In scena

Tanti gli appuntamenti della settimana. Da segnalare a Milano "Il panico" di Rafael Spregelburd, regia di Luca Ronconi, e a Genova l'universo di una donna vittima della violenza del marito scandagliato da Marina Massironi
Il panico di Spregelburd e Ronconi

Il panico di Spregelburd e Ronconi
Dopo La modestia ecco un altro dei sette vizi capitali “ripensati” in chiave contemporanea da Spregelburd. Ronconi prosegue così la ricerca sulla Eptalogia dell’autore argentino. In scena 16 attori tra i più affermati della scena italiana, fra cui Maria Paiato, Manuela Mandracchia, Paolo Pierobon, Sandra Toffolatti. «Un testo che parla della vita e della morte, intese come due territori», spiega Ronconi. «Come La modestia, è una commedia bipartita, dove gli attori sembrano stare sempre da un’altra parte. I personaggi infatti danno l’impressione di essere continuamente profughi, di vivere, in un certo senso, la vita degli altri». “Il panico” di Rafael Spregelburd, regia Luca Ronconi. Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 15/1 al 10/2.

L’universo femminile di Marina Massironi
Dal romanzo dello scrittore irlandese, narrato con una capacità rara di descrivere e analizzare l’universo femminile, il testo, trasformato in monologo, ideale per la pensosa leggerezza di Marina Massironi, è un viaggio duro in una vicenda potentemente contemporanea: la vicenda di una donna che precipita improvvisamente nelle profondità di un dolore fisico e psicologico, dove lo sbattere la testa nelle porte diventa metafora per nascondere la violenza subita dal marito. “La donna che sbatteva nelle porte”, di Roddy Doyle, con Marina Massironi, regia e drammaturgia Giorgio Gallione. A Genova, Teatro dell’Archivolto, 18 e 19/1.

Ifigenia in Aulide a Modena
Una nuova sfida con otto giovani attori in cui didattica e lavoro sull’attore s’influenzano vicendevolmente. «Mi intrigava – scrive il giovane regista Marco Plini – il tema della guerra, della manipolazione della massa-esercito da parte dei suoi comandanti-politici, il sacrificio di un padre nei confronti della giovane figlia Ifigenia e di come tutto questo venisse raccontato in un clima in cui gli elementi fondativi della tragedia, gli dei, l’etica, fossero preda di una follia collettiva in cui ciascuno cerca di salvare se stesso… Un testo attuale e terribile». “Ifigenia in Aulide”, di Euripide, adattamento e regia Marco Plini. Modena, Teatro delle Passioni, dal 15/1 al 3/2. Produzione Emilia Romagna Teatro.

Peter Brook a Palermo
Una riflessione appassionata e avvincente sul teatro attraverso diversi livelli di interpretazione: quello della commedia e del divertimento legato all’improvvisazione e alla presa in giro dei vizi teatrali, fino alle motivazioni nascoste nel rito del teatro. Basandosi su testi di Antonin Artaud, Gordon Craig, Charles Dullin, William Skahespeare, il grande regista Peter Brook propone una personale “summa” teatrale, che arriva al suo punto più alto nel momento finale, quello dell’apologo divino, in cui si racconta che Dio creò il teatro perché l’uomo non si annoiasse nel suo giorno di riposo. “Warum Warum” di Peter Brook e Marie-Hélène Estienne, con Miriam Goldschmidt, musica Francesco Agnello. A Palermo, Teatro Biondo, dal 16 al 20/1.

La scultura in danza
Ispirati dai capolavori di Gian Lorenzo Bernini, Antonio Canova e dal contemporaneo Enrico Ferrarini, i coreografi, fra cui il direttore di Maggio Danza Francesco Ventriglia, si servono della danza per liberare lo spirito che la scultura ha imprigionato. Quel cuore profondo scioglie la pietra lasciando andare i corpi danzanti. “Dal profondo del cuore”, compagnia Kaos Balletto di Firenze. A Firenze, Teatro Le Laudi, il 19 e 20/1.

La cantatrice calva
I protagonisti sono due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla. “La cantatrice calva” di Eugène Ionesco, regia di Massimo Castri. Avignola (Mo), Teatro E. Fabbri, il 17 e 18/1, e a Cento (Fe), Palaborgatti, il 19.

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