In scena a Maggio

La commedia di Feydeau riletta da Marco Lorenzi, “Gli Angeli dello sterminio”, di Giovanni Testori, il romanzo epistolare di Marcelle Sauvageot, il dramma dello statunitense Edward Albee, l’omaggio a Petipa del Balletto di Bordeaux, e la danza acrobatica dei Black Blues Brothers.

Nell’albergo-gabbia di Feydeau

“Affrontando questo testo – dichiara il regista Marco Lorenzi – abbiamo riflettuto su cosa volesse dire per la borghesia di fine ‘800 e di inizio ‘900 vedersi rappresentata in scena in modo così sarcastico, immaginando l’effetto travolgente che doveva fare la risata del pubblico che assisteva alla grottesca riproduzione della propria contemporaneità. Partendo da questo presupposto, il lavoro drammaturgico e registico, il lavoro di riscrittura e di ricerca del linguaggio da consegnare agli attori è stato finalizzato alla riproduzione della forza deflagrante del testo, così che si potesse creare un nuovo “cortocircuito” con lo spettatore”. “Nella nostra rilettura – scrive il traduttore Davide Carnevali – i caratteri di Feydeau hanno qualcosa di beckettiano, a partire proprio dalla spaventosa impossibilità di cambiare la propria condizione, nonostante i loro discorsi esprimano tutt’altra volontà. Per questo i personaggi non riescono a uscire dallo spazio ristretto della loro condizione esistenziale; e anche quando apparentemente si spostano – dalla casa all’albergo -, non si muovono mai veramente, imprigionati in quella gabbia che è il loro modo di vivere vuoto e ripetitivo”.

“L’albergo del libero scambio”, da Georges Feydau, riscritto da Davide Carnevali, regia Marco Lorenzi, con Roberta Calia, Elio D’Alessandro, Yuri D’Agostino, Federico Manfredi, Barbara Mazzi, Silvia Giulia Mendola, Raffaele Musella, Alba Maria Porto; scene Nicolas Bovey, costumi Erika Carretta, luci Giorgio Tedesco, musiche originali Elio D’Alessandro. Produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. A Milano, Sala Fontana, dal 9 al 14/5.

Gli Angeli dello sterminio

Dopo “Erodiàs” e “Tre Lai”, il regista Renzo Martinelli  con Teatro i prosegue il suo percorso nell’universo testoriano con l’ultimo scritto di Giovanni Testori, del 1992, che, in occasione della sua prima messinscena, verrà adattato teatralmente, grazie ad una drammaturgia originale. In uno scenario da fine del mondo, Milano – città amata e odiata dall’autore e protagonista di molte delle sue opere – sta per essere distrutta. Cinquanta centauri su moto Yamaha, con caschi bianchi e tute nere, tutti identici, invadono la città, lasciando, al loro passaggio, solo morte e distruzione. Martinelli sceglie un’impronta fortemente meta teatrale per dare corpo e voce a questo breve romanzo, forse addirittura incompiuto: tre figure assistono e descrivono la fine incombente: un fantomatico regista/autore, conduce due giovani all’interno di un mondo in rovina, un paesaggio osceno e terrificante che diventa, al contempo, palcoscenico di uno stremante incontro-scontro tra generazioni.

“Gli Angeli dello sterminio”, di Giovanni Testori, regia di Renzo Martinelli, drammaturgia Francesca Garolla e Renzo Martinelli, con Ruggero Dondi, Liliana Benini, Emanuele Turetta, luci Mattia De Pace, suono Fabio Cinicola. A Milano, Teatro i, dal 10 al 29/5.

La solitudine di una donna

Marcelle Sauvageot è un’autrice francese poco nota, la cui breve vita è raccolta nel testo “Lasciami sola” edito da Guanda, opera autobiografica in forma epistolare dal profondo impatto emotivo. Nato da una felice intuizione di Paola Donati, lo spettacolo trova in Sara Bertelà le giuste corde interpretative nel raccontare il dolore e lo smarrimento interiore di una giovane donna già affetta dalla tisi, quando viene lasciata dal suo compagno, in modo crudele e distaccato, attraverso una semplice lettera d’addio. Così trovando spunto dalla lettera, il testo-monologo si apre a ampie riflessioni sulla condizione umana, sulla disillusione e sulla realtà condizionante della malattia.

