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Educazione – Andrea Canevaro, “Nascere fragili. Processi educativi e pratiche di cura”, Edb, euro 12,00 – Non è vero che la realtà umana è composta dalle due categorie normale/anormale. In realtà, tutti nasciamo fragili, anche se ci illudiamo che si tratti di una malattia infantile che passa crescendo, oppure di qualcosa che appartiene agli altri. Invece, nessuno è al riparo dalla fragilità, dalla quale cerchiamo comprensibilmente e invano di difenderci, una dimensione che riguarda tutti e coinvolge pienamente i processi dell’educazione e le pratiche della cura di sé e degli altri.
Narrativa – Wanda Marasco, “Il genio dell’abbandono”, Neri Pozza, euro 18,00 – Questo romanzo racconta la vita tormentata del più grande scultore italiano fra Otto e Novecento: Vincenzo Gemito. E lo fa mantenendosi in prodigioso equilibrio tra fedeltà al dato storico e radicale reinvenzione di esso. È il romanzo di una vita giocata tra eccessi e delusioni, tra genio e pazzia, sullo sfondo di una Napoli vissuta come «un paese imprecisato che stava diventando la sua frontiera di malato», a contatto coi protagonisti della cultura del tempo, da Salvatore Di Giacomo a Raffaele Viviani e ad altri. Romanzo incandescente come la lingua in cui è scritto, una via di mezzo tra italiano e dialetto.
Islam – Carlo Maria Martini, “Figli di Abramo. Noi e l’Islam”, La Scuola, euro 5,90 – Noi e l’Islam. Terrorismo, ritorsione, legittima difesa, guerra e pace. Sono i titoli di due interventi sul rapporto con l’Islam e il mondo musulmano fatti a Milano dal card. Martini nel 1990 e nel 2001 e qui raccolti. «Gli interventi di Martini hanno ampiezza e profondità tali, in questo caso come in tutto il suo magistero, da non poter essere discussi soltanto in un’ottica storico-politica. Essi sollevano questioni di principio che, proprio per la tragicità dell’ora che attraversiamo, non è più lecito mettere tra parentesi o peggio ignorare». (dall’Introduzione di Massimo Cacciari)
Storia – Claudio Ferlan, “I gesuiti”, il Mulino, euro 13,00 – Una parabola, quella della Compagnia di Gesù, che dal fondatore Ignazio di Loyola giunge fino a papa Bergoglio, gesuita argentino. La Compagnia ebbe un ruolo rilevante tra Cinque e Settecento: in particolare nell’istruzione delle élite europee, e nell’intensa opera missionaria di cui è simbolo la fortuna del gesuita Matteo Ricci in Cina. Soppressa nel 1773 e ricostituita nel 1814, essa rappresenta tuttora una realtà assai importante della Chiesa. Questo studio sintetico sulla famiglia ignaziana ruota soprattutto attorno a tre aspetti: il modo di procedere, l’obbedienza e l’identità.