In scena a dicembre

L’offerta dal palcoscenico in Italia per la fine del 2016 a cominciare dagli Almanacchi della Grande Guerra fino a Cechov, il Macbeth di Shakespeare e molto altro ancora
teatro

Come un ricco suddito resta sempre un suddito

 

Nell’ambito del progetto Carissimi Padri… Almanacchi della Grande Pace (1900-1915) dedicato all’esplorazione, condivisa con la città di Firenze, delle ragioni (o piuttosto delle follie) che un secolo fa condussero l’Europa nel gorgo autodistruttivo della Grande Guerra, fa tappa una nuova ‘mise en espace’.  Il lavoro è volto a indagare – con lo sguardo ironico e sempre tagliente di certo teatro didattico di brechtiana memoria – i bizzarri e spietati dispositivi storico-sociali grazie a cui, agli albori del XX secolo, il vecchio Continente, per quanto lanciato verso traguardi mirabolanti nel campo economico e culturale, si ritrovò a essere (mal) governato da improbabili ministri e imperatori, siccome da altrettanto grotteschi “sudditi” di rango. Ripercorrendo alcuni momenti salienti della vicenda di Diederich Hessling, protagonista del romanzo satirico Il suddito di Heinrich Mann, la mise en espace gioca a mettere in luce quei tragicomici meccanismi di affermazione del potere e costruzione del consenso che, cent’anni or sono, furono fatali all’Europa. D’altronde, osservare gli errori di ieri è un modo per riflettere (con opportuno straniamento) sui pericoli, assai simili, con cui, mutatis mutandis, siamo chiamati a confrontarci oggi. “I pugni ricolmi d’oro ovvero come un ricco suddito resta sempre un suddito, Fantasmagoria da Heinrich e Thomas Mann in salsa brechtiana”, regia Claudio Longhi, con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo

A Firenze, Teatro Niccolini, fino all’11/12. Produzione Fondazione Teatro della Toscana.

 

Gli svenimenti di Cechov

Elena Bucci e Marco Sgrosso si accostano per la prima volta a Cechov secondo quella modalità che, spesso, caratterizza i loro lavori: indagare oltre la singola opera, cogliendo le intime connessioni tra la vita dell’autore e la sua scrittura, scoprendo legami insospettati o azzardando nuove chiavi di lettura. Lo spettacolo è un delicato e accurato pastiche teatrale, recuperando gli atti unici di Cechov, Domanda di matrimonioL'Orso e I danni del tabacco, intrecciandoli alle lettere di Olga Knipper indirizzate al drammaturgo, le riflessioni di Cechov sul modo di Stanislavskij nel mettere in scena le sue opere, frammenti di racconti e l'eco dei grandi capolavori, dal Giardino dei ciliegi al Gabbiano. In un gioco d'identità, tra personaggi, persone veramente esistite, fantasie, possibilità, l’allestimento muove accanto e intorno al segreto della scrittura e del teatro, scivolando avanti e indietro nel tempo, come se il palcoscenico desse la facoltà di attraversare la zona sconosciuta tra vita e morte. “Svenimenti, un vaudeville”, da Anton Cechov, compagnia Le Belle Bandiere, con Elena Bucci Marco Sgrosso, Gaetano Colella. A Napoli, Teatro Nuovo, dal7 all’11/12.

 

 

Un Macbeth contaminato

In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, Luca De Fusco firma la regia di Macbeth,tra i testi più teatralmente perfetti per coerenza e consequenzialità della struttura drammaturgica. Racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, che, divorato dall’ambizione e dalla brama di potere, instillatagli dalla profezia di tre streghe, insieme alla moglie progetta e porta a compimento il regicidio per salire al trono. Una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi e ambigui.«Questa edizione del Macbeth – dichiara il regista – si pone come ideale prosecuzione del lavoro già avviato con Antonio e Cleopatra e Orestea, due spettacoli che si sono fortemente connotati nel senso della sperimentazione e della contaminazione tra linguaggi. Anche in questo caso il teatro si mescola con le installazioni video in modo ancora più complesso e variegato rispetto ai lavori precedenti».
“Macbeth”, di William Shakespeare, traduzione Gianni Garrera, adattamentoe regia Luca De Fusco, scene Marta Crisolini Malatesta, costumi Zaira de Vincentiis, luci Gigi Saccomandi, musiche Ran Bagno, installazionivideo Alessandro Papa, coreografie Noa Wertheim, con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea. Produzione  Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. A Catania, Teatro Verga, dal 7 al 18/12; a Genova, Teatro della Corte, dal 17 al 22/1/2017.

 

 

Maratona di New York

Lo storico testo teatrale dell’autore e drammaturgo Edoardo Erba,  ritorna nello stesso teatro dove debuttò nel gennaio 1993.Il racconto altro non è che le chiacchiere di due giovani, Stefano e Mario, che si allenano per la maratona di New York. Dietro questa apparente normalità, durante questo ennesimo allenamento notturno, ecco che emerge qualcosa di inaspettato. L’allenamento prosegue nel tentativo di raggiungere il passaggio a livello alla fine della strada; la corsa inizia a essere faticosa e i muscoli non ce la fanno più. Unico sostegno per non mollare è la profonda amicizia che lega i due amici; ecco che il passaggio a livello diviene un traguardo irreale, ecco che emergono le inquietudini dei personaggi nel tentativo di dare un senso a se stessi, alla vita, al proprio agire; Stefano e Mario si ritrovano in un non-luogo dove la corsa diviene metafora della vita. “Maratona di New York”, di Edoardo Erba,  regia di Maurizio Pepe con Marcello Paesano e Edoardo Purgatori. A Roma, per la sezione LARGE della stagione teatrale all’Argot Studio, fino al 18/12  

 

 

Il Caravaggio di Vittorio Sgarbi

"Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c'è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l'importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l'Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un'epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. …Nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio." Vittorio Sgarbi e ci condurrà, attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, in uno spettacolo teatrale arricchito dalla musica di Valentino Corvino, e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio. La regia è di Angelo Generali.“Caravaggio” di Vittorio Sgarbi. A Roma,Teatro Sistina dal 9 all’11/12

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons