In scena

Si apre una stagione ricca di festival: a Venezia la Biennale Danza, le Colline torinesi nel capoluogo piemontese, sino a Oriente/Occidente a Rovereto. Ecco alcuni degli spettacoli in calendario 
Danza

Biennale Danza Venezia
Tra gli spettacoli del festival diretto da Ismael Ivo, “Moving with Pina” (12 e 13/6), un omaggio di Cristiana Morganti – danzatrice della storica compagnia del Tanztheater Wuppertal – che spiega il lavoro che c’è dietro il teatro e la danza di Pina Bausch; Sylvie Guillem con “6000 Miles Away” (il 22/06), un trittico di pezzi che per lei hanno creato coreografi come William Forsythe, Mats Ek, e Jirí Kylián; il Balé Teatro Castro Alves di Salvador di Bahia porta “A quem possa interessar” (15, 16 e 17), coreografia in cui Henrique Rodovalho ritorna al tema autobiografico, mettendo a confronto la ricerca di un’identità individuale all’interno della collettività. In prima mondiale Wim Vandekeybus/Ultima Vez debutta con “Booty Looting” (22 e 23), così intitolato perché i sei performer coinvolti, cui si aggiungono un musicista e un fotografo, in una sequenza di fermo-immagine «si rubano l’un l’altro ciò che è già stato rubato».
Biennale Danza, Venezia, fino al 24 giugno

Colline Torinesi
Nel programma del Festival torinese una reinterpretazione del classico “cunto” ad opera di Tindaro Granata che evoca figure familiari, i nonni, la sua Sicilia, persino il signor Badalamenti. Un racconto grezzo di poesia popolare, nel quale voci e personaggi, creati e portati in scena esclusivamente con l’aiuto del corpo, senza artifici scenografici, si sommano, si rispondono, come legati da un comune cordone ombelicale.
“Antropolaroid”, di e con Tindaro Granata, Proxima Res. Torino, Cavallerizza Reale, il 15 e 16
 
Il gesto pittorico di Rothko
Il testo di Logan ispirato alla biografia del pittore americano Mark Rothko è l’occasione per una prova d’attore in cui il gesto pittorico e la recitazione si completano e si confondono.
 “Rosso”, di John Logan, regia Francesco Frongia, con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña, produzione Teatro dell'Elfo. Torino, Cavallerizza Reale, il 15 e 16/6
 
Pippo Delbono a Oriente/Occidente
Due gli spettacoli di Delbono. Vincitore del Premio Ubu 2011, “Dopo la battaglia” è un’opera elegiaca e intensamente multidisciplinare che viaggia nelle lacerazioni di un presente affollato da soprusi ed emarginazioni. Il conflitto evocato dal titolo coincide col profondo buio culturale, politico ed etico in cui è precipitato il nostro Paese, e prende forma, sulla scena, in una galleria di immagini oscillanti tra zone acute di follia e isole di leggerezza, quadri dei demoni del potere (politico e finanziario) e passaggi di angelica danza. Delbono lancia il nostro sguardo oltre l’oscurità che ci opprime “per ritornare a essere”, come dice più volte durante la rappresentazione. Creazione degli inizi di Delbono, “Il tempo degli assassini” – verso rubato a Rimbaud – è una riflessione acuta e disinvolta sul teatro; è il racconto dei disagi e delle suggestioni di due artisti che si espongono al pubblico “dall'interno”, condensando ricordi, atmosfere vissute, solitudini e ferite esibite, testimonianze di crisi identitarie.
“Dopo la battaglia” e “Il tempo degli assassini”, compagnia Pippo Delbono. Festival Oriente Occidente/Futuro presente. Rovereto, Auditorium Fausto Melotti, 15 e 16 giugno
 

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