Incertezza e solidarietà

Il Covid-19 ci offre l’opportunità di guardare la realtà e il futuro con occhi diversi

L’esperienza vissuta con la pandemia ci ha messo di fronte a uno degli aspetti più critici per la vita sociale e politica dell’umanità: l’incertezza. Al contrario del rischio, l’incertezza non si può calcolare, né determinare e quantificare. È uno stato in cui si possono esprimere poche verità. Pensiamo a quanto spesso, in queste settimane, ci siamo sentiti dire dagli scienziati che non si sa bene cosa sia il Covid-19, che non si hanno dati a sufficienza.

Anche il mondo della politica ha dovuto ammettere di non saper fornire valutazioni e soluzioni convincenti. Tutto ciò ha creato disorientamento nell’opinione pubblica, mettendo in crisi i meccanismi di fiducia che normalmente consentono di affidarsi a esperti e istituzioni per affrontare le emergenze.

Nonostante questo clima di incertezza, però, sono fiorite iniziative di solidarietà, vicinanza e accoglienza grazie all’impegno di molte persone. Uomini e donne, famiglie e comunità hanno dimostrato che l’incertezza non è sinonimo di incapacità. Si possono scoprire nuovi modi per attivare forme di azione e relazione, pur in una fase di limitazione e contenimento sociale.

Uno degli esempi più rilevanti di questo impegno, accanto al soccorso dei malati, è stata l’azione diffusa nei territori di molti cittadini e associazioni, che si sono attivati per non dimenticare i più colpiti e dimenticati: senza tetto, richiedenti asilo, persone marginalizzate. Piccoli e grandi gesti di vicinanza e azioni solidali hanno dimostrato la capacità di reagire mantenendo viva la relazione con chi rischiava di sparire dai riflettori dei media e dell’interesse pubblico. A livello politico internazionale si può ricordare il cessate il fuoco in alcuni Paesi in guerra, come la Siria, lo Yemen e il Camerun, dopo l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite in marzo. Per alcuni osservatori si è trattato di uno dei pochi effetti positivi del virus.

Si deve anche riconoscere l’attenzione rinnovata per le disuguaglianze, che durante la pandemia si sono ampliate. L’impegno per chi si trova ai margini, ha fatto emergere la presenza di una nuova cultura della tolleranza.

Solidarietà (Foto Claudio Furlan - LaPresse)
Solidarietà (Foto Claudio Furlan – LaPresse)

Limiti e potenzialità di quanto vissuto a causa della pandemia ci permettono di individuare 4 aspetti che hanno qualificato questo periodo:

•    il carattere sociale della pandemia, col rischio di esclusione di larghe fasce della popolazione mondiale e di emergenze umanitarie dimenticate;

•    il carattere politico degli effetti del Covid-19: gli Stati hanno svolto un ruolo decisivo nel proporre misure, strategie, strumenti di contenimento. Populismo e nazionalismo si sono sfidati mettendo a dura prova gli sforzi delle organizzazioni che puntano alla cooperazione internazionale, come l’Oms e l’Onu, rivelando i limiti di azioni individuali dei singoli Stati e anche l’efficienza delle stesse organizzazioni sovranazionali;

•    il ruolo della società civile e l’impegno di tante persone, spesso in modi poco appariscenti, nell’affrontare la pandemia. Nuove forme di solidarietà per superare il distanziamento sociale e il lockdown hanno fatto emergere energie inaspettate, relazioni orientate all’apertura e al dono. Riconoscere e valorizzare questo patrimonio di risorse ed esperienze è cruciale per affrontare eventuali altre minacce pandemiche;

•    lo sguardo al futuro in tempi di incertezza. Cosa succederà nel medio e lungo termine, siamo veramente cambiati? Questa è un’occasione importante per rispondere a domande urgenti in termini di salute e ambiente. Alcune certezze economiche sono state messe a dura prova e l’attenzione alle povertà vicine e lontane consentirà di pensare a nuove relazioni economiche. Naturalmente, nuove relazioni si potranno sviluppare se dialogo e riconoscimento autentico delle diversità orienteranno i rapporti tra Stati e popoli, pena l’impoverimento e l’esclusione ancora più forte di vaste aree del pianeta.

Questi aspetti ci interrogano e ci permettono di non rimanere paralizzati in un momento di difficoltà per tutto il pianeta. L’umanità potrà uscire dalla pandemia cercando rimedi come i vaccini, ma non sarà sufficiente. Serve anche interrogarsi sui significati che questo momento di crisi suggerisce a livello politico, sociale, economico. Solo così si potrà verificare un vero mutamento che darà nuove risposte a vecchi problemi.

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