In scena
Le creature di Sasha Waltz a Romaeuropa
Ad aprire il 32esimo Romaeuropa Festival (in collaborazione con il Teatro di Roma) è il nuovo spettacolo della coreografa tedesca Sasha Waltz, l’ultimo spettacolo creato a Berlino nel giugno 2017. È una visione esaltante e raffinata che fonde alle luci di Urs Schönebaum e alle musiche del trio Soundwalk Collective la sofisticata eleganza dei costumi scultorei e fantascientifici della visionaria fashion designer olandese Iris Van Herpen, abiti ispirati al mondo primitivo e alla tecnologia più avveniristica. In equilibrio tra vulnerabilità e violenza, tra potere e fragilità, tra rigore e indisciplina, tra solitudine e folla, tra caos e armonia, con “Kreatur” Waltz sembra lasciarsi alle spalle il sapore geometrico e architettonico delle sue più recenti collaborazioni per trovare una nuova carnalità e umanità. Con la sua fusione di artigianalità e tecniche innovative, di habitat sonori per nuove visioni e fragili e spinosi involucri per corpi inermi, “Kreatur” s’inabissa nei fenomeni dell’esistenza, esaminando il background di una società deteriorata: il potere e la sua assenza, il dominio e la debolezza, la libertà e il controllo, la collaborazione e l’isolamento.
A Roma, Teatro Argentina, dal 20 al 23/9.
Il Nederlands Dans Theater 2 a Reggio Emilia
Per il Festival Aperto, il primo appuntamento con la stagione di danza è con l’acclamato Nederlands Dans Theater 2 che propone quattro nuove creazioni, tre delle quali in prima nazionale. In “I New Then” il coreografo Johan Inger fa muovere quattro ragazze e cinque ragazzi su canzoni di Van Morrison. Non un gruppo all’unisono, ma individualità che si ergono e si ribellano ad esso. In “Mutual comfort” di Edward Clug, la caratteristica più peculiare sembra essere la contorsione con cui i corpi guizzano e scattano di continuo. Marco Goecke, autore di “Midnight Raga”, prende spunto dalla musica indiana di Ravi Shankar e, senza alcun riferimento alla danza indiana, fa emergere sin dall’inizio l’elemento distintivo del suo linguaggio nervoso dei movimenti, “cucito su misura” per i due danzatori. Chiude il programma “SH-BOOM!”: ispirati ai disegni satirici in bianco e nero di Francisco Goya, Sol Léon e Paul Lightfoot, combinano il senso dello humor con l’ironia, offrendo una riflessione su come le persone con origini diverse si relazionano le une con le altre.
A Reggio Emilia, Teatro Valli, il 23/9.
Giselle All’Opera di Roma
Capolavoro del balletto romantico, “Giselle” nasce nel 1841 dai due coreografi Jean Coralli e Jules Perrot, dall’intuizione del poeta e romanziere Théophile Gautier, e sulla partitura musicale di Adolphe Adam. Balletto dal fascino intramontabile, banco di prova di tutte le étoile e titolo del repertorio classico con cui i maggiori coreografi internazionali amano confrontarsi, “Giselle” nella versione di Patricia Ruanne torna sul palcoscenico del Teatro Costanzi quale ultimo titolo della stagione 2016-17. Ruanne, forte della sua esperienza di principal dancer e di Maître con e al fianco di Rudolf Nureyev, ha affrontato il riallestimento di questa pietra miliare nel 2000 per il Teatro alla Scala, quando ne era Direttrice, con le scene e i costumi di Aleksandr Benois, e nel 2015 per il Teatro dell’Opera di Roma, con le scene e costumi di Anna Anni. Per Ruanne è un balletto che sa ancora parlare al pubblico di oggi: l’amore non corrisposto, il tradimento, il perdono, così come l’eterna fascinazione per le cose che accadono dopo la morte, sono tematiche universali. La modernità di questo classico sta dunque nell’umanità della storia narrata, nel suo spessore emozionale. La versione di Ruanne si focalizza sul concetto che il vero virtuosismo consiste nel rendere invisibile la tecnica, e che la narrazione deve essere semplice come le vere emozioni per mantenere in vita l’essenza del balletto stesso. Nella sua “Giselle” ogni personaggio è dotato di profondità: per questo le Villi sono qui creature implacabili, amorevoli e femminili allo stesso tempo, la cui danza esprime molteplici sfumature.
