In scena a novembre

La ricca offerta del cartellone tra Roma. Milano, Ferrara e Firenze
teatro

L’Olanda a Romaeuropa

Se con “Olandiamo” Romaeuropa dedica un focus a tre coreografi provenienti dall’Olanda che hanno sviluppato un loro innovativo e personale linguaggio artistico e già riconosciuti come nuovi nomi di punta della scena internazionale,con DNA dà vita ad un vero e proprio festival nel festival, curato da Francesca Manica, e dedicato ai nuovi percorsi della danza e ai nomi di spicco della giovane scena internazionale.In scena, per “Olandiamo”, a partire dal 2 novembre, l’irruenta energia performativa di Jan Martens con il suo The dog days are over (Teatro Vascello), gli esperimenti percettivi di Ann Van Den Broek – Ward/Ward con la sua ode al colore nero The black Piece (il 5 e 6, Teatro Vascello) e il linguaggio irriverente e psichedelico di Nicole Beutler con il suo 3: The Garden ispirato al celebre trittico The Garden of Earthly Delight di Hyeronimus Boush (il 6, Teatro India).Ad aprire DNA il 3 novembre è la francese Yasmine Hugonnet con il suo Le Rècital des Postures, riflessione sul concetto di postura quale forma e luogo dell’immaginazione e percorso di trasformazione. Due gli appuntamenti del 4 novembre: il greco Christos Papadopoulos con la sua compagnia Leon & The Wolf, in Elvedon rilegge Le onde di Virgina Woolf; e Lali Ayguadè, per lungo tempo parte della Akram Khan Company, che porta in scena Kokoro: una riflessione sul concetto di spazio sociale e spazio privato e sulla relazione tra corpo e sentimento svolta attraverso uno spettacolo di teatro-danza capace di amalgamare le influenze stilistiche di quattro danzatori dal background diversissimo che spazia dall’hip hop alla nuova acrobazia.

 

 

Focus Mediterraneo a Ferrara

Con un programma in esclusiva per l’Italia, il secondo appuntamento, il 4 novembre, del “Focus Mediterraneo” del Teatro Comunale di Ferrara, ha per protagonista il coreografo e danzatore israeliano Hillel Kogan, con una doppia serata all’insegna della parodia comica “impegnata”: Obscene gesture e We love arabs. Musicista, regista, attore apprezzato non solo nel mondo occidentale, nella prima pièce, con delicatezza ed ironia si prende gioco dei testi e dei cliché del teatrodanza contemporaneo rappresentato da Pina Bausch; la seconda è invece un duetto su musiche di Kazem Alsaher eMozart, interpretato assieme al danzatore araboMourad Bouayad. Il lavoro è costruito attorno a dialoghi dallo humour corrosivo grazie ai quali la coreografia diviene metafora del rapporto di coesistenza – possibile – tra gli ebrei e la minoranza araba di Israele, chiamando in causa i concetti di identità, somiglianza, cooperazione ricorrendo ad un elemento proprio della cultura culinaria di tutto il Mediterraneo, l’hummus, eletto a simbolo della liquidità dei rapporti fra i popoli.


“Le variazioni Goldberg” di Luca Micheletti

A Gerusalemme, un gruppo di teatranti dell’era post-atomica mette in scena la Bibbia. O meglio, ci prova. La drammaturgia di Tabori si fa carico qui di risalire alle origini dell’identità religiosa e morale dell’Occidente e di tradurre per la scena i rischi e i paradossi nel “prendere alla lettera” il testo sacro e del servirsene come terreno di scontro ideologico. Con un taglio umoristico, feroce e spregiudicato, Tabori illumina contraddizioni millenarie che regolano i rapporti dell’uomo con le religioni. Oltre che regista e artefice del progetto teatrale, Luca Micheletti si cala nel ruolo del clown metafisico chiamato Goldberg, nome tanto comune da raccontare l’ebreo-tipo e di cui il titolo promette le variazioni sul tema. Ma promette anche la musica, qui eletta a pratica sublime dell’inattingibile armonia universale. “Le variazioni Goldberg”, di  George Tabori, regia Luca Micheletti, con Marcella Romei, Michele Nani, Pietro De Pascalis, Claudia Scaravonati, Barbara Costa e con Rossella Spinosa al pianoforte. Compagnia/Produzione Teatro Franco Parenti / Compagnia Teatrale I guitti in Residenza Luca Micheletti. A Milano, Teatro Franco Parenti, dal 3 al 13/11.

 

 

L’Argentina di Mar del Plata

Il testo teatrale di Claudio Fava, racconta la storia vera della della squadra La Plata Rugby, un gruppo di ragazzi che alla fine degli anni ’70, nell’Argentina della dittatura dei militari, venne decimato dalla ferocia degli emissari di Videla ma che rimase in campo a giocare fino alla fine del campionato. Raul Barandiaran, l’unico sopravvissuto a quella tragedia, ancora oggi è il testimone vivente della squadra che decise di correre contro la violenza e l’oppressione, tenendo stretta al petto la palla ovale, a perenne testimonianza di questo nobile sport nel quale “una volta sceso in campo non puoi fuggire o nasconderti, devi batterti con coraggio, lealtà e altruismo”. “Mar del Plata” di Claudio Fava, regia Giuseppe Marini, con Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori, e con Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi, scene Alessandro Chiti, costumi Sabrina Chiocchio, light design Umile Vainieri. Produzione Società per Attori e Accademia Perduta. A Roma, Teatro Vittoria, dal 3 al 13/11.

 

 

Riccardo III e le regine

L’attore e regista Oscar De Summa mette in scena il potere nelle sue diverse forme: avvalendosi degli strumenti shakespeariani che nulla hanno a che fare con la teoria ma molto con la pratica scenica fatta di leggerezza e profondità, in scena troveremo Riccardo al centro, su un trono, enorme e intorno a lui, nel tentativo di relazionarsi senza rimanere avvelenate le regine. Con questo nuovo lavoro prosegue la ricerca di De Summa nella direzione di una rivisitazione in chiave pop dei classici shakespeariani. Ecco, dopo "Amleto a pranzo e a cena" e dopo "Un Otello altro", un lavoro corale, che a differenza dei precedenti prevede la presenza in scena al suo fianco di tre attrici, le regine. "Riccardo III e le regine", da William Shakespeare, ideazione e regia Oscar De Summa, con Oscar De Summa e con Isabella Carloni, Silvia Gallerano, Marco Manfredi, Marina Occhionero, scene Matteo Gozzi, luci Matteo Gozzi, costumi Emanuela Dall’Aglio. Produzione La Corte Ospitale. A Firenze, Cantiere Florida, il 4 e 5/11.

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