In scena

Marco Pantani, campione adulato e poi diffamato, è ora il soggetto di uno spettacolo scritto da Marco Martinelli, in tournée tra il Belgio e l'Italia. Mentre a Catania apre la stagione dello Stabile con Leo Gullotta nel "Sogno di una notte di mezza estate"
pantani

Pantani del Teatro delle Albe
Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani viene ritrovato senza vita. Aveva 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d'Italia e al Tour de France, le accuse di doping, rivelatesi poi infondate, lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. Tra il campione adulato e il morto di Rimini che giaceva in mezzo alla cocaina nei panni di un vagabondo, vi è tutta la complessità di un'epoca al tempo stesso sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna. La scrittura del regista Martinelli affonda nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri espiatori: attorno alle figure di Tonina e Paolo, i genitori di Marco, che ancora oggi stanno chiedendo giustizia per la memoria infangata del figlio, Martinelli mette in scena una veglia funebre e onirica, affollata di personaggi, che come un rito antico ripercorre le imprese luminose dell'eroe. 
“Pantani”, di Marco Martinelli, ideazione con Ermanna Montanari, coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl (Belgio). Ravenna, Teatro Rasi, dal 27/11 al 2/12; debutto internazionale Mons (B), Théâtre Le Manège, dal 9 al 13/12. In tournée

 

Festival Cerbiatti del nostro futuro
Il progetto del coreografo Virgilio Sieni mette in relazione un’articolata geografia di luoghi, attraverso la poeticità di azioni coreografiche eseguite da giovani interpreti di un'età compresa tra i 10 e i 13 anni. Un ciclo di percorsi che include botteghe artigiane, spazi recuperati all’interno di palazzi storici, ex chiese, musei, pensati e ridestinati per l’occasione alle pratiche del corpo e alla loro visione. I protagonisti aprono così a una percezione rinnovata: la tattilità, la natura dello sguardo, la memoria come dolce traccia sui corpi, il tempo presente che coincide con i luoghi dell’esperienza e del passato.
“Sieni Stanze segrete-Festival cerbiatti del nostro futuro”, coreografie Virgilio Sieni, poesie Elisa Biagini, cartoni animati Giacomo Piussi. Firenze, dal 30/11 al 2/12

La follia di Anna Cappelli
Da sola in scena Maria Paiato, artista di straordinaria intensità, dà vita a una donnina in apparenza docile e insignificante, osservata mentre scivola nella follia fino a farsi “mostro”, ma che l’autore (Annibale Ruccello, drammaturgo scomparso a soli trent’anni a metà degli anni Ottanta) colma di pietà: quella per i deboli, i traditi, i pazzi, i disperati, gli emarginati. Un testo ambientato  in una miserabile Italietta degli anni Sessanta, dove la protagonista del dramma porta in sé la miseria degli anni in cui divenne importante avere piuttosto che essere.
“Anna Cappelli, uno studio”, di Annibale Ruccello, regia di Pierpaolo Sepe, prodotto da Fondazione Salerno Contemporanea. Milano, Piccolo Tetaro Studio Expo, dal 27/11 al 2/12

A Parma, Natura Dèi Teatri
La 17esima edizione curata da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto di Lenz Rifrazioni presenta venti creazioni ispirate al tema concettuale: “Ovulo”, primo nucleo tematico del nuovo progetto triennale. Il festival cerca di indagare l’identità ovulare-macrocellulare nei linguaggi artistici contemporanei attraverso il lavoro di quindici artiste europee e statunitensi di rilievo nel panorama delle arti performative. Tutte donne le interpreti, capaci di tensioni estetiche estreme e provenienti da ambiti disciplinari differenti – teatro, musica, danza, video, performance -. Tra queste l’islandese Erna Ómarsdóttir, la tedesca Antonia Baehr, la videoartista serba Ana Adamovic. Inoltre Lenz Rifrazioni presenta la nuova creazione in sei capitoli “Aeneis in Italia”, una visione metastorica dei conflitti in Italia.
Natura Dèi Teatri – InContemporanea Parma Festival, Lenz Teatro, dall’1 al 9/12.

A Catania “Sogno di una notte di mezza estate”
Ad aprire la stagione dello Stabile catanese è Leo Gullotta che nel “Sogno…” sarà anche un Bottom con la testa d'asino, a rappresentare il mondo degli artigiani, la forza lavoro, il motore della società. C’è, poi, Puck, il mondo del soprannaturale, il segreto dell'animo dell'Uomo con le sue passioni e le sue stravaganze. Il tutto dentro una cornice dorata e ornata: il mondo del privilegio, la Casta che tutto determina e tutto racchiude. Shakespeare compone un’opera dal sapore particolarissimo. Il suo gusto sta tutto nella diversità delle spezie che ne condiscono l’insieme e nella sapiente, dosata, oculatissima miscela che egli sa farne, equilibrando con raffinata esattezza i sapidi elementi che concorrono all’alchimia del tutto: l’onirismo fantastico, il realismo, la digressione mitologica, la schermaglia d’amore e, certo non ultima, la parodia.
“Sogno di una notte di mezza estate”, di William Shakespeare, regia Fabio Grossi. Catania, Teatro Verga, dal 30/11 al 16/12. In tournée

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