In scena

Una panoramica degli appuntamenti della settimana: dal  Riccardo III di Shakespeare, regia e interpetazione di Alessandro Gassman, a Le Rane di Aristofane della compagnia Teatro Due di Parma. Mentre a Roma Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi sono alle prese con tipiche situazioni matrimoniali...
Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi in "Due di noi" al Quirino a Roma.

Due di noi: Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi
Tre emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali, recitate da un'unica coppia d'attori. In Black and silver, marito e moglie, col sistema nervoso logorato da un pargoletto insonne e urlante, tornano in vacanza a Venezia dove avevano trascorso la luna di miele. Il confronto passato/presente è inevitabilmente comico, tenero, con una punta d'amarezza. In Mr. Foot, la comunicazione di coppia è praticamente azzerata: la moglie sopperisce dialogando in modo surreale con il piede del marito, l'unica parte del corpo che ne tradisce qualche sprazzo emotivo. In Chinamen, i due si ritrovano a dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, una coppia di amici da poco separati. Qui il meccanismo comico è potenziato dal meccanismo di entrate, uscite e travestimenti, dei due attori impegnati in cinque ruoli diversi,  in un vorticoso crescendo di equivoci. Uno spettacolo che diverte ma fa anche riflettere. “Due di noi” ,di Michael Frayn, con Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi, regia Leo Muscato. Roma, Teatro Quirino, dal 12 al 24/3.

Riccardo III secondo Gassman
Alessandro Gassman affronta per la prima volta, non solo da interprete ma anche da regista, una tragedia di Shakespeare, grazie all’incontro artistico con il drammaturgo Vitaliano Trevisan, la cui traduzione-adattamento del Riccardo III gli ha fatto intravedere la possibilità di mettere in scena un classico in modo moderno e originale, pur rispettoso del testo originale: «Con Trevisan – annota Gassman – ci siamo trovati concordi nell'idea di trasmettere i molteplici significati dell’opera attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che la liberasse da ragnatele linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, e la sua straordinaria attualità». “Riccardo III”, di William Shakespeare, regia Alessandro Gassman, con Manrico Gammarota, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Mauro Marino. Genova, Teatro della Corte, dal 12 al 17/3. In tournée, e al Goldoni di Venezia dal 24 al 28/4.

“La porta”di Magda Szabò
Un romanzo che ci riguarda. Perché, oltre allo scorrere, nelle sue pagine, di tutta la storia europea del Novecento, c’è quel dire quanto sia difficile cercare un equilibrio fra affetto e premura, fra amare qualcuno e consentirgli di essere sé stesso, senza doverlo a tutti i costi “controllare”. C’è un legame fra due donne diversissime, all’apparenza quasi opposte: la scrittrice Magda, agiata e sola, piena di dubbi e sussulti emotivi, e la “vecchia” Emerenc, assunta come donna delle pulizie, dalla personalità fuori dagli schemi, emblema dell’ombrosità, eppure impeccabile in tutto quello che fa, che però non accetta di condividere niente con nessuno e non permette di varcare la porta della sua casa. Nascondendo cosa? “La porta”, dal romanzo di Magda Szabò, con Barbara Valmorin e Alvia Reale, regia di Stefano Massini. Roma, teatro Il vascello, fino al 24/3.

Danza a Fattoria Vittadini
Due giovani gruppi a confronto per un duplice appuntamento di respiro europeo. “Piece of me” della compagnia berlinese Matanicola di Matan Zamir (Israele) e Nicola Mascia (Italia) è un duetto intimo e inaspettato, sviluppato a partire da una collezione di frammenti sulla descrizione di sé stessi. A seguire lo studio sulla nuova produzione di Fattoria Vittadini, “Intervention #3/Milano Return”, un progetto coreografico sviluppato con Matanicola, che utilizza l'improvvisazione come strumento creativo coinvolgendo il pubblico nel processo compositivo. Al teatro Ringhiera, Milano, dal 15 al 17/3.

Le Rane di oggi
Il nucleo storico dell’Ensemble di attori del Teatro Due di Parma, affronta attraverso questo classico della commedia greca la cruciale questione del ruolo politico della cultura, dell’arte, della poesia e del teatro nella società civile. E lo fa con comicità e leggerezza, al ritmo di un sirtaki, lanciando frasi in un megafono, inscenando un duello poetico, affidando al voto del pubblico il responso. Come si può salvare una città che non sa distinguere il bene dal male? “Le Rane” di Aristofane, compagnia Teatro Due, regia Gigi Dall’Aglio. Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 12 al 24/3.

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