In scena

Don Carlos, Giulio Cesare, Il Gattopardo, Bull, The Roots, La Fresque, Più carati

Il Don Carlos di Marco Filiberti
È ispirato all’opera di Friedrich Schiller il nuovo spettacolo di Marco Filiberti, che nasce al termine di due residenze creative al Teatro Moriconi di Jesi e al Teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve. Non è solo uno spettacolo di prosa ma un compendio di diverse forme espressive, un universo dilatato che coinvolge tutti gli aspetti dell’artista sul palcoscenico. Nella rilettura dell’opera che il regista propone confluiscono temi cari al primo Romanticismo e insoliti scenari contemporanei con un linguaggio che fondono poesia, letteratura, pittura, musica, cinema, teatro ed elementi di danza. La drammaturgia, nel percorrere trasversalmente la Storia – fuori e dentro Schiller, nel ‘500 spagnolo, nel ‘700 tedesco, nel nostro tempo – porta in primo piano un nodo intricato della coscienza contemporanea: l’annientamento dell’essere umano e il trionfo della dittatura della mediocrità.

“Intorno a Don Carlos: prove d’Autenticità”, regia e drammaturgia Marco Filiberti, con Matteo Tanganelli, Diletta Masetti, Stefano Guerrieri Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi, coreografie Emanuele Burrafato, scene Benito Leonori, costumi Daniele Gelsi, light designer Mauro Toscano, sound designer Stefano Sasso. A Città della Pieve (Pg), Teatro Comunale degli Avvaloranti, l’8 e 9/4.

Giulio Cesare secondo Alex Rigola
Vivere appesi ad un filo, in uno stato di precarietà, di contraddizione continua, di violenza pervasiva e latente: da questa condizione umana prende avvio la strada che Rigola ha scelto di percorrere per guidare il lavoro dei 12 attori in scena per un testo epico, intenso ed appassionante, che ruota intorno all’esercizio del potere, in questa versione impersonato da una donna, Maria Grazia Mandruzzato, nel ruolo di Cesare, e Michele Riondino nel ruolo di Marcantonio. In questo dramma romano non ci sono eroi ma soltanto uomini. E non ci sono eroi perché nel “Giulio Cesare”, non ci sono certezze, né valori assoluti. Tutto passa e tutto cambia; i miti sorgono e decadono per essere sostituiti da altri che a loro volta crolleranno; la realtà è inafferrabile e sfuggente, osservabile da mille punti di vista, suscettibile di mille interpretazioni. Come quelle che attraversano questa versione del testo: contemporanea, viscerale, fuori dagli schemi e dalle categorie.

“Giulio Cesare” di William Shakespeare, traduzione Sergio Perosa, regia e adattamento Àlex Rigola. Stefano Scandaletti e Michele Maccagno. Silvia Costa, Pietro Quadrino, Raquel Gualtero e Andrea Fagarazzi, Margherita Mannino, Eleonora Panizzo, Riccardo Gamba, Beatrice Fedi; scene Max Glaenzel, musica Nao Albet, luci Carlos Marquerie, costumi Silvia Delagneau. Produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. A Pistoia, Teatro Manzoni, dal 7 al 9/4.

Il Gattopardo letto da Maria Paiato
Quattro serate per chi ama la letteratura, il teatro, il racconto della vita. Quattro puntate di lettura del grande capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa affidate alla voce e alal presenza scenica di Maria Paiato. Una sfida bellissima e insieme coraggiosa. Bellissima, per la potenza di un testo che sa raccontarci come siamo diventati italiani e perché lo siamo diventati in questo modo contraddittorio, eroico, ipocrita, generoso e disarmante. Coraggiosa, perché chiede pazienza, attenzione, fedeltà. Quattro appuntamenti per entrare in un mondo lontano nel tempo, ma nostro.

“Il Gattopardo”, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con Maria Paiato, regia Giulio Costa. A Roma, teatro Brancaccino, dal 6 al 9/4.

Nel ring della competizione
La competizione, le strategie dell’ambizione, lo spettro della disoccupazione che ci fa pronti a tutto, nella giungla del mondo del lavoro oggi, sono centrali in “Bull, commedia spietata e politicamente scorretta del londinese Mike Bartlett (classe 1980), vincitrice del Premio Laurence Oliver 2015, nella messa in scena del regista emergente d’origine udinese e ora operativo a Milano Fabio Cherstich. Tre dipendenti aspettano il capo, per sapere chi di loro sarà licenziato. Nella lotta per la sopravvivenza nessun colpo è troppo basso: uno di loro finirà piegato come un toro nell’arena di questa pièce-macello.

Bull” di Mike Bartlett, regia Fabio Cherstich, traduzione Jacopo Gassmann, interpreti Linda Gennari, Pietro Micci, Andrea Narsi, Alessandro Quattro, scene e luci Fabio Cherstich. Produzione Teatro Franco Parenti. A Udine, Teatro S. Giorgio, dal 6 all’8/4.

Alle radici dell’hip hop
La stagione di Danza della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia si chiude giovedì 6 aprile, al teatro Ariosto, con il Centre Chorégraphique National de la Rochelle CIE ACCRORAP diretto da Kader Attou, in “The Roots”, un viaggio alle radici dell’hip-hop, del movimento e dell’emozione. Un’immersione in una memoria coreografica e acrobatica che è al tempo stesso leggera e malinconica. La coreografia è un’ode alla danza hip-hop, un’avventura umana tra virtuosismo e poesia interpretata da undici danzatori. Quadro dopo quadro, la performance trasforma, apre un altrove, porta verso l’altro. L’universo è quello quotidiano, ordinario, una tavola…un vinile gracchia su un giradischi, un ricordo d’infanzia. E la musica di Brahms, Glazunov, la musica elettronica, aprono le porte a questa umanità che danza. 

Angelin Preljocaj a Modena
Un viandante affaticato trova rifugio in un tempio, scopre un meraviglioso affresco e si innamora di una delle fanciulle raffigurate al punto di entrare nel dipinto e dar vita a una storia fantastica: è l’antico racconto cinese ‘La pittura sul muro’ al quale il coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj si è ispirato per costruire “La Fresque”, con le affascinanti proiezioni scenografiche di Constance Guisset e i costumi di Azzedine Alaïa. Nicolas Godin ha creato una partitura tipica delle sue fusioni musicali fra pop, soft rock, exotica, musica dance anni ’80 e classica. Lo spettacolo, che ha debuttato con successo in settembre al Grand Theatre di Aix-en-Provence con tappe all’Opéra Royal de Versailles, a Parigi e Lione, viene presentato a Modena, il 9 aprile, in prima italiana.

La favola dei soldi
Tra i collettivi teatrali più vitali ed originali della scena nazionale, Gli Omini presentano una favola antica calata nel mondo contemporaneo. Un mondo che stravolge le favole. È la storia semplice di tre amici che lavorano insieme e tirano a campare, e che un giorno, alla soglia dei quarant’anni, trovano un mucchio di soldi per terra. Guadagnati per caso e arrivati tra le mani del gruppo, scatenano un’ora di sogni, fantasie sopite, dubbi, deliri, paranoie, entusiasmi, rabbie. Soldi che fanno riflettere sul bene e sul male, su cosa sia giusto e cosa sbagliato e soprattutto quando è giusto, e per chi. E intanto mettono in luce lo scontro grottesco tra la generazione dei nuovi giovani, paralizzata dall’impossibilità e dall’incapacità di scegliere, e la generazione dei vecchi ricchi, congelata in un passato in cui non hanno avuto mai bisogno di scegliere.

“Più carati”, di e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini, scritto con Armando Pirozzi, coprodotto dall’ATP. Al Teatro Francini di Casalguidi per Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, il 6/4.

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