In memoria del beato don Pino Puglisi

Due appuntamenti per i palermitani e per coloro che vogliono ricordare il sacerdote, morto per mano mafiosa: aveva voluto, con mitezza, scuotere le coscienze del quartiere Brancaccio di Palermo
Beatificazione di padre Puglisi

Oggi e domani saranno due giorni importanti per chi ha desiderio di ricordare o di conoscere don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come padre Pino Puglisi o 3P, nato a Palermo, il 15 settembre 1937, nel quartiere Brancaccio-Ciaculli, dove ha vissuto e operato tutto la vita, come parroco della chiesa di San Gaetano. Fu ucciso per mano di Cosa Nostra, con la benedizione dei fratelli Graviano, il giorno del suo 56° compleanno, il 15 settembre 1993, a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale.

‹‹Era divenuto scomodo perché offriva nuove prospettive, annunciava che nuove vie erano possibili›› ci ha raccontato un uomo che ha vissuto nel quartiere Brancaccio, che l’ha conosciuto tramite i suoi genitori. Fabrizio Buscemi, attualmente dottorando all’Università di Siena, ma nato proprio a due passi da Brancaccio, ricorda: ‹‹3P era un guerriero mite, pur nella consapevolezza cioè che occorresse agire per cambiare la società e il quartiere ove viveva, agiva con una pacatezza dai tratti rivoluzionari. È proprio per tale pacatezza e convinzione d’intenti, sarà poi beatificato, nonché dichiarato martire in «odium fidei poiché il suo assassinio è dovuto alla sua adesione incondizionata al Vangelo, e compiuto da uomini che, in sfregio ad esso, hanno anteposto la morte alla vita, l’esaltazione dell’amor proprio alla dimensione collettiva››.

Continua a ricordare Buscemi: ‹‹Padre Puglisi ha, dunque, reso viva la buona novella, diventandone testimone luminoso ed incarnando il dettato evangelico per cui non vi è amore più grande dell’esser pronti a dare la vita per i propri amici. Ha dimostrato che la forza di un Dio che è Amore sta proprio nella possibilità di trasformare la morte in vita, il sacrificio in un momento di creazione: la sua morte è un “dare la vita”, non un “perderla”››.

 

‹‹La figura di 3P, la sua testimonianza, il suo agire e la sua morte si pongono come modello ineludibile per chiunque abbia a cuore le sorti dell’esistenza umana – dicono i giovani del quartiere: egli diviene pungolo delle coscienze, il suo messaggio non può lasciare indifferenti e questa vale per la Chiesa e per l’intero corpo civile del nostro Paese». In tanti si sentono impegnati a raccogliere il testimone e l’eredità spirituale ed etica nella consapevolezza che «l’unica via per essere credibili è divenire non “maestri” ma “testimoni” del messaggio evangelico. D’altronde poi, come 3P diceva, “Se ognuno fa qualcosa…».

 

Per ricordare don Puglisi, oggi, martedì 15, alle ore 21, presso la sua casa divenuta museo (in piazzale Anita Garibaldi 5), si susseguiranno, varie manifestazioni. Sarà proiettato il video: "Il Sorriso di 3P" prodotto dai volontari del Centro di Accoglienza Padre Nostro. Inoltre, sarà la volta de: "I Puglisi raccontano Padre Pino Puglisi". Seguirà uno spettacolo musicale: "It's in progress" di Ruggiero Mascellino. E avverrà, infine, la consegna del Decreto da parte dell'assessore ai Beni Culturali e all'Identità Siciliana, Antonio Purpura, per il riconoscimento della casa-museo come bene di interesse antropologico e storico.

Domani, mercoledì 16 settembre alle ore 21.00, presso il piazzale antistante la casa la Polizia municipale di Palermo e i ragazzi del Padre Nostro metteranno in scena lo spettacolo teatrale "Cosa possono fare? Ucciderci?".

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