125, euro 7,50). Tra le testimonianze ecco il libro citato di Nasr Hamid Abu Zayd (Una vita con l’Islam, il Mulino, pp. 230, euro 12,50). Per finire, segnalo un piccolo ma acuto volume scritto dal principe Hassan di Giordania, sulla storia del cristianesimo nelle terre arabe (Il cristianesimo nel mondo arabo, Fazi, pp. 94, euro 12,50).