In scena

Tanti spettacoli di qualità, in giro per l'Italia: dai "Mormorii dei muri” di Aurelia Thierée Chaplin allo Schiaccianoci, dal "Il discorso del re” di Luca Barbareschi a “Il Vasetto di Pandora” di Luciano Capponi
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I “Mormorii dei muri” di Aurelia Thierée Chaplin
È elegante, immaginifico, delicato, stravagante, spiritoso, vigoroso, farsesco, misterioso, il tutto unito dal virtuosismo e dall’eleganza che contraddistinguono la performance di Aurelia Thierée (nella foto) – figlia di Victoria Thierée Chaplin -, del danzatore Jaime Martinez e del clown-acrobata Magnus Jakobsson. Liberamente ideato intorno a una giovane donna, Aurelia, alle prese con un surreale trasloco della sua casa, Murmures stesso è in costante in movimento, lo stesso movimento dei sogni… perché nei sogni gli oggetti, i luoghi, i costumi e le persone appaiono e scompaiono fluidamente, cambiando forma e tempo. Alti edifici scivolano dentro e fuori dal palcoscenico, prima risucchiando e poi espellendo i personaggi. La vita è effimera, ingannevole, insinua Murmures in una serie di accattivanti variazioni. Come le bolle di sapone, la cui bellezza cangiante ci delizia per un momento e poi scompare senza lasciare traccia. “Murmures des Murs”, produzione
Compagnie des Petites Heures / Victoria Thierrée Chaplin. A Milano, Crt Teatro d’Arte, fino al 6/1/2014.

“Lo schiaccianoci” al San Carlo di Napoli
Torna in scena uno dei titoli più amati della tradizione natalizia: “Lo schiaccianoci”, balletto di Marius Petipa e Lev Ivanov su musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij, qui nella coreografia del direttore del Corpo di Ballo Alessandra Panzavolta che riprende le creazione originale firmata da Ivanov. A dirigere l'orchestra, uno specialista del genere come David Coleman da sempre legato al balletto e in particolare alle produzioni di Rudolf Nureyev. L'allestimento è quello del 2003, con scene di Nicola Rubertelli e costumi di Giusi Giustino. Nei ruoli principali si alterna un cast che sfoggia nei panni del Principe Giuseppe Picone e con lui la ballerina originaria di Skopije Marija Kicevska nel ruolo di Clara. Nel secondo cast Alessandro Macario e Anbeta Toromani. Al Teatro San Carlo di Napoli, dal 29/12/2013 al 5/1/2014

“Il discorso del re” di Luca Barbareschi
Dopo il grande successo della scorsa stagione continua la tournèe della celebre commedia centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del Re Giorgio V, e ambientata in una Londra surreale, a cavallo tra gli anni 20 e 30. Una commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezza, ricca di ironia, ma soffusa di malinconia, a tratti molto commovente, ma capace anche di far ridere. Di risate che nascono dal cervello e si trasmettono al cuore. Così come le lacrime non nascono da un intento ricattatorio, ma dall’empatia, da una condivisione sentimentale di difficoltà umane. Il discorso del Re parte dai fatti storici per addentrarsi in un dramma personale, senza abbandonare mai la Storia, che è una presenza imprescindibile di ogni istante della commedia al fianco dei protagonisti. Il testo teatrale sfrutta l’aspetto psicofisico della disarticolazione verbale per raccontare il rapporto tra il Paese colono e l’Impero per cui sacrifica i propri figli in guerra. E dimostra come aneddoti nascosti nelle pieghe della Storia possano elevarsi alla potenza dell’epica, se narrati con perizia e ritmo. “Il discorso del re” di David Saidler, con Luca Barbareschi e Filippo Dini. A gennaio, in tournèe a: Osimo, l’8/1; Cortona (Pi) il 9; Volterra il 10; Prato l’11 e 12; Aosta il 14 e 15; Busto Arsizio il 16; Saronno dal 17 al 19; Alessandria il 20; Grosseto il 22; Ferrara dal 23 al 26.

Notes de la Nuit all’Opera di Roma
Ritornano le atmosfere evanescenti evocate nel trittico di danza contemporanea dedicato al fascino misterioso della notte. Del giovane coreografo partenopeo Francesco Nappa è Quartetto, visionario affresco creato proprio per la compagnia capitolina sulle note ipnotiche e sincopate di Philip Glass che hanno ispirato i movimenti di quattro coppie immaginate da Nappa come immerse in una esplosione di ritmo puro, libero da qualsiasi forma di racconto. A seguire, Aunis, una creazione del coreografo francese Jacques Garnier, con un trio maschile sulle note di Maurice Pacher attraverso i ricordi dell’infanzia. Chiude la serata l’onirica visione di Micha van Hoecke Aria Tango, dove la notte prende vita in un teatro vuoto con la complicità delle musiche di Luis Bacalov, in un racconto per immagini di stati d’animo, paure, passioni di un ragazzo che inizia a danzare con essa e con tutte le creature che la popolano. Protagonista Alessio Carbone, premier danseur dell’Opéra di Parigi. A Roma, Teatro dell’Opera, dal 5 al 9 gennaio.

“Il Vasetto di Pandora” di Luciano Capponi
Autore e regista ‘di frontiera’, Capponi continua a sorprendere con i suoi racconti imprevedibili, capaci di rilanciare la mente al di là dei propri ostacoli. Questa volta porta in scena la teoria apocalittica della fine del mondo, insieme a una curiosa ipotesi di sopravvivenza. Lo spettacolo è una favola divertente (inquietante?) sul futuro non tanto remoto dell’umanità, un racconto sarcastico ed esilarante sui sopravvissuti all’ultimo cataclisma. Una manciata di impavidi controeroi si confronteranno non solo con la scarsità di risorse e di cibo, ma con gli inganni della mente e resteranno a testimoniare l’ultimo ‘pit stop’ della razza umana. Fine della storia. Fine delle parole. Fine dei maestri. Fine. La domanda è d’obbligo: ‘Riusciranno i nostri eroi….?’ Forse loro no, ma noi, parafrasando una celebre dichiarazione, ‘noi… speriamo che ce la caviamo’. Con Pietro Daniele Aldrovandi, Giulio Brando, Valentina Scorsese, Ione Medina, Manlio Guadagni. Al Piccolo Eliseo di Roma, dal 31/12 al 5/1/14.

 

 

 

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