In fila per sei col resto di due
Le certezze della vita, quando ero bambino, oltre che sulla mamma, sull’oratorio, sul pallone, sulla Tv dei ragazzi con tanto di merenda e infine su Carosellopreghierina- buonanotte, poggiavano su alcuni altri solidi pilastri. E fra questi c’era lo Zecchino d’Oro con i suoi eroi: Mago Zurlì, Mariele Ventre e Richetto. Oltre che Topo Gigio, ovviamente. Cino Tortorella, che già interpretava Mago Zurlì nel programma Zurlì, il mago del giovedì, riutilizzò il personaggio nella prima edizione del contesto canoro per bambini, orchestrato su vari episodi della favola di Pinocchio. Il momento in cui si faceva rivivere in scena la nascita dell’albero degli zecchini d’oro, diede poi per sempre il nome alla rassegna che divenne molto celebre. L’indomita Mariele Ventre – che ricordava un’insegnante montessoriana, tutta cura e dedizione per il suo lavoro e per gli allievi – ideò, e poi coordinò e diresse il Piccolo coro dell’Antoniano. Mentre Richetto (al secolo Peppino Mazzullo, anche voce di Topo Gigio) era la consolazione d’ogni scolaro che non si sentiva proprio tagliato per essere il primo della classe. Con loro lo Zecchino d’Oro affascinò migliaia di bambini. S’era nel ’68, proprio quarant’anni fa, quando a trionfare fu una canzoncina che fece storia: Quarantaquattro gatti. Che il libro AvantPop definisce L’unica canzone di protesta del ’68 che abbia avuto un successo duraturo. Nella cantina di un palazzone/ tutti i gattini senza padrone/ organizzarono una riunione/ per precisare la situazione. Iniziava così, cantando in sordina, Barbara Ferigo, di Gorizia e di quattro anni. Timidissima, si rifugiava nel cuore amorevole di Mariele. Tanto che in sala di registrazione, durante l’esecuzione: Quarantaquattro gatti/ in fila per sei col resto di due/ si unirono compatti/ in fila per sei col resto di d… si fermò di botto e chiese: Quando ti sposi? Perché quando ti sposi voglio regalarti un bel lampadario. Il maestro che seguiva la registrazione commentò divertito: Mariele, quando ti sposerai non suoneremo la marcia nuziale di Mendelssohn, ma Quarantaquattro gatti!. Dietro questa canzoncina c’è un nome, quello del suo autore: Pippo Casarini, una vita spesa a suonare il pianoforte nei night club di mezzo globo. Il titolo gli ronzava già per la testa da un paio di settimane. Perché Pippo da sempre amava i gatti, in particolar modo il suo gatto Agostino che visse fino a 21 anni. Andando a Roma da parenti – racconta – su un rudere vicino a piazza Esedra c’erano questi gatti randagi a cui delle signore davano da mangiare. L’idea della canzone è nata così. Dal suo amore per i derelitti. Poi i gatti diventarono 44: perché quella era allora la sua età. Quindi, una notte, l’ispirazione. Svegliò tutto eccitato la moglie per chiederle: Che ne dici di in fila per 6 col resto di 2?. Lei gli rispose: Sei matto!. Le idee geniali non vengono apprezzate subito, soprattutto quando sono propinate nel cuore della notte a chi dorme beatamente. Ma il ritornello ormai era imbastito, sulla musica a ritmo di tarantella che aveva già ben in testa. In poco tempo la canzone fu pronta. Era la prima volta che Casarini si cimentava con musiche per bambini. Lui aveva avuto una vita da musicista girovago: aveva composto più di cento canzoni e suonato in tantissimi locali notturni, dalle ri- viere dell’Italia del dopoguerra fino al Grand Hotel di Calcutta, accompagnando le ballerine inglesi del varietà Blue Bell Girls. Con una Seicento più alta che larga, per via del contrabbasso sul tettuccio dell’auto, lui e la bellissima moglie Silvana, sua compagna anche musicale – il contrabbasso infatti era il suo – viaggiarono e suonarono in Olanda, Germania e Svezia. Poi, quando compì quarant’anni, Pippo decise che aveva già dato abbastanza al mondo dei locali notturni. I redditi erano buoni, ma la professione non troppo sicura e poi si sa… la pensione è pur sempre importante e un musicista non ce l’ha mai assicurata. Così il Casarini decise di parcheggiare la Seicento, rispolverare il diploma del conservatorio e procacciarsi un tranquillo e sicuro posto come insegnante di musica nelle scuole medie di Nonantola, vicino Modena. Non avrebbe mai immaginato che il successo era lì ad attenderlo, proprio quando aveva in certo senso deciso di tirare i remi in barca. Quando alla fine della riunione/ fu definita la situazione/ andò in giardino tutto il plotone/ di quei gattini senza padrone./ Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due…. Quella trovata geniale gli cambiò in un certo senso la vita. Sì, me l’ha cambiata moltissimo – dice il maestro rispondendo a ragazzini di una scuola -. Intanto mi ha fatto scoprire che ero capace di scrivere delle canzoni per bambini, tanto che ne ho scritte molte altre, poi è stata una soddisfazione vincere, perché in quell’anno erano arrivate allo Zecchino 550 canzoni, tra le quali bisognava sceglierne dodici. Nello stesso anno c’erano anche Il valzer del moscerino e Il torero Camomillo. Pezzi da novanta, che ben ricordiamo! Insieme al mitico Popoff, che vinse l’anno prima, fanno ormai parte del bagaglio culturale d’un epoca. Negli anni successivi, Casarini non partecipò più allo Zecchino. In realtà – ci tiene a precisare – ci ho riprovato, ma la mia canzone Nozze d’argento, ispirata ai valori della famiglia, non ha passato la selezione perché quell’anno, era il ’74, c’era il referendum sul divorzio…. Ma noi gli siamo grati di quella partecipazione e vittoria. Che dopo quarant’anni ci fa ancora frullare in testa le allegre note: Naturalmente tutti i bambini/ tutte le code potevan tirare/ ogni momento e a loro piacere/ con tutti quanti giocherellare./ Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due….