In scena
Moni Ovadia racconta la cultura Yiddish
Un nuovo viaggio nella cultura Yiddish alla scoperta del mondo del Khassidismo, la tradizione culturale degli ebrei della diaspora. Un universo fatto di parole, musiche, danze, storie, canzoni e immagini, in cui si alternano preghiera, racconto, divertimento. Ovadia accompagna lo spettatore in un viaggio nel mondo del khassidismo, estirpato dal paesaggio umano e spirituale dalla brutalità dell’odio, ma che continua a parlare grazie alla sua indomita, colorata e pulsante energia. Il khassidismo è la celebrazione della fragilità umana e della sua bellezza, nella quale si riconosce la maestà del divino, ineffabile e invisibile, ma con il quale si intrattengono relazioni di familiarità e persino di prossimità irriverente, senza trascorrere mai nella blasfemia. “Il registro dei peccati”, di e con Moni Ovadia. Produzione Promo Music. A Milano, Piccolo Teatro Grassi, fino al 27/9.
A Pontedera i giapponesi Mum&Gypsy
La compagnia giapponese Mum&Gypsy torna in Italia con una prima assoluta di Takahiro Fujita (classe 1985), uno dei più giovani registi e drammaturghi della “zero generation” giapponese, che si mette in gioco per la prima volta in una produzione internazionale per continuare la sua ricerca e dare vita a un linguaggio innovativo, capace di fondere i differenti modi di pensare, di recitare, le diverse culture.La scena è ambientata in un hotel di periferia dove si ascoltano diverse lingue. Dove si trova questo hotel? In che anno si svolge la storia? Non lo sappiamo. Come ogni giorno ci sono persone che arrivano e che partono. Le storie degli ospiti e dei clienti si mescolano sulla scena. Lo spettacolo è l’opportunità per gli attori italiani e giapponesi di trovare una nuova modalità di comunicazione sulla scena, andando oltre a quelli che sono i limiti linguistici e le differenze culturali. “Il mio tempo. Different Shape”, di Mum&Gypsy, testo Takahiro Fujita. Produzione Teatro della Toscana/Mum & Gypsy).A Pontedera (Pi), TeatroEra, dal 23 al 27/9.
Marcel Proust rivive in “Aure”
il terzo e ultimo appuntamento della stagione 2015 di “Le Vie del Teatro in Terra di Siena” è lo spettacolo di Alessandro Serra, che chiude una trilogia del silenzio e della memoria. Lo spettacolo trae spunto dalla celebre opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, un fiume placido e solenne di parole, ma soprattutto, un capolavoro pittorico, sinfonia perfetta di suoni e rumori. Non c’è storia né personaggi, solo figure e un luogo, la stanza della memoria, più volte descritta da Proust come una specie di secondo appartamento, quello del sonno. Come in un teatro di marionette “così riposanteper chi ha preso in disgusto la lingua parlata. Terra quasi edenica dove il suono non è stato ancora creato”.“Aure”,di Alessandro Serra, con Daria Menichetti,Francesco Pennacchia,Chiara Michelini. Al Teatro degli Arrischianti di Sarteano (Si), il 26 e 27/9.
La danza al Festival Aperto
Nel Festival Aperto 2015 “Eretici” – che da settembre a novembre a Reggio Emilia accoglie teatro musicale, musica, danza, performance, teatro, reading – la parte della danza italiana inizia con due focus, in collaborazione con Aterdanza, su autori italiani emergenti di grande potenziale espressivo e creativo: Giulio D’Anna (il 25) e Daniele Ninarello (il 27), entrambi vincitori del premio CollaborAction di Anticorpi XL. Di D’Anna è prevista la prima italiana della sua ultima produzione, l’assolo “Data”, di cui è anche interprete, che, seguendo il format di un documentario, invita lo spettatore a una partecipazione attiva; e di “Oooooooo”, un progetto di teatro danza ispirato al Museo delle relazioni interrotte di Zagabria, che si sviluppa attorno al tema delle relazioni fallite e delle loro rovine. Ninarello presenta due recenti produzioni: “Rock Rose Wow”, dove la corsa alla realizzazione del sé e della costruzione della propria immagine, si pone come riflessione delle molteplici personalità che si formano in noi; e “L.a.n.d. – Where is my love?, dove il paesaggio è inteso come quel luogo che viene determinato dalle relazioni tra corpi. Reggio Emilia, Teatro Cavallerizza.
Jacqueline Kennedy, icona pop
Jacqueline Kennedyrievoca la sua storia, il rapporto con John Kennedy, il tragico omicidio del Presidente seduto al suo fianco, il rapporto con Marilyn Monroe, i segreti del suo inconfondibile look, i vestiti e le acconciature… tutto questo nel fiume di parole scritto da Elfriede Jelinek, l’autrice austriaca premio Nobel per la letteratura nel 2004, a cui Andrea Adriatico ha dedicato un trittico. Nello spettacolo, le parole di Jackie sono riportate da quattro “cloni” della prima diva politica del dopoguerra, in una moltiplicazione corale dell’individualità espressa dalla “presidentessa”. Una sorta di oratorio post-pop, in cui i simboli iconici di Jacqueline Kennedy – i capelli, i vestiti, le pose – rimbalzano da una all’altra, diventando emblema assoluto di una moderna rappresentazione del potere, che esprime sé stesso attraverso segni folgoranti che seducono le masse.“Jackie e le altre”, di Andrea Adriatico, con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin's, Selvaggia Tegon Giacoppo. Produzione Teatri di Vita. A Roma, Carrozzerie N.o.t., il 25 e 26/9.