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Le proposte di questa settimana vanno dalla storia del farmacista del ghetto di Varsavia al commento al Magnificat scritto, nel 1960, da Maria Pia Borgese, da un thriller ambientato nella Vienna decaduta del 1925 a una inchiesta sui bambini svizzeri privati della loro dignità

Memorie  – Tadeusz Pankiewicz, “Il farmacista del ghetto di Cracovia”, Utet, euro 16,00 –  Quando nella città polacca venne creato d’autorità il ghetto ebraico (3 marzo 1941), l’autore, pur senza essere ebreo, si trovò a gestire l’unica farmacia del posto. Resistendo ai diversi tentativi di sgombero, divenne figura cardine del ghetto, testimone delle brutalità del nazismo, fedele cronista dei fatti e silenzioso soccorritore, cercando in tutti i modi di salvare la vita e, quando impossibile, almeno la memoria delle migliaia di ebrei lì rinchiusi. Mescolando il rigore della ricostruzione e la delicatezza del ricordo, Pankiewicz ci restituisce la sua versione di quel tragico periodo.

Mariologia – Clara Aiosa, “Il Magnificat di Maria Pia Borgese. La donna che teneva sempre il mano il Vangelo”, Aracne, euro 9,00 – Il commento al Magnificat scritto, nel 1960, da Maria Pia Borgese, letterata e studiosa siciliana, sorella del più noto scrittore Giuseppe Antonio Borgese. Prima del concilio Vaticano II, una “donna” si accosta a un testo biblico, offrendo una interpretazione che coniuga insieme sensibilità esegetico-biblica, letteratura, cultura classica, anticipando temi e prospettive della riflessione mariologica e femminile contemporanea.

Thriller – Alexander Lernet-Holenia, “Due Sicilie”, Adelphi, euro 9,99 – Morti misteriose scuotono la Vienna decaduta del 1925, e sempre a essere colpiti nei modi più bizzarri sono gli ultimi dragoni del reggimento “Due Sicilie”. Scambi di persona, avventurose vicende parallele, visioni apocalittiche: è il materiale principe di questo thriller di audace architettura e sapienti depistaggi, ora onirico e poetico ora intriso di nostalgia per un mondo inabissato. L’autore sa calarsi «dentro una conoscenza del cuore umano, dentro introspezioni e descrizioni, di eccezionale acutezza e delicatezza» (Sascia).

Inchieste – Lotty Wohlwend/Arthur Honegger, “Anime rubate. Bambini svizzeri all’asta”, Armando Dadò Ed., s.i.p. – Uno dei capitoli più contestati della storia sociale svizzera. Sfruttati, umiliati, tormentati, migliaia di bambini in appalto hanno vissuto privati del diritto alla dignità, di calore e sicurezza affettiva, per lo più con un grado di istruzione minimo. In una società povera erano loro a soffrire più di chiunque altro: dovevano aiutare i genitori “affidatari” ben oltre le proprie forze, creature senza diritti e oberate di doveri. In questa indagine riguardante gli ultimi cento anni gli autori danno la parola ai bambini di ieri: sono riusciti a voltare pagina, oppure no?

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