In fine: vivere sul limite dei tempi
Torna Torino Spiritualità, una riflessione sul dialogo interreligioso e interculturale. Quattro giorni di dibattiti, documentari, mostre, concerti e spettacoli
Si inaugura giovedì 29 settembre la settima edizione di Torino Spiritualità, che vuole rinnovare l’offerta di uno spazio di pensiero e dialogo su un tema di profonda attualità esistenziale. Il titolo della quattro giorni di dibattiti, lezioni, dialoghi, workshop e documentari, mostre, concerti e spettacoli teatrali è “In fine. Vivere sul limite dei tempi”. Una riflessione alle domande che l’umanità si pone di fronte all’annunciata fine del mondo (la fatidica data del 21 dicembre 2012). «Nel guardare indietro al nostro passato – spiegano gli organizzatori –, la Storia racconta che si è mostrato maggiore interesse nel domandarsi cosa siamo destinati a perdere piuttosto che nel chiedersi cosa si può salvare. Vivere sul limite dei tempi crea lo spazio per solidarietà sotterranee che possono fare appello a un sentimento morale condiviso, fonte di entusiasmo e speranza. Riflettere sulla fine è come scrutarsi davanti a uno specchio: si possono cercare i fantasmi oppure si può approfittare della possibilità di ribaltare lo sguardo, di invertire l’Apocalisse con la Genesi, di capovolgere le frasi di una profezia, di mettere a fuoco un metodo per resistere in questo mondo aldiquà».
La rassegna, ideata e diretta da Antonella Parigi, si svolge presso il Circolo dei lettori e le sedi del Teatro Carignano, Cavallerizza Reale e San Filippo Neri, con una sessantina di incontri e dialoghi animati da oltre un centinaio di relatori internazionali. Le produzioni e i progetti speciali comprendono arte, musica, teatro, cinema, uno spazio all’aperto per presentazioni editoriali ed eventi per bambini. Il festival, che vuole proporre al pubblico occasioni per mettere in discussione le questioni che segnano la contemporaneità con temi attinenti la dimensione etica e spirituale dell’essere umano, ospita nei quattro giorni – fino al 2 ottobre – il dibattito sul dialogo interreligioso e interculturale, con lo scopo di approfondire temi spirituali ed etici attraverso la visione di diverse culture e confessioni: saranno infatti presenti filosofi, teologi, storici, scrittori, artisti, scienziati e musicisti da tutto il mondo, per affrontare la pluralità delle prospettive e i problemi delle società multiculturali.
Quattro sono le sezioni tematiche che condurranno la rassegna: “Genesi e Apocalisse”, un viaggio a partire dall’Antico Testamento, alla ricerca di una nuova chiave di lettura dell’inizio e della fine dei tempi; “Promesse e profezie”, la profezia come capacità di predire il futuro, ma anche di fornire letture simboliche della società; “I tempi sono maturi”, l’analisi di un’espressione così radicata nel frasario quotidiano da correre il rischio di non significare più nulla; “Visioni dal quotidiano”, le testimonianze di chi ha trovato un proprio modus vivendi per muoversi tra le faglie del presente e opporsi a ciò che avverte come deriva.
La rassegna si apre giovedì 29 settembre alle 18 nella chiesa di San Filippo Neri con Enzo Bianchi, priore di Bose, che fa una riflessione sull’Apocalisse di Giovanni – l’ultimo libro neotestamentario – che, scrive Bianchi, «in quanto rivelazione di Gesù Cristo, non dice nulla più di quanto già rivelato da Dio nel Cristo morto e risorto, semplicemente applica tale rivelazione alla storia umana nella sua interezza. L’interesse dell’Apocalisse non è l’al di là della storia, ma la storia di questo mondo».
Le novità di quest’anno riguardando diversi campi: lo spazio riservato ai bambini, con una serie di eventi appositamente dedicati a loro, e il “Tempo pieno”, una scuola definita di otium meditativo, con seminari esperienziali nei quali i partecipanti trovano uno spazio privilegiato di riflessione. Ma anche la comparsa della fotografia, con l’esposizione alla Cavallerizza Reale delle opere di Giacomo Costa; oppure la musica, che sarà protagonista presso il carcere Le Nuove con “B-A-C-H: Street_View L’arte della fuga BWV 1080”, un progetto di Mario Brunello, elaborazione elettronica di Teho Teardo, con la partecipazione di Alexander Balanescu; o il teatro al Carignano con “Alla fine di un nuovo giorno”, un progetto di Michele Di Mauro e Murcof, elaborazione drammaturgica di Luca Ragagnin. Anche i film avranno la loro parte nella rassegna: al cinema Massimo la notte del 1° ottobre si svolge la maratona di cinema catastrofista.