Interpreti Rebecca Bianchi e la solista Susanna Salvi, e Claudio Coviello, in alternanza con Claudio Cocino e con il solista Michele Satriano. Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal maestro Nicolae Moldoveanu. Al Teatro dell’Opera di Roma, dal 20 al 24/9/2017
Le Memorie di Adriana Asti
È uno spettacolo sul punto di cominciare. Infatti, davanti alla porta chiusa del camerino di Adriana Asti va in scena invece un altro spettacolo, apparentemente non previsto. Una figura si affaccia nel buio: “Lei non verrà. Io la conosco. Molto meglio di quanto lei conosca se stessa…” e sarà lei, questa figura, a raccontare di quell’Adriana che non vuole entrare in scena, che fugge pur restando dov’è, che mostrandosi si nasconde, che dimenticando ricorda, che canta per restare sola. Un’attrice sul palco deve diventare un personaggio per riuscire a parlare di sé: è un inganno, forse una necessità. A raccontare non sono soltanto gli episodi di una lunga carriera, le ansie del palcoscenico, gli incontri con i più grandi registi di teatro e di cinema, i travestimenti, la leggerezza e la follia. A raccontare è il meccanismo stesso di questo spettacolo, la scelta di apparire senza rivelarsi, di guardarsi da fuori quasi con distacco, riversando su quell’altra se stessa ironia e rabbia, irritazione e tenerezza.
“Memorie di Adriana”, uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah, tratto dal libro “Ricordare e dimenticare, conversazione tra Adriana Asti e René De Ceccatty”, con Adriana Asti e Andrea Soffiantini, Andrea Narsi, Paolo Roda, Antonella Fuiano, musiche di Alessandro Nidi, al pianoforte Giuseppe Di Benedetto, drammaturgia Federica Di Rosa, scene Gian Maurizio Fercioni, luci Domenico Ferrari. A Milano, Teatro Franco Parenti, fino al 24/9.
Le marionette di Carlo Colla per Hansel e Gretel
Per la gioia di grandi e piccini, torna a Pistoia, il 23/9 al Teatro Manzoni, la Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli, ambasciatrice di quest’Arte nel mondo, con alle spalle quasi tre secoli di attività. Il teatro delle marionette, un vero ‘mondo in miniatura’, rappresenta una delle tradizioni più importanti nella storia del teatro italiano. In occasione della quinta edizione di “Infanzia e città”, dedicata al personaggio di Collodi e ai suoi ‘fratelli di legno”, va in scena “Hansel e Gretel”, la celebre fiaba dei Fratelli Grimm, adattata e diretta diretta da Eugenio Monti Colla, ‘anima’ della compagnia. La storia prende vita sul palco grazie a ben 11 marionettisti impegnati a manovrare da 6 a 24 fili per ciascuna delle marionette, immerse nelle sgargianti scene di Franco Citterio che introducono i diversi quadri, animati dalle musiche originali di Danilo Lorenzini.
Storia di perdono
Un uomo di sessant’anni e sessant’anni di un uomo con un’amnesia temporanea. La voce di una giovane donna a incidere, a comporre il dialogo, a prefigurare il ricordo di un vissuto o soltanto l’illusione che un giorno tutto possa accadere davvero. Una storia inventata a tutti gli effetti, anche se qualcuno potrebbe percepire in filigrana un’eco distorta e lontana proveniente dal vecchio Edipo a Colono di Sofocle: l’eroe della cattiva sorte, il “supplice che porta salvezza” scacciato e maledetto che vaga cieco e ramingo accompagnato dalla figlia Antigone. Una storia che riflette sul perdono, sul perdonare qualcun altro, ma in primo luogo perdonare se stessi. È questo un primo studio del nuovo progetto produttivo del gruppo di ricerca teatrale umbro “La società dello spettacolo” fondato nel 2007.
“Non è ancora nato” di Caroline Baglioni, Michelangelo Bellani, regia Michelangelo Bellani e C.L.Grugher, con Caroline Baglioni, C.L.Grugher e con il cane Ettore, disegno luci Gianni Staropoli, costumi Valentina Trabalza. Al Festival di Terni, il 22/9.