In scena

Addio alle armi di Hemingway, a Roma, L’Arlecchino di Paolo Rossi a Palermo, Il Mercante di Venezia di Valerio Binasco a Bologna, Eduardo tra Pirandello e Pasolini a Roma
Addio alle armi

Addio alle armidi Hemingway, a Roma.

In occasione del 100° anniversario dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, l’Associazione Culturale Cadmo, nell’ambito del progetto “Addio alle armi, Roma e il secolo delle guerre”, presenta in prima nazionale lo spettacolo dell’acclamata compagnia britannica Imitating the dog, “creatrice di spettacoli multidisciplinari di rara bellezza” (The Guardian), con una originale versione del romanzo di Ernest Hemingway, “Addio alle armi”, un classico della letteratura del ‘900. L’adattamento di Andrew Quick,Pete Brooks eSimon Wainwright condurrà lo spettatore in un mondo di video proiezioni e musiche originali, in una scenografia imponente che fa da sfondo a una delle più profonde riflessioni sull’amore e sulla brutalità della guerra del XX secolo.

Basato per gran parte su vicende autobiografiche, la storia racconta l’incontro dell’americano Frederic Henry, autista di ambulanze per l'esercito italiano, con la giovane infermiera inglese Catherine Barkley. Sullo sfondo della battaglia di Caporetto, i due protagonisti lottano strenuamente per sopravvivere e preservare il loro amore, fino a quando saranno costretti a rassegnarsi alla crudeltà del destino. “A farewell to arms”, adattamento imitating the dog, scrittura e regia Andrew Quick, Pete Brooks, costumi e scenografia Laura Hopkins, proiezioni e video design Simon Wainwright, musiche Jeremy Peyton Jones. A Roma, Teatro Vascello, il 2 e 3/12; adAncona, Teatro delle Muse, il 9;a Terni, Teatro Secci, l’11; a BERGAMO, Teatro Sociale.

L’Arlecchinodi Paolo Rossi

Con questo spettacolo, scritto insieme a Riccardo Piferi, l’attore rende omaggio alla maschera di Arlecchino e ai suoi numerosi interpreti, primi fra tutti Marcello Moretti e Ferruccio Soleri, che grazie all’’Arlecchino servitore di due padroni” di Goldoni/Strehler, la cui prima edizione risale al 1947, sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte.

Più funambolico e lunare che mai, l’Arlecchino di Rossi è contemporaneo, anzi proiettato verso il futuro, incontenibile come un vulcano, irriverente, buffone, ma soprattutto infernale, meno vicino alle origini bergamasche e più a quelle dei personaggi farseschi della tradizione popolare francese.“Arlecchino”, con Paolo Rossi e con i musicisti Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi, canzoni di Gianmaria Testa, scene Andrea Stanisci. Produzione CRT di Milano. A Palermo, Teatro Biondo Stabile, dal 28/11 al 7/12.

Il Mercante di Veneziadi Valerio Binasco

Un intramontabile capolavoro shakespeariano, un attore amatissimo dal pubblico, Silvio Orlando, una regia sorprendente, di Valerio Binasco. Intolleranza e razzismo, etica, false apparenze e, su tutto, il denaro con il suo potere e i suoi limiti. Questi i temi al centro dell’opera. Shylock è “un vecchio – spiegal’attore – che si mette di traverso alla felicità dei giovani, facendo saltare il patto delle generazioni. Un po' quello che succede oggi, ma il regista lo vuole anche ferito e dolente”. Gli eroi di questa storia non sono degli eroi – sottolinea lo stessoBinasco – stanno in seconda e terza fila nella vita, ma hanno delle inquietudini, una spinta che li porta al gesto rischioso.

Tuttavia, il fatto che siano sempre avventure condivise all’interno di un gruppo gli amici, fa di loro degli eroi un po’ paesani, creatori di aneddoti più che di leggende”. Il testo appare dunque come “una cupa controfavola che fa sorridere solo gli adulti, perché hanno perso ogni speranza, ma noi – avverte il regista – non dobbiamo cedere a questa tentazione, anzi, dobbiamo fare del Mercante una grande favola e una festa del teatro, cioè della speranza”. “Il Mercante di Venezia”, regia di Valerio Binasco, con Silvio Orlando e gli attori della Popular Shakespeare Kompany. A Bologna, Teatro Duse, dal 28 al 30/11. In tournée.

Eduardo tra Pirandello e Pasolini

Evento unico nell’ambito de “Le vie dei festival”, venerdì 28 novembre. L’evocativo salotto di Via Bosio, la casa di Pirandello, si apre per due serate curate da Francesco Saponaro, con la lettura scenica di alcuni brani de “L’abito nuovo” di Eduardo De Filippo scritto in collaborazione con Luigi Pirandello. In occasione di un doppio anniversario – il Nobel a Pirandello (1934) e la morte di Eduardo (1984) – l’iniziativa vuole sottolineare la curiosità intellettuale di Eduardo, capace di abbracciare senza pregiudizi, due epoche, due mondi, nell’espressione di due figure tanto diverse. Il tema centrale de del testo è la tragica parabola di un uomo alle prese con l'eredità scomoda della propria moglie.

Come in molti testi che seguiranno, anche ne “L'abito nuovo” la morte è esplicitamente chiamata in causa, nell'umbratile scorcio di uno studio legale che coincide, nella sintesi della nostra lettura scenica, con lo spazio nel quale Eduardo e Pirandello diedero vita alla loro creatura. L’abito nuovo” di Eduardo De Filippo a cura di Francesco Saponaro, con Fabrizio Falco, Tony Laudadio, Fausto Russo Alesi, Imma Villa, voce fuori campo Luciano Saltarelli. A Roma, Studio di Luigi Pirandello, via Antonio Bosio,13. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria al numero 334.8464104.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons