Incendi, appello di Musumeci per la prevenzione

Un rogo di vaste dimensioni ha avvolto le spiagge di Catania, minacciando i numerosi bagnanti, che hanno cercato rifugio nel mare e sono stati poi soccorsi dalla Guardia costiera. L'appello del governatore Musumeci: serve una nuova coscienza civica capace di coinvolgere tutti e far sentire ognuno responsabile nella prevenzione del rischio, per una concreta cultura dell’ambiente

Il 10 luglio, a Catania, ha il volto dei bagnanti sulla spiaggia, impauriti dalle lingue di fuoco che hanno visto alle loro spalle. Fin dai primi momenti molti hanno compreso che quel rogo non era un incendio da sottovalutare, le fiamme avevano già avvolto gli alberi e la struttura in legno del Lido Europa, uno dei tre stabilimenti balneari che sono stati distrutti dalle fiamme. Ma il fuoco non ha risparmiato anche numerose auto ed il “boschetto della Playa”, luogo molto caro ai catanesi che sono soliti recarsi lì per i bagni estivi. Il vento di scirocco e l’alta temperatura (si sfioravano i 40 gradi) hanno fatto il resto. Il vento ha alimentato il fenomeno dello spotting: delle lingue di fuoco si sono sollevate e sono state trasportate anche a metri di stanza, alimentando altri roghi.

Molti bagnanti si sono gettati in acqua per sfuggire alle fiamme e sono stati salvati con i gommoni della Marina via mare. La guardia di finanza ha tratto in salvo 40 bambini della colonia Don Bosco e altri piccoli presenti al Lido Le Palme ed a Lido Azzurro.

Spente le fiamme, il giorno dopo a Catania si fa la conta dei danni. Da dove sono partite le fiamme e perché? Non si esclude il dolo, ma è più facile pensare a qualche atteggiamento “colposo”, un’imprudenza, il mancato rispetto delle regole fissate dal comune con un’ordinanza emanata a maggio. «Dovremo capire se qualcuno non ha rispettato l’ordinanza» ha detto il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, che stamattina ha effettuato un sopralluogo. Le responsabilità, se ci sono, sono da accertare e sarà il lavoro dei vigili del fuoco. Che hanno fatto notare, tra l’altro, come un incendio anche piccolo in un campo di sterpaglie si propaghi con facilità e velocità.

Ma si guarda al futuro. Pogliese ha rilevato come già oggi le spiagge del Lido Europea erano affollate. Nonostante l’odore acre, molti villeggianti non hanno rinunciato ad andare in spiaggia, muniti di borse e ombrelloni. Il “the day after” ha il sapore amaro dei danni ancora da quantificare, ma anche la speranza di rinascita che gli imprenditori dei lidi fanno trapelare. La stagione estiva è il clou delle attività di chi opera nel settore, il business è quasi interamente legato agli introiti dei mesi estivi.

Il lido Europa ha già riaperto, anche se molte strutture non ci sono più. Gli altri riapriranno a giorni. Il sindaco ha ringraziato i vigili del fuoco, la polizia, tutti coloro che si sono prodigati per spegnere le fiamme. A Catania hanno operato 11 dei 12 canadair presenti sull’isola. Il sindaco Pogliese ha anche sottolineato la vitalità e la determinazione degli imprenditori, pronti a ripartire. «Li ringrazio tutti – ha detto – sono certo che anche stavolta Catania saprà rialzarsi e trovare la forza per proseguire. Il 14 maggio scorso ho emanato un’ordinanza che obbliga i privati a sistemare i terreni di proprietà per limitare il propagarsi del fuoco, una prescrizione che alcuni purtroppo non rispettano. Adesso – ha aggiunto – aspettiamo l’accertamento delle responsabilità per chiarire la causa degli incendi».

Ma l’incendio della Playa è solo uno dei tanti che stanno devastando la Sicilia. Lo scorso anno  sono andate distrutte ampie aree boschive nell’entroterra e nelle riserve. Anche ieri un violento incendio si è sviluppato nella zona di Trapani. Il 9 luglio le fiamme avevano distrutto un’area boschiva tra Caltagirone e San Michele di Ganzaria, nell’entroterra catanese. Con gli incendi, vera piaga della stagione estiva, ogni anno vanno in fumo centinaia di ettari di bosco. Un ambiente prezioso, vitale per l’ecosistema e per un’isola che con tanto sole e tanto mare può godere anche della frescura dei boschi.

Intanto, il presidente della Regione, Nello Musumeci, dice la sua sull’emergenza incendi. Tra le cause, secondo il governatore, c’è: «l’eccezionale ondata di caldo ma, con molta probabilità, anche una criminale attività dolosa che stavolta nulla avrebbe a che vedere con la nota logica dei pascoli». Musumeci punta l’indice contro la «disarmante, carente attività preventiva di molti comuni e dei privati nel predisporre anzitempo, come la legge impone, i viali tagliafuoco nelle aree agricole o in quelle incolte. L’amara verità è che serve in Sicilia una nuova coscienza civica capace di coinvolgere tutti e far sentire ognuno responsabile nella  prevenzione del rischio, per una concreta cultura dell’ambiente».

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