In memoria di Ashley

Che cosa può suscitare in noi un caso investigativo che può essere seguito con morbosità o con partecipazione sincera? Dipende dallo sguardo che posiamo sulle vicende umane dei nostri simili
Giardini Biennale Venezia © Michele Zanzucchi 2015

Un pensiero breve sulla giovane artista statunitense uccisa a Firenze, Ashley Olsen, per la cui morte è da stanotte sospettato uno spacciatore. I contorni della vicenda si tingono di tinte forti, la facciata dell'esistenza della bella giovane donna nascondeva la sua difficoltà di "essere al mondo".

Una storia che attira i lettori, per le classiche "cinque S" suscettibili secondo i massmediologi di alzare l'indice di ascolto di una notizia: Sesso (sembra che vi sia stato atto consenziente e che la ragazza avesse litigato col suo "fidanzato" ufficiale), Sangue (la morte della donna), Soldi (questioni di spaccio s'intravvedono all'orizzonte), Salute (questioni di stupefacenti usati e abusati), Sport (Ashley era nota anche per i suoi jogging e le sedute in palestra).

Tutti ingredienti che fanno forse dimenticare una "sesta S", capace di svelare molto di una persona: Spiritualità. Dietro lo sguardo della giovane donna, così come appare nelle foto di Facebook, c'è una sete di verità e di amore infinita. Forse ora capirà. Lo spero.

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