“Lasciatemi sola”, studio tratto dal romanzo di Marcelle Sauvageot, a cura di Paola Donati, con Sara Bertelà. Nidodiragno in collaborazione con Fondazione Teatro Due di Parma. A Napoli, Galleria Toledo, dall’11 al 14/5
Chi ha paura di Virginia Woolf?

Il testo dell’americano Edward Albee con la regia di Arturo Cirillo, è una spietata riflessione sulla nostra cultura, sul nostro egocentrismo, sul nostro cinismo, e sull’amore. Una coppia di mezza età ha invitato a casa due giovani sposi che hanno appena conosciuto. In un vorticoso crescendo di dialoghi serrati, con la complicità della notte e dell’alcool, il quartetto si addentra in una sorta di gioco della verità che svela le reciproche fragilità individuali e di coppia. Il risultato della serata è un gioco al massacro, una sfida collettiva alla distruzione di sé e degli altri, che rende ogni personaggio, allo stesso tempo, vittima e carnefice.

“Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Edward Albee, traduzione Ettore Capriolo, regia Arturo Cirillo, con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Edoardo Ribatto, scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi, luci Mario Loprevite. Produzione Tieffe Teatro Milano / Marche Teatro. A Roma, teatro Vascello, dal 9 al 14/5.

Balletto dell’Opera di Bordeaux a Modena e Vicenza

È un tributo al balletto classico la “Soirée Petipa: les Grands Ballets Classiques” del Balletto dell’Opera di Bordeaux, concepita da Charles Jude, che ripercorre i momenti principali dell’arte di Marius Petipa, padre fondatore della danza classica e del balletto romantico, con una serie di estratti dai più celebri dei suoi balletti del vasto repertorio creato tra metà Ottocento e inizio Novecento. Dal terzo atto di “Paquita”, con l’italiana Sara Renda accompagnata da Roman Mikhalev, all’adagio dal secondo atto de “Il lago dei cigni” con Claire Teisseyre e Kase Craig; dal passo a due dal terzo atto de “La Bella Addormentata”, interpretato da Sara Renda e Ashley Whittleì, per finire con un altro celebre passo a due, dal terzo atto del “Don Chisciotte”, con Diane Le Floc’h e Neven Ritmanic. Infine una vera e propria esplosione di virtuosismo, con il terzo atto completo dal balletto “Raymonda”, il Grand Pas Hongrois, con Oxana Kucheruk accanto a Oleg Rogachev e al Corpo di ballo dell’Opera di Bordeaux. Questo atto, considerato uno dei capolavori del maestro francese, è stato nel tempo un banco di prova  per tutti i grandi interpreti, da Balanchine a Nureyev, fino a Baryshnikov negli anni ’80.

A Modena, Teatro Comunale Luciano Pavarotti, l’11/5; a Vicenza, Teatro Comunale, per VicenzaDanza XXI edizione, il 13/5.

Le acrobazie dei Black Blues Brothers

È lo spettacolo acro-pop del momento. Black e Blues non sono solo colori ma soprattutto stati d’animo; Brothers non è solo una parola ma un modo di essere; cinque scatenati acrobati/ballerini provenienti dal Kenya, uniscono la fisicità e la plasticità dei movimenti che richiamano le loro origini africane al sound inimitabile del Rhythm & Blues, in eleganti abiti american style. Ambientato in un elegante locale in stile Cotton Club, tutto ciò che è presente in scena diventa espediente per nuove performance acrobatiche: sedie, tavoli, persino specchi, diventano strumenti di gioco per i Black Blues Brothers, all’interno di una storia fatta di gag esilaranti, e spassose sfide di ballo.

The Black Blues Brothers, scritto e diretto da Alexander Sunny, coreografie Electra Preisner e Ahara Bischoff, scenografie Siegfried e Loredana Nones, Studiobazart – Mousiké. A Roma, Teatro Quirino, dal 12 al 14/5; a Gallipoli, il 27; a Lomza (Polonia) il 30; Mezzocorona, il 21/6;Fossano, Mirabilia, l’1 e 2/7.

 

 

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