In Chiara Lubich una spiritualità «nuova e originale»

A cinque anni dalla scomparsa di Chiara Lubich si può cogliere con maggiore distacco e obiettività la grande eredità carismatica da lei lasciata. Con lungimiranza Jesús Castellano, o.c.d., (1941-2006), ne aveva colto la profonda novità.
Jesus Castellano e Chiara Lubich

Preside del Pontificio Istituto di Spiritualità “Teresianum” in Roma, ricercatore appassionato e cultore della storia della spiritualità occidentale e orientale, del passato dunque, si era sempre mostrato aperto alla novità dello Spirito, che aveva visto presente nella Chiesa soprattutto attraverso la realtà dei nuovi movimenti ecclesiali che hanno caratterizzato il XX secolo e che si propongono, secondo il titolo di un suo fortunato libro, come Carismi per il terzo millennio.

In Chiara Lubich aveva visto convergere, come scriveva nella introduzione ad una raccolta di suoi scritti, «la solidità di una dottrina pienamente cattolica che riassume le istanze più vive della spiritualità di tutti i tempi, ma con il tono moderno e attualissimo di una apertura a tutto l’umano». Si era trovato davanti a una spiritualità «nuova e originale». Vi riconosceva «un ideale nuovo di santità comunitaria, vissuto insieme nei mille riflessi della reciprocità, secondo il principio del dinamismo trinitario dell’amore che si realizza nel dono totale di sé».

Lo stesso “castello interiore” di Teresa d’Avila, tutto centrato sull’esperienza personale di Dio, lo vedeva trasformato nella parabola del “castello esteriore” dove Dio fissa la sua dimora in mezzo a noi, per introdurci nella vita trinitaria. «Sempre – ha lasciato scritto – ho considerato il castello interiore di Teresa d’Avila come una proposta di vita evangelica per tutti i cristiani che vogliono vivere la propria vocazione universale alla santità, all’unione con Dio, all’esperienza trinitaria ed ecclesiale. Ma ritengo una grazia ancor più grande, ed una avventura ancora più bella, quella di poter partecipare con il carisma dell’unità alla scoperta di questo disegno di Dio, la possibilità di poter vivere insieme l’avventura della santità comunitaria ed ecclesiale, nella costruzione di uno splendido, luminoso castello esteriore, incarnato nell’Opera di Maria, per la Chiesa e per l’umanità».

Cf. J. Castellano Cervera, Il castello esteriore. Il “nuovo” nella spiritualità di Chiara Lubich, a cura di F. Ciardi, Città Nuova, Roma 2011, 125 pp.

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