In corsa per una seconda possibilità
«Ho accettato così, su due piedi; anzi, a dire il vero su uno». Riesce anche a scherzarci su Laura Bassi, ventenne di Cussignacco (Udine); ma la sua è una storia in cui da scherzare ci sarebbe ben poco. Il 22 giugno del 2014 è rimasta vittima di un grave incidente stradale in cui hanno perso la vita due persone – tra cui il suo fidanzato; lei si è miracolosamente salvata, ma ha perso la gamba sinistra.
Quando ancora era ricoverata in terapia intensiva, però, ha ricevuto la visita del dott. Mauro Ferrari, udinese esperto di nanotecnologie applicate alla medicina trapiantato a Houston, dove presiede il Methodist Research Institute. «Lui e sua moglie Paola – racconta Laura – mi hanno incoraggiata a guardare avanti parlandomi soprattutto di sport – di cui già ero appassionata, avendo praticato arti marziali – e proponendomi di diventare presidente della prima sede italiana in fase di apertura della Achilles International: una associazione fondata nel 1983 da Dick Traum a New York, allo scopo di promuovere l'attività sportiva nei disabili». Così, «decidendo di dare uno scopo alla mia vita quando ormai pensavo che non ce ne fosse più nessuno», Laura ha accettato.
Il primo gesto di questo impegno sarà simbolico, ma non per questo meno significativo: Laura parteciperà il 29 marzo all'ultimo tratto della Unesco Cities Marathon, manifestazione sportiva che si svolgerà tra le due città patrimonio Unesco – distanti curiosamente 42 km. Laura di fatto non potrà correre, in quanto – spiega – «l'amputazione è molto alta, e quindi la ricerca di una protesi adatta è ancora in corso, tanto che andrò presto negli Stati Uniti a questo scopo; ma ho ricevuto il sostegno di un'intera squadra nell'azienda dove lavoro, la Hypo Akpe Adria Bank, che mi aiuterà a spingere la sedia a rotelle lungo il percorso».
Sul luogo di lavoro infatti l'appoggio alla ragazza è stato notevole: «Nemmeno conoscevo Laura finché non è successo l'incidente – ammette l'amministratore delegato, Marco Gariglio – per quanto sarebbe bello conoscere tutti i dipendenti; ma ho pregato e tuttora prego molto per lei, per quanto la fede sia un fatto personale che generalmente non faccio entrare in maniera diretta sul lavoro. Sono rimasto colpito dalla sua tenacia e da quella della sua famiglia, per cui non ho potuto che cercare di sostenere i suoi progetti anche come azienda».
Progetti che non si fermano certo alla maratona: «Oltre alle attività prettamente sportive – spiega infatti Laura – con la Achilles Foundation vorrei dare avvio ad una raccolta fondi per aiutare chi non può permettersi le protesi: io finora ho avuto la fortuna di potermi pagare le cure, ma un ginocchio elettronico arriva a costare anche 25 mila euro, di cui solo 1.800 coperti dal sistema sanitario nazionale. E per chi non dispone di queste cifre, l'unica alternativa è adattarsi a protesi base meno costose, che però non consentono una buona qualità della vita e un ritorno alla normalità».
Nei piani della ragazza c'è anche la creazione di un punto di ascolto, dove i disabili e le loro famiglie possano confrontarsi e progettare insieme una «seconda possibilità» – non a caso Laura ha scelto come slogan Enjoy your second chance, "Goditi la tua seconda possibilità": «Possiamo fare ancora tanto, più di quanto ci aspettiamo – afferma la giovane -. La disabilità è ancora una sorta di mondo a parte, che non si nota e a cui non si guarda quasi per pudore: invece bisogna guardarla, ed è questa sensibilità che voglio creare».
La corsa – letteralmente – è iniziata, con la pagina Facebook Laura Team creata in occasione della maratona, che ha raccolto al momento in cui scriviamo oltre 3mila sostenitori: l'augurio non può essere che quello di arrivare lontano.