In scena

Tra i debutti della settimana, al Teatro Due di Parma "La visita della vecchia signora", del giovane regista Averone, sguardo grottesco e sagace sulla società attuale
La visita della vecchia signora

La visita della vecchia signora
 
La messinscena del testo dello scrittore svizzero completa un percorso, perseguito dal Teatro Due, sulle dinamiche della corruzione, sul potere e sull’avidità, sullo scontro tra il singolo e la comunità, sulla ferocia che emerge nella crisi. Il giovane regista Averone (anche attore dell’ensemble) adotta uno sguardo grottesco, fortemente comico, mai volgare, lieve eppure sagace, per parlare ancora una volta al pubblico di crisi, economica, sociale, morale.
 
Protagonista è Claire Zachanassian, la vecchia signora del titolo, tornata a visitare la sua città natale – dalla quale era stata allontanata e nel frattempo arricchitasi – per vendicarsi del suo ex fidanzato che negò la paternità del bambino che lei portava in grembo e che corruppe due ubriaconi perché dichiarassero in tribunale di aver avuto rapporti con lei.
 
Un personaggio addolorato e disilluso, che porta in sé la disperazione cristallizzata in vendetta, un monstrum che incarna la sfida e la solitudine, un’aggregazione di parti dotata di una fisicità che la rende diversa e grottesca, minacciosa e dolente al tempo stesso.
 
La visita della vecchia signora, di Friedrich Dürrenmatt, traduzione di Aloisio Rende, regia Alessandro Averone. Parma, Teatro Due, dal 17 al 22 aprile.
 
 
 
Apripista – Festival del Circo Contemporaneo
 
Il secondo spettacolo di questa seconda edizione vede sotto lo chapiteau la nuova creazione della compagnia “Un loup pour l’homme” Face Nord. Quattro acrobati-portaturs-voltigeurs trascinano l’immaginario degli spettatori nelle loro ricerche intorno al contatto e alle relazioni pericolose dei corpi urtati. Una scrittura fatta di regole e di giochi fisici, un’esperienza che trova le premesse dell’acrobazia nell’innocenza dei giochi dell’infanzia.
 
L’acrobata non cessa di provare i limiti del proprio corpo, spingendolo in un combattimento senza fine di cui gli avversari sono la sua realtà fisiologica, la gravità, le leggi della fisica. Una lotta persa in partenza. L’artista circense è un eroe assurdo e tragico, la vanità del suo combattimento gli conferisce tutta la sua bellezza. Non può rassegnarsi ad accettare la sua condizione: la sua ribellione è la sua umanità.
 
Roma, Auditorium Parco della Musica, il 21 e 22 aprile.
 
Happy Days, il musical
 
La serie tivù, nata nel 1974 sull’onda del successo cinematografico del film American Graffiti ha accompagnato generazioni di spettatori per 11 stagioni. Ambientata nella Milwaukee degli anni Cinquanta, carica di sogni e di speranze, racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, ma senza dimenticare solidi valori morali, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese, i Cunningham, e con il mitico Fonzie, il meccanico dal fascino irresistibile e dall’inconfondibile “hey”, con i capelli impomatati e l’indimenticabile giubbotto di pelle, capace di attirare l’attenzione schioccando le dita, una vera e propria icona generazionale.
 
La versione italiana del musical – prodotta da Compagnia della Rancia – ha preso forma sotto la guida di Saverio Marconi, che ha lavorato, con un tocco tutto italiano, sulla struttura dello spettacolo, sulla caratterizzazione dei personaggi e su come raccontare questa storia e ricordare i pomeriggi spensierati davanti alla tivù.
 
Happy Days, con Giovanni Boni, Sabrina Marciano, Riccardo Simone Berdini, Luca Giacomelli, Maria Silvia Roli, Floriana Monici. Roma, Teatro Brancaccio, fino al 29 aprile.
 
Otello secondo Garella
 
Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico. Ancora oggi gli spettatori sono abituati a sentire i nomi di Iago, Desdemona, Otello, a legare a essi un racconto di gelosia e di sangue e a restare avvinti dalle passioni che muovono i destini di quei personaggi. Conoscendo l’esito tragico della storia, oggi come allora, il pubblico continua a interrogarsi sulla fragilità della natura umana.
 
Diretta da Nanni Garella, la nuova versione di questa tragedia proposta dal Teatro Stabile di Bologna, vede Massimo Dapporto confrontarsi per la prima volta con il ruolo di Otello, affiancato da Maurizio Donadoni nei panni di Iago, e da Lucia Lavia in quelli della bella Desdemona. Tre attori di razza, a incarnare le passioni forti di cui vive il dramma shakespeariano.
 
Otello, di William Shakespeare, traduzione, adattamento e regia Nanni Garella. Bolzano, teatro Comunale, dal 19 al 22 aprile.
 
L’anno del pensiero magico
 
John Gregory Dunne, sposato con Joan Didion, muore all’improvviso. E per Joan inizia l’anno del pensiero magico. Un periodo in cui tutto viene rimesso in discussione, riconsiderato, riformulato. Un anno di ricordi, riflessioni, letture, strategie di sopravvivenza. E quel pensiero vorrebbe cambiare il passato, far tornare indietro il compagno di tutta una vita. Fino a che, dopo un anno e un giorno, Joan si rende conto, quasi suo malgrado, che qualcosa sta cambiando, che per continuare a vivere bisogna lasciare andare le persone amate. Il testo di Joan Didion è messo in scena da Luciano Melchionna, interprete Stefania Rocca.
 
L’anno del pensiero magico, di Joan Didion. Roma, Teatro Palazzo Santa Chiara, fino al 28 aprile.
 

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