In scena

La Carmen di Mario Martone; il Consiglio d’Egitto di Sciascia; il circo e la danza di CIRCA; una polifonia europea; il racconto danzato di George Sand
Carmen

In scena

di Giuseppe Distefano

La Carmen di Mario Martone

Dopo il successo dello scorso anno, torna in scena al Teatro Carignano, la “Carmen” di Mario Martone, che svela la sua natura più intima e popolare, tra zarzuela e bassi napoletani. Scrive il regista: «Quando ho pensato di dare vita con l’Orchestra di Piazza Vittorio a una Carmen napoletana, secondo i modelli del teatro musicale popolare che vanno da Raffaele Viviani alla sceneggiata, ho proposto a Enzo Moscato di scriverne il testo, chiedendogli un copione in cui ci fossero dialoghi e personaggi ispirati alla tradizione, ma guardando alla novella di Mérimée oltre che all’opera di Bizet. Quel che mi ha sempre affascinato della novella è il fatto che la vicenda è rievocata: Mérimée immagina che Don José gliela racconti in prigione, la sera prima di morire impiccato. Il testo si muove su due piani, quello del racconto al presente e quello passato dell’azione rievocata. “Carmen” di Enzo Moscato, regia Mario Martone l’arrangiamento musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni, con l’esecuzione dal vivo dell’Orchestra di Piazza Vittorio, interpreti principali Iaia Forte e Roberto De Francesco, scene Sergio Tramonti, costumi Ursula Patzak, luci Pasquale Mari suono a cura di Hubert Westkemper. Produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, fino al 1°/5.

 

Il Consiglio d’Egitto di Sciascia

Il capolavoro di Leonardo Sciascia  è una sorta di grande allegoria che, partendo da fatti realmente accaduti nella Sicilia della fine del XVIII secolo, si apre in un grande affresco nel quale prendono corpo i sentimenti estremi dell’Isola: verità tanto estreme da divenire menzogne, scissioni quasi ineluttabili di mondi apparentemente inconciliabili, ma che in realtà si sovrappongono in un unico, indissolubile, universo. Un universo nel quale tornano le antiche inquisizioni, gli antichi processi, senza più differenza o importanza tra un prima e un dopo, senza che cambi nulla, tranne la superficie delle cose, la loro crosta esteriore. L'unico che sovverta quest'ordine immutabile è l'artefice della Grande Impostura, l'Abate Vella, il quale, mentendo, crea paradossalmente l'unica dimensione di verità. “Il consiglio d’Egitto” di Leonardo Sciascia, con Enrico Guarneri, Ileana Rigano, Francesca Ferro, Rosario Minardi, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Ciccio Abela, Gianni Fontanarosa, Antonello Capodici, Mario Fontanarosa, scene Salvo Manciagli, costumi Riccardo Cappello, regia Guglielmo Ferro. PT Produzioni. A Roma, Teatro Quirino, fino al 28/2.

 

Il circo e la danza di CIRCA

Una creazione per sette performers tratta da tre acclamati spettacoli del repertorio dell’omonima compagnia australiana. Lo spettacolo è una celebrazione delle possibilità espressive del corpo umano e dei suoi estremi: una combinazione di bellezza fisica e poetica, abilità circensi eccezionali, suono avvolgente, luci e proiezioni. Acrobati, movimento e luogo d’azione si fondono senza soluzione di continuità in 75 minuti di forte intensità fra circo contemporaneo, danza acrobatica e multi-media. «Nel circo non abbiamo bisogno di parole per comunicare afferma Yaron Lifschitz , al loro posto abbiamo il più grandioso mezzo espressivo fra tutti: il corpo umano. Qui non c’è nessuna scenografia, trama, personaggi o tema. Ci sono i costumi, le luci e il linguaggio coreografico più essenziali. Ma abbiamo un ensemble di artisti che si muove, pensa e sente. Un ensemble che sceglie, improvvisa, esplora».CIRCA”, compagnia Circa Ensemble. A Bologna, Arena del Sole, dal 28/4 al 1°/5

 

Una polifonia europea

“Non passa lo straniero” si cantava quando il nemico risiedeva entro i confini di Schengen. Oggi sono altri i cimiteri dei morti senza nome e per loro non suona la fanfara. Lo spettacolo/performance è sulla relazione fra l'Europa di oggi e quella di cento anni fa, all'indomani del primo conflitto mondiale. Nell'anno di un centenario che mediaticamente celebra un eccidio quasi dimenticato, si affrontano le tante possibili declinazioni del “fuoco amico”, in un'Europa instabile e segnata da una crisi che diventa condizione esistenziale permanente, dove la tragedia del singolo, quale che fosse la sua identità nazionale e/o linguistica, a fronte di una modernità feroce, parla a noi e di noi più che mai. “Friendly Feuer (una polifonia europea)”,  regia e drammaturgia a cura di Marta Gilmore sulla base di un processo collettivo di scrittura con Eva AllenbachTony AllottaArmando IovinoMarta GilmoreVincenzo Nappi, responsabile tecnico Andrea GalloProduzione Isola Teatro. A Roma, Teatro India, dal 28 al 30/4.

 

Il racconto danzato di George Sand

Fondata e diretta dall’étoile Diana Ferrara, la Compagnia Astra Roma Ballet reduce dall’importante celebrazione del suo trentennale, torna con, in prima assoluta, il racconto danzato dedicato alla affascinante figura della scrittrice Amantine Aurore Lucile Dupin, nota al pubblico con lo pseudonimo maschile di George Sand. Lo spettacolo è firmato dalla coreografa Sabrina Massignani, su musiche di F. Chopin, O. Respighi e M. Rostropovich, e con protagonista Sabrina Brazzo, étoile internazionale e prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, affiancata nel ruolo di Fryderyk Chopin dal primo ballerino internazionale Andrea Volpintesta del Teatro alla Scala di Milano. Lo spettacolo, in scena nella Giornata Internazionale della Danza (che si celebra proprio il 29 aprile), accende i riflettori su questa spregiudicata artista che scelse un nome maschile, fumava il sigaro, vestiva da uomo per la libertà dello spirito, per un maggior riconoscimento sociale. “George Sand “uomo” e libertà”. A Roma, Teatro Olimpico, per il Festival Internazionale della Danza di Roma dell’Accademia Filarmonica Romana, il 29/4.

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