In scena
“Una pura formalità”, dal cinema al teatro
Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Considerato un “piccolo capolavoro” del regista Giuseppe Tornatore, è il racconto di una lunga, misteriosa notte dove un uomo aiuta un altro uomo a cercare di comprendere «quel viaggio a volte stupendo e a volte terribile, ma sempre affascinante che è la vita». Nell'allestimento teatrale, Roberto Sturno è lo scrittore Onoff e Glauco Mauri il commissario. Tema centrale: la ricerca della memoria. Gli squarci che si aprono nella mente del protagonista durante il serrato interrogatorio in uno "strano" commissariato ricostruiscono il suo passato, risalgono alle sue origini con continui colpi di scena, e come in un thriller lo spettatore arriva alla verità con un inatteso finale. “Una pura formalità”, versione teatrale e regia di Glauco Mauri dal film di Giuseppe Tornatore, con Glauco Mauri, Roberto Sturno, Giuseppe Nitti, Amedeo D'Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore; scene di Giuliano Spinelli, costumi Irene Monti, musiche Germano Mazzocchetti. A Roma, Teatro Parioli Peppino De Filippo, dal 27/3 al 13/4. In tournée.
“Due passi sono” del duo Carullo-Minasi
Due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande palco dell'esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto dall'arredamento essenziale, stranamente deforme, alla stregua dell'immaginario dei bimbi in fase febbricitante. Attraversano le sezioni della loro tenera per quanto altrettanto terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi dentro una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un "balzo" aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non v'è più bisogno di sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l'incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia, dunque i limiti dello stare. Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011, del Premio In-Box 2012, e del Premio Internazionale T. Pomodoro 2013, torna in scena a Roma – dopo Le vie dei Festival – con i due bravissimi autori registi e interpreti Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. “Due passi sono”, scene e costumi di Cinzia Muscolino, disegno luci Roberto Bonaventura, Produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Carullo-Minasi. A Roma, Teatro Il Vascello, Sala Studio, dal 27/3 al 13/4.
Le “Costellazioni” di Nick Payne
Un testo divertente, ma disperatamente triste, che parla della relazione uomo-donna, ispirandosi alle idee della teoria del caos. Ispirato alla teoria della fisica quantistica che sostiene l’esistenza di un numero infinito di universi, il testo di Payne prende questa teoria e la applica ad un rapporto di coppia. Orlando è un tipo alla mano, che si guadagna da vivere facendo l’apicoltore. Marianna è una donna intelligente e spiritosa che lavora all’università nel campo della cosmologia quantistica. Il testo esplora le infinite possibilità degli universi paralleli: una danza giocata in frammenti di tempo. In questa danza la più sottile delle sfumature può drasticamente cambiare una scena, una vita, il futuro. Nel testo si ripercorrono più versioni dei momenti cruciali della relazione tra i due: dalla conoscenza alla seduzione, al matrimonio, al tradimento, alla malattia, alla morte. “Costellazioni” di Nick Payne, con Margot Sikabonyi ed Alessandro Tiberi, regia Silvio Peroni. A Roma, Teatro Il Vascello, dal 28/3 al 6/4. TSA Teatro Stabile d'Abruzzo in coproduzione con Khora.teatro
“Lampedusa Beach” a Palermo
È il primo di tre testi che compongono la Trilogia del naufragio di Lina Prosa. Scritto nel 2003 è stato prodotto e messo in scena nel 2013, a Parigi, dalla Comèdie-Française, nella traduzione di Jean-Paul Manganaro. Si tratta di un intenso monologo sull’emigrazione clandestina, la testimonianza, poetica e drammatica allo stesso tempo, di Shauba, una giovane africana naufragata al largo di Lampedusa. Inghiottita dal mare insieme ai suoi compagni di sventura, Shauba racconta la sua esperienza: il sogno di una vita migliore, l’ingiustizia del mondo, la crudeltà degli scafisti, ma anche il suo rapporto primordiale con l'acqua e quindi con la sua identità mediterranea. L’atto finale di Shauba è politico. Chiama in causa il pubblico e la sua coscienza. Riduce a zero la distanza tra il possibile e l'impossibile. “Lampedusa Beach”, regia Lina Prosa, con Elisa Lucarelli, scene, luci e immagini Paolo Calafiore, costumi Mela Dell’Erba, produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo. A Palermo, Sala Strehler, fino al 18/5.
“Natale in casa Cupiello” con Fausto Russo Alesi
«Te piace o Presebbio?» è forse una delle battute più celebri del teatro italiano, che dal palcoscenico alla tv ha unito diverse generazioni nel ricordo di Eduardo De Filippo. Fausto Russo Alesi dà vita ad uno speciale allestimento trasformando la commedia in una pièce per voce sola. È una casa misera, distrutta, “inguaiata”, quella dei Cupiello nella quale Luca, che definisce sua moglie Concetta «vecchia, aspra e nemica», si è ormai abituato a non dialogare ma piuttosto a fare dei monologhi. È per questo che l’attore palermitano ha pensato a un assolo come chiave interpretativa: «… utilizzare il mio corpo come unico strumento per suonare questo dramma dell’io e della solitudine, immaginando uno spettacolo d’evocazione tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte, tra lucidità e delirio, tra memoria e presente». “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo, regia, adattamento e interpretazione Fausto Russo Alesi, scene Marco Rossi, luci Claudio De Pace, musiche Giovanni Vitaletti, Produzione Piccolo Teatro di Milano. A Torino, Teatro Carignano, dal 25 al 30/3. In tournée.
Foto di Manuela Giusto