In scena
La Napoli di Roberto Saviano e Mimmo Borrelli
In uno spettacolo che intreccia il racconto alla poesia, esaltando la lingua napoletana in tutta la sua barocca bellezza, Borrelli e Saviano puntano al cuore di Napoli, città di sangue e di lava incandescente, esplorandone il mistero e la contraddizione. Attore e narratore percorrono alcune tappe della storia napoletana in una continua osmosi tra celeste e sotterraneo. Entrambi hanno raccontato l’inferno della criminalità, Saviano attraverso la cronaca, Borrelli quasi in forma di tragedia classica. Le loro parole si intrecciano per tornare a raccontare la ‘napoletanità’, frammenti della storia della città, intrecciati su una trama, tra il serio e il grottesco, attraverso il suo simbolo per eccellenza, il suo santo protettore, San Gennaro, e la ritualità che lo accompagna. “Sanghenapule”, di e con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli. Produzione Piccolo Teatro. A Milano, Teatro Studio Melato, dal 10 al 18/1.
Il malato immaginario di Walter Le Moli
Un’opera che vive di contrasti fra l’apparente leggerezza, al limite della farsa, incorniciata nella struttura della comédie-ballet in tre atti, e l’allucinata disperazione di un genio teatrale alla fine. In un clima soffocante, fatto di purghe e di medicine, si dipana la vicenda di Argante, ipocondriaco concentrato sulla sua (cagionevole?) salute, e della sua famiglia, fra mogli manipolatrici e serve scaltre, figlie irrispettose con i loro corteggiatori tenaci, tutti assediati da una pletora di medici armati di enteroclismi. Una ideale summa dell’esperienza umana ed artistica di Molière, una grande “metafora politica”, come scrive Cesare Garboli, “in cui i rapporti del protagonista con la medicina ripetono i rapporti di qualsiasi honnête homme, vittima e insieme colpevole, con il potere.” “Il malato immaginario”, regia Walter Le Moli, Con Massimiliano Sbarsi, Cristina Cattellani, Paola De Crescenzo, Emanuele Vezzoli, Luca Nucera, Nanni Tormen, Sergio Filippa, Luca Giombi, Laura Cleri, spazio scenico Luca Pignatelli, costumi Gianluca Falaschi, luci Claudio Coloretti, arrangiamenti musicali Bruno De Franceschi, produzione Fondazione Teatro Due. A Parma, Teatro Due, dal 10 al 21/1.
Filumena Marturano secondo Liliana Cavani
Fra le commedie italiane del dopoguerra più conosciute e rappresentate all’estero, si colloca tra i primi testi di quella “Cantata dei giorni dispari” che, a partire da “Napoli milionaria!”, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra. Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, Eduardo De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto. “La regista cinematografica Liliana Cavani, al suo debutto nella prosa, scrive nelle sue note di regia: “È un’opera di grande impegno morale e oltretutto in anticipo sui tempi e scritto senza retorica, ma con la naturalezza della vita. Un capolavoro… Eduardo deve aver amato moltissimo questa commedia, perché è pura vita”. “Filumena Marturano”, di Eduardo De Filippo, regia Liliana Cavani, con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijesis, Nunzia Schiano, Mimmo Mignemi, Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Gregorio Maria De Paola, Eduardo Scarpetta, Fabio Pappacena, scene e costumi Raimonda Gaetani, musiche Teho Teardo. A Roma, Teatro Quirino, dal 10 al 29/1. In tournèe.
Valerio Mastandrea è il Migliore
La metamorfosi di un uomo che da paranoico, insicuro e debole si tramuta in un essere spietato che si guadagna la stima e il consenso di chi volontariamente o involontariamente lo circonda. Valerio Mastandrea diventa così “Migliore”. È la storia comica e terribile di Alfredo Beaumont, un uomo normale che in seguito a un incidente (di cui è causa, di cui sente la responsabilità e per cui sarà assolto) entra in una crisi profonda e diventa un uomo cattivo. Improvvisamente, la società gli apre tutte le porte: Alfredo cresce professionalmente, le donne lo desiderano, guarisce dai suoi mali e dalle sue paure. È una storia sui nostri tempi, sulle persone che costruiscono il loro successo sulla spregiudicatezza, il cinismo, il disprezzo per gli altri. E sul paradosso dei disprezzati, che di fronte a queste persone chinano la testa e – affascinati – li lasciano passare. “Migliore”, scritto e diretto da Mattia Torre, con Valerio Mastandrea. A Roma, Teatro Ambra Jovinelli, dal 5 al 22/1.
I musicanti di Brema a Udine
“A Brema la città dove tutto è Musica e Gioia, tutti! ma proprio tutti: bambini, vecchi, cani, gatti, asini, ammalati, sani, tutti! possono trovare quello che hanno sempre cercato: la felicità!” Questo c’era scritto all’ingresso della città di Brema: “unico requisito: suonare uno strumento! per divertirsi e divertire!” Bambini, mamme e papà, nonni, zii e amici, tutti assieme a teatro per festeggiare il giorno della Befana! “Udine città – teatro per i bambini” torna il 6 gennaio ore 17 al Teatro Palamostre con I musicanti di Brema della compagnia Kosmocomico Teatro. Si replica anche domenica 8 al Teatro Pasolini di Cervignano. A seguire, il capolavoro mozzafiato della regista brasiliana Christiane Jatahy, “E se andassimo a Mosca?” è il primo appuntamento del 2017 di Teatro Contatto 35, in scena il 14 al Teatro Palamostre di Udine. Uno spettacolo e un film in presa diretta, un Tre sorelle da Cechov che racconta i nostri giorni, i sogni che coltiviamo, il bisogno di cambiare il presente, perché immaginare il futuro è questo.