In Piemonte e Liguria si contano i danni del maltempo

Lo smottamento a Genova, le preoccupazioni per le coltivazioni agricole, gli allagamenti nella provincia di Cuneo, le forti difficoltà nell’entroterra imperiese
imperiese

Dopo i danni del maltempo nel ponente ligure, ultima si spera di questa ondata di piogge e allagamenti è la frana sul Fereggiano a Quezzi, sulle alture della città di Genova, dove unpalazzo è rimasto in bilico sul rio Fereggiano. Tre condomini, per un totale di centosessantotto persone che lasciano le abitazioni per cercare riparo nelle strutture messe a disposizione dal Comune.

 

Le piogge dei giorni scorsi hanno provocato lo scivolamento di una massa di terra e detriti che ha abbattuto un muraglione di contenimento e ha lasciato scoperte le fondamenta del caseggiato. Mentre si cerca di capire l'entità del danno, la buona notizia è che i residenti possono rientrare nelle loro case. Si cercano le cause: «poche settimane fa nell'area c'era stata una prima piccola frana – spiega l'assessore alla protezione civile del comune –, ma nonostante l'ingiunzione nessuno dei tre soggetti privati interessati, costruttore, proprietari del palazzo di via Portazza e quello del terreno sottostante, erano intervenuti».

 

Qui già nella scorsa alluvione vi erano stati smottamenti e i problemi vanno ricercati a decenni di distanza. «È una situazione complicatissima, la colpa è di come è stata costruita la città, questo è il frutto della cementificazione», quando i palazzi sono stati costruiti nel greto del rio Fereggiano, il corso d'acqua che tracimando nel 2011 causò sei vittime. E mentre la città si prepara a nuove emergenze, il ponente quantifica in cento milioni i danni per imprese, aziende e infrastrutture.

 

Le coltivazioni agricole hanno subito forti danni. Una prima, parziale, conta dei danni arriva dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico, dopo la richiesta di stato di emergenza presentata al Governo. «I dati dimostrano che si tratta di livelli di pioggia impressionante –spiega il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio –.L’emergenza è stata gestita bene, quando le istituzioni lavorano in rete i risultati si vedono. Il sistema spesso viene messo sotto accusa ma quante vite abbiamo salvato con queste attività preventive?».

 

In quattro giorni è caduta la pioggia che normalmente cade in sei mesi, e la parte della regione che confina con la provincia di Cuneo è stata sommersa. Va ricordato che il terreno è talmente “inzuppato” da anni, causa cementificazione, deforestazione, politiche del territorio mal gestite, che non assorbe più alcun quantitativo di acqua. «È presto per fare una stima dei danni – spiega il governatore Toti –. Sono danni importanti, sia dal punto di vista dei privati che delle imprese. Stiamo già ragionando su alcuni provvedimenti specifici a cui poter accedere già nei prossimi mesi e sul prolungamento dei bandi di autoprotezione».

 

A Ponente nei comuni della Valle d'Arroscia, nell'Imperiese, il torrente Arroscia ha causato allagamenti a Ortovero, il Centa ad Albenga, ma di lieve entità. La circolazione dei treni sulla Savona-Torino è ripresa regolarmente, con qualche rallentamento tra Cengio e San Giuseppe di Cairo. Interrotta ancora la Alessandria-Savona tra Alessandria e San Giuseppe. Nell'imperiese erano isolati i comuni di Cosio di Arroscia, Mendatica e Montegrosso Pian Latte e, poi, la statale 28 del Col di Nava chiusa in due punti.

 

È in ginocchio per il maltempo l'entroterra di Imperia, con la zona di Pieve di Teco – e la Valle Arroscia, in particolare – che risulta la più colpita dalle frane. Una cinquantina, gli interventi dei vigili del fuoco. A Lavina del Comune di Rezzo, una grossa frana ha coinvolto alcune abitazioni. Non le ha travolte, ma pietre e fanghiglia hanno bloccato la porta di casa e, per fortuna, non si registrano feriti. Otto persone sono state soccorse.

 

La preoccupazione maggiore comunque resta il vasto movimento franoso che sta interessando i territori di Monesi di Mendatica, la frazione di Piaggia, nel comune di Briga Alta (Cuneo), che confina con il Comune di Mendatica, da dove sono state sfollate con l'elicottero otto persone.

 

«Sta scendendo una parte di montagna e porta via tutto ciò che trova: case e strada –spiega il sindaco Piero Pelassa –. Tutto il versante sta scivolando nella valle sottostante, il centro abitato è interessato da continue frane e smottamenti. Le piogge di questi giorni hanno gonfiato e appesantito il terreno, si sono aperte fessure, una casa del centro storico è stata lesionata e gli abitanti sfollati, la viabilità è compromessa e questo complica anche i soccorsi. L'accesso stesso all'abitato di Mendatica non è garantito: l'unico varco aperto a oggi sulla provinciale Cosio d'Arroscia continua a franare e da Mendatica non è possibile raggiungere San Bernardo a causa di una frana in località Cian Prai. San Bernardo e Monesi sono raggiungibili solo dai mezzi di soccorso autorizzati transitando dal Colle di Nava, le altre frazioni sono isolate ed è stato interdetto l'accesso e la permanenza a Monesi di Mendatica, Valcona Soprana, Valcona Sottana, Secae e Salse».

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