In rete le città amiche della famiglia

L'iniziativa lanciata il 21 maggio a Parma per costruire una piattaforma progettuale e operativa comune sulle politiche familiari.
sindaci

I comuni di Roma, Parma, Bari e Varese, riuniti a Parma lo scorso 21 maggio, hanno lanciato la costituzione di una rete nazionale di città per la famiglia. Un progetto nato dalla riflessione intorno alle responsabilità che oggi le amministrazioni comunali sono chiamate ad assumere in merito alla ritrovata centralità attribuita alla famiglia come primo soggetto di welfare locale, fondamentale per lo sviluppo delle persone e delle comunità. Interessante il progetto ed interessante anche la trasversalità delle provenienze politiche: Pdl, Pd, Lista civica, Lega Nord. All’appello hanno risposto 42 comuni, dal Friuli alla Sicilia. Nella sala consiliare di Parma ne erano presenti oltre 20, tra cui Venezia, Ancona, Ferrara, Udine, Ascoli Piceno.

 

Le nuove sfide rappresentate dal decentramento amministrativo e dal federalismo fiscale cambieranno sempre più il contesto nel quale gli amministratori locali devono compiere – con sempre maggiori responsabilità dirette – il quotidiano sforzo di valorizzare la famiglia, vista non soltanto come destinataria di politiche “assistenziali” ma soprattutto come risorsa. Un nuovo modo, dunque, di concepirne il ruolo nell’ambito delle dinamiche di welfare, tanto più rilevante in quanto viene a delinearsi in un momento di crisi diffusa e di ridotti trasferimenti economici.

 

Ma come poter esercitare oggi il ruolo trainante dei comuni e questa maggiore responsabilità nella promozione delle famiglie? «Riteniamo necessario – hanno affermato i sindaci coinvolti – condividere esperienze e buone pratiche, sapendo che il livello locale di governo è sempre più spesso il laboratorio di scelte innovative capaci di migliorare il benessere delle comunità». Inoltre ribadiscono che desiderano che «la sfida di “una città a misura di famiglia” sia non solo raccolta dai singoli amministratori locali, ma diventi una priorità del governo centrale, perché si traduca in linee generali di sviluppo e forte sintonia tra provvedimenti nazionali, regionali e locali».

 

Di qui l’idea di costruire una piattaforma progettuale tra città che scelgono di porre la famiglia al centro della propria azione amministrativa e che faciliti lo scambio di buone pratiche, percorsi di collaborazione progettuale e operativa. I promotori confidano nel coinvolgimento di tanti altri comuni che si riconoscono nei principi proposti nella Carta del network, che vuole essere soprattutto di un’assunzione di impegni concreti. In particolare, le città che parteciperanno al network si impegneranno a concentrare l’attività su tre grandi temi: fiscalità locale a misura di famiglia; strutture istituzionali e amministrative “leggere”; strategie di valorizzazione del ruolo della famiglia e delle associazioni del privato sociale all’interno del welfare locale.

 

Che si tratta di un programma serio e non di una condivisione “ideale” lo si capisce nella norma finale della Carta, che recita che «entro un anno dall’adesione al network, ciascuna amministrazione aderente si impegna a condividere e rendicontare l’esito delle azioni intraprese, attraverso l’invio alle altre città di un documento di sintesi, pena il decadimento della qualifica di città aderente al network».

 

Significativo che il sindaco Vignali e delegata del sindaco all’Agenzia della famiglia di Parma, Cecilia Greci, abbiano voluto tra gli ospiti le associazioni familiari, le famiglie dei laboratori cittadini (anche provenienti da altri Paesi): un voler essere non per la famiglia, ma con la famiglia.

 

Immediata la risposta di un’altra realtà associativa tra enti locali. Infatti il presidente dell’associazione “Città per la fraternità” Pasquale Boccia, sindaco di Rocca di Papa, scrivendo ai quattro colleghi fondatori del network ha proposto: «Quale migliore occasione per unire gli sforzi della nostra rete, che conta oltre 70 comuni aderenti di più parti d’Italia, a quelli del nascente network città per la famiglia?».

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