In libreria
Memorie – Tadeusz Pankiewicz, “Il farmacista del ghetto di Cracovia”, Utet, euro 16,00 – Quando nella città polacca venne creato d’autorità il ghetto ebraico (3 marzo 1941), l’autore, pur senza essere ebreo, si trovò a gestire l’unica farmacia del posto. Resistendo ai diversi tentativi di sgombero, divenne figura cardine del ghetto, testimone delle brutalità del nazismo, fedele cronista dei fatti e silenzioso soccorritore, cercando in tutti i modi di salvare la vita e, quando impossibile, almeno la memoria delle migliaia di ebrei lì rinchiusi. Mescolando il rigore della ricostruzione e la delicatezza del ricordo, Pankiewicz ci restituisce la sua versione di quel tragico periodo.
Mariologia – Clara Aiosa, “Il Magnificat di Maria Pia Borgese. La donna che teneva sempre il mano il Vangelo”, Aracne, euro 9,00 – Il commento al Magnificat scritto, nel 1960, da Maria Pia Borgese, letterata e studiosa siciliana, sorella del più noto scrittore Giuseppe Antonio Borgese. Prima del concilio Vaticano II, una “donna” si accosta a un testo biblico, offrendo una interpretazione che coniuga insieme sensibilità esegetico-biblica, letteratura, cultura classica, anticipando temi e prospettive della riflessione mariologica e femminile contemporanea.
Thriller – Alexander Lernet-Holenia, “Due Sicilie”, Adelphi, euro 9,99 – Morti misteriose scuotono la Vienna decaduta del 1925, e sempre a essere colpiti nei modi più bizzarri sono gli ultimi dragoni del reggimento “Due Sicilie”. Scambi di persona, avventurose vicende parallele, visioni apocalittiche: è il materiale principe di questo thriller di audace architettura e sapienti depistaggi, ora onirico e poetico ora intriso di nostalgia per un mondo inabissato. L’autore sa calarsi «dentro una conoscenza del cuore umano, dentro introspezioni e descrizioni, di eccezionale acutezza e delicatezza» (Sascia).
Inchieste – Lotty Wohlwend/Arthur Honegger, “Anime rubate. Bambini svizzeri all’asta”, Armando Dadò Ed., s.i.p. – Uno dei capitoli più contestati della storia sociale svizzera. Sfruttati, umiliati, tormentati, migliaia di bambini in appalto hanno vissuto privati del diritto alla dignità, di calore e sicurezza affettiva, per lo più con un grado di istruzione minimo. In una società povera erano loro a soffrire più di chiunque altro: dovevano aiutare i genitori “affidatari” ben oltre le proprie forze, creature senza diritti e oberate di doveri. In questa indagine riguardante gli ultimi cento anni gli autori danno la parola ai bambini di ieri: sono riusciti a voltare pagina, oppure no?