In scena

Da "La Metamorfosi" di Kafka Luca Micheletti ricava un testo teatrale; Alessio Boni racconta Michelangelo in uno spettacolo multimediale e Massimo Sgorbani si ispira ad un fatto di cronaca per il monologo di un detenuto americano scampato alla pena di morte perché obeso
La Metamorfosi di Kafka a teatro: regia e drammaturgia di Luca Micheletti

La Metamorfosi di Luca Micheletti
L’attore, regista e dramaturgo, affronta il testo emblematico di Kafka la cui letteratura è capace come poche altre di tradurre il disagio dell’uomo contemporaneo in mirabili e struggenti parabole sulla compromissione della sanità, sulla subordinazione dell’esistenza alla sussistenza, sulla trasformazione grottesca dell’essere umano in una cosa "alienata", dotata di un’anima che egli stesso stenta tragicamente a riconoscere e a nutrire. Lo spettacolo, inoltre, grazie alla chiave di lettura prescelta, diviene un laboratorio d’analisi non soltanto dei sentimenti e degli atti del sofferente, ma anche un "confessionale" per il diario intimo di tutti coloro che, in difficoltà, si confrontano con la diversità e la difficile strada dell’assistenza. La metamorfosi non è soltanto quella dell’altro, bensì quella del proprio "io", posto di fronte alla prova dell’incontro con la diversità. "La metamorfosi", dal racconto di Franz Kafka, regia e drammaturgia di Luca Micheletti, scene Csaba Antal, costumi Claudette Lilly, luci Cesare Agoni, drammaturgia musicale Roberto Bindoni, suono Edoardo Chiaf, con Dario Cantarelli, Laura Curino, Luca Micheletti, Claudia Scaravonati. Produzione CTB Teatro Stabile di Brescia – Emilia Romagna Teatro Fondazione. A Brescia, teatro Santa Chiara, dal 18 febbraio al 16 marzo; Modena, Teatro delle Passioni, dal 18 al 30 marzo.

L’invenzione della solitudine con Giuseppe Battiston
Intepretato da Battiston, il monologo, tratto dal romanzo autobiografico di Paul Auster, riflette sulla difficoltà di essere figli e padri e su come, secondo la visione dell’autore, il caso impercettibilmente governi le vite. Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, Auster si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, riscoprendo un padre semisconosciuto e assente attraverso tracce labili, oggetti e carte, il protagonista riscopre i frammenti di un’esistenza estranea, che è in parte anche la propria, ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. "L’invenzione della solitudine", di Paul Auster, con Giuseppe Battiston, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, musiche Stefano Bollani, produzione Teatro dell’Archivolto/ Teatro Stabile di Genova. Teatro Era, Pontedera, il 21 febbraio.

Alessio Boni racconta Michelangelo
Affascinante spettacolo multimediale (nato per il Festival TonesOnTheStones 2012) Alessio Boni dà voce alle idee e alle emozioni – in prosa e in versi – di uno dei sommi artisti di tutti i tempi; e ne racconta il legame con la materia e gli strumenti della sua arte, e in particolare la nivea pietra calcarea da cui sapientemente "libera" le forme prigioniere, eliminando il superfluo fino a rivelare l'essenza dell'opera imprigionata nella roccia. Tra le coreografie di Walter Matteini interpretate da Samuele De Luca e Julio Cesar Quintanilla della Compagnia Imperfect Dancers, su una materia sonora che suggerisce l'eco dell'atelier dello scultore e tra i riflessi delle immagini dei suoi capolavori, Boni scava nell'anima di Michelangelo per restituire per illuminazioni e intuizioni frammenti di verità sull'artista e sull'uomo. "La carne del marmo", regia di Alessio Pizzech. A Sassari, Nuovo Teatro Comunale il 17 e18 febbraio; Cagliari,Teatro Massimo il 19; Carbonia, Teatro Centrale il 20.

Maternity Blues (From Medea)
Dopo il debutto lo scorso anno al Teatro Argot Studio torna a Roma con un cast modificato in cui entra a far parte Amanda Sandrelli. Elena Arvigo – qui regista e attrice – sceglie di parlare di un argomento tanto delicato quanto attuale e lo affronta da un lato seguendo la traccia di Grazia Verasani nel suo libro From Medea, dall’altro confrontandosi direttamente con le attrici attraverso delle improvvisazioni durante la fase di creazione dello spettacolo. In un ospedale psichiatrico giudiziario, che riporta subito a quello famoso di Castiglion delle Stiviere (Mn), si incontrano quattro donne che hanno commesso il reato di infanticidio. Sono la dolce Marga, l’aggressiva Eloisa, la giovanissima Rina e la più consapevole Vincenza. Le quattro protagoniste trascorrono il loro tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza consolazione.
“Maternity Blues (From Medea)”, di Grazia Verasani, con Amanda Sandrelli, Elodie Treccani, Xhilda Lapardhaja, Elena Arvigo. Roma, Teatro Belli dal 18 febbraio al 2 marzo.

L’Angelo della gravità
Stati Uniti: un detenuto nel braccio della morte in attesa dell’impiccagione. Colpo di scena: esecuzione sospesa per obesità. Il condannato, troppo grasso, avrebbe spezzato la corda del boia. Paradossi tragici della pena di morte. Da questo fatto di cronaca, Massimo Sgorbani ha tratto un monologo dal punto di vista del detenuto, imprigionato, oltre che nella sua cella, in una situazione surreale quanto verosimile. È la storia di un obeso, un uomo con evidenti problemi di disordine alimentare e di immaturità psicologica, un animo infantile intrappolato in un corpo cresciuto a dismisura la cui sola consolazione è il cibo. E proprio inseguendo il cibo l’uomo approda nel paese da favola dove i supermercati sono aperti a tutte le ore e i panini sono come quelli dei fumetti. Il testo, Premio Speciale della Giuria Riccione 2001 "Bignami-Quondamatteo", sarà in scena al Festival di Teatro Patologico. "L’Angelo della gravità (un’eresia)" di Massimo Sgorbani, regia, scene e costumi Domenico Ammendola, con  Leonardo Lidi. Roma, Teatro Patologico, via Cassia 472, dal 20 al 22 febbraio.